Just a Dream?

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Los Angeles 2020

Julie era già pronta ad affrontare una nuova giornata in un decennio che non era il suo eppure il destino riuscì nuovamente a sorprenderla. Al mattino non era più sul divano nero ma nuovamente nella sua stanza, certo alcune cose erano state spostate e sul pavimento c'erano dei vestiti che non ricordava di aver indossato, però quella era la sua camera: la foto con sua madre era ancora sulla scrivania come per rassicurarla che quella potrebbe essere stato solo un terribile incubo, molto realistico ma pur sempre un incubo.

Controllò il telefono dimenticato sul comodino trovando decisamente troppi messaggi da leggere, tutti da Flynn.

"Double trouble non poteva finire così, con te che venivi esclusa dal programma musicale."

"Hai trovato la chitarra?"

"Adesso dobbiamo solo convincere Mrs. Harrison a riammetterti."

"Sì potrei avere un sacco di caffeina in corpo...eccesso di Coca Cola"

Julie fissava lo schermo confusa...perché la sua migliore amica le scriveva qualcosa di simile? L'aveva vista anche lei scappare dall'aula di musica in lacrime, dopo non essere riuscita a suonare neanche una nota; sapeva quanto dura fosse per lei tornare a suonare e cantare come faceva quando aveva sua madre al suo fianco.

Poi perché menzionava una chitarra? Lo considerava uno strumento bellissimo, soprattutto in alcune delle sue ballad preferite, ma aveva sempre preferito suonare il piano, quello strumento che da bambina l'aveva incantata per il rigore con cui i tasti bianchi si alternavano a quelli neri e che crescendo l'aveva accompagnata nelle più svariate melodie.

Lo stesso strumento che da più di un anno le faceva riempire gli occhi di lacrime e le faceva venire voglia di fuggire.

Poi nella sua mente tornò la mano di Luke che usciva dalla tasca dei suoi jeans piena di plettri mordicchiati e subito capì che forse non era stato solo un brutto sogno. Quello stesso chitarrista era piombato nel suo corpo direttamente dal 1995 che aveva deciso di rendere quella matassa che era la sua vita ancora più imbrogliata.

Come avrebbe fatto a spiegare a Flynn che tutto quello era stato solo un grosso errore?

Decise che ci avrebbe pensato al momento opportuno e che rimuginare troppo l'avrebbe portata soltanto a fare tardi a scuola e già immaginava le lamentele di Tìa Victoria dopo la notizia che aveva saltato anche solo un'ora di lezione.

Indossò una maglia bianca insieme a dei jeans che aveva dipinto lei stessa e, domati i suoi riccioli in due trecce ordinate, si precipitò in cucina per prendere almeno un toast prima di dirigersi al liceo di Los Feliz.

***

Era stato davvero bello poter abbracciare di nuovo Flynn, era il suo modo per confermare che era tutto finito, che non era più negli anni '90 e che per qualsiasi cosa la sua migliore amica sarebbe stata lì.

Per un secondo si chiese persino se fosse il caso di raccontarle quanto le era successo, cambiando idea subito dopo: era una storia troppo bizzarra perché la ragazza le credesse; si sarebbe facilmente preoccupata andando a raccontare tutto a suo padre e non voleva assolutamente ricominciare a vedere uno psicologo solo perché nessuno credeva alle cose assurde che le capitavano.

Voleva solo andare avanti, e cercare una soluzione al fatto che adesso la sua migliore amica fosse convinta che lei non avesse alcun problema con la musica, quando invece l'idea di rimettersi al piano le faceva venire voglia di tornare negli anni '90 dove nessuno sapeva chi fosse.

Kimi no na wa || Julie and the phantoms's ffWhere stories live. Discover now