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Mon aprì gli occhi e cercò di muoversi, ma aveva un braccio intorno alla sua vita, le gambe intrecciate con quelle di un uomo e il suo respiro sul collo.

Non si girò, per capire chi fosse, lo sapeva.

Rush dormiva sempre così, intrecciato a lei, quando erano piccoli.

Diceva che voleva proteggerla, ma la verità era che aveva paura, che anche lei, in una notte come tante, avrebbe lasciato, proprio come sua madre.

Lei si appoggio al suo petto e con il dito tracciò la scritta 'Scheggia' vicino al cuore.

Chiuse gli occhi, ricordando il momento, in cui, lui gli assegnò quel nome.

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Il bambino guardava quello scricchiolo di bambina, che cercava di arrampicarsi sull'albero.

Il bruno si meravigliava nel vedere, una bambina di cinque anni, tentare di salire quell'albero.

Lui rise a quella scena, era goffa e impacciata.

-Ahai- disse la bambina cadendo a terra.

Il bambino si precipitò da lei.

-Che ti senti? Ti sei fatta male?- chiese.

La bambina si guardava la mano. Era tutta rossa e c'erano dei tagli leggeri da cui usciva del sangue. Gli occhi le si riempirono di lacrime, le faceva male.

Il bimbo le prese la mano.

Le loro dita si sfiorarono e una leggera scossa percorse entrambi.

-Fammi vedere.- sussurrò il bimbo.

Esaminò la mano, con attenzione, guardando ogni centimetro.

-Non sembra a che ci siano fratture.- Disse grattandosi la testa, poi una cosa catturò la sua attenzione. Il bambino rise.

-Hai una scheggia nel dito. Scheggia.-

La bambina lo guardava assaporare quel nome. Il bambino si portò il dito in bocca e tolse la scheggia.

-Scheggia. - disse sorridendo alla bambina.

-Sei proprio come questa.- disse mostrandole la scheggia.

-Una scheggia da togliere e salvare. La mia piccola scheggia.-

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Il ragazzo si svegliò.

Mon sorrideva nel sonno e lui sorrise con lei.

La strinse forte al petto, meravigliosi di questo le fosse mancata.

La bruna aprì gli occhi incontrando quel verde che aveva sempre desiderato rincontrare da piccola.

Lui la osservò.

Non sapeva che dire.

Pensava a tutto.

Voleva dirle di quanto la sua vita fosse stato un inferno, di quanto le fosse mancata, di quanto l'aveva aspettata, ma non ci riuscì.

Era bloccato, per questo fece l'unica cosa che credeva possibile.

Avvicinò le sue labbra alle sue e la baciò.

Le loro labbra s'incontrano e ancora una volta una scossa percorse entrambi.

Lui portò le sue mani tra i suoi capelli, mentre lei gli cinse le braccia al collo.

Era come rinascere per entrambi, come se la vita di prima, come se gli anni passati senza vedersi, ora avevano trovato un senso.

Il telefono di Mon suonò, lei riconobbe la suoneria e un senso di colpa la percorse, per questo si staccò dalle labbra di Rush e scese dal letto.

Lui la guardò cercare il telefono nella tasca e per una volta avrebbe voluto, che lei rimanesse con lui.

Per questo scese dal letto, prese Mon per la vita e la girò, riportando le sue labbra su quelle della ragazza.

Lei lasciò cadere il telefono a terra, in quel momento non l'importava ne di Jack, ne di suo padre, ma solo del ragazzo che la baciava come se non ci fosse fine, perché sapevano entrambi, che prima o poi, si sarebbero detti addio, ancora una volta.

Lui si stacco da lei per recuperare fiato e appoggio la fronte su quella della ragazza.

-Mi sei mancata.- disse lui sottovoce.

La ragazza stava per rispondere, quando il campanello suonò. Lui sbuffò e andò ad aprire.

-Rush.- urlò la ragazza abbracciando.

Lui la guardava, ma non riusciva a ricordarsi di lei.

-Quanto mi sei mancato, non sai quanto è stato difficile trovarti.- disse la bionda.

-Scusami- disse il bruno allontanandola da lui.

-Ci conosciamo? -

-Anne.- disse Mon alle spalle di Rush.

-Esatto, Anne.- disse la ragazza con un sorriso smagliante.

-Scusami ci conosciamo?-

Mon scosse la testa e recuperò la sua roba.

-No, ma Rush mi ha sempre parlato di te. - disse in tono freddo Mon, mentre il cuore, ancora una volta, l'andava in frantumi.

Rush spinse Anne fuori della porta e la rinchiuse.

-Di lei non me ne frega niente.- disse lui cercando di incontrare gli occhi di Mon.

-Non mi devi spiegazioni, devo andare ora, sta arrivando Jack. - disse lei.

-Jack, già. - disse lui aprendo la porta e facendola passare.

-Divertitevi. -disse Mon ad Anne.

-Oh ma contaci cara.- disse Anne mentre Mon rinchiudeva la porta di casa.

La bruna corse in bagno ed entrò vestita in doccia.

Doveva allontanare il suo odore dalla sua pelle, ma le verità era che sentiva ancora le sue mani sul suo copro, e si sentì ancora una volta, morire.

Perché era, questo era l'effetto che le faceva Rush.

Gioia incontenibile e dolore da uccidere.

NOTA AUTRICE

Chiedo scusa per l'enorme ritardo.

Ho avuto parecchi problemi per questo scusatemi.

Comunque, cosa ne pensate di questo nuovo capitolo?

Lasciatemi un commento e un voto.

Vi ricordo la mia nuova storia 'Un regale inganno.'

Alla prossima, Mon.

My next mistake-The Mafia TrilogyWhere stories live. Discover now