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Ellen stava giocando con la nuova bambola che Rush gli aveva regalato.

Rush ormai era una presenza fissa nella sua vita, era come se incarnasse la figura mancante di suo padre.

La finestra si ruppe dall'improvviso, nemmeno Ellen si seppe spiegare il perché.

Urlò, con tutta la forza che aveva, il nome di sua madre e corse.

Corse verso la cucina, ma qualcosa la afferrò per il braccio proprio mentre Rush svoltava verso la sua camera.

L'uomo prese la bambina e le puntò una pistola alla tesa.

-Un altro passo, brutto stronzo, e puoi dire addio a tua figlia.- disse l'uomo.

Rush si ricordava di lui. Era un collaboratore di Max, si occupava del ritiro della droga.

Mon tremava, ma doveva riacquistare la forza di un tempo, quando niente e nessuno l'avrebbe spaventata.

-Perché sei qui?- disse Rush, senza staccare gli occhi dall'aggressore.

Lui sorrise e tocco i capelli della bambina, mentre lei continuava a piangere.

-Semplice. Mon deve capire contro chi si sta mettendo. Max odia essere lasciato, soprattutto ora che aveva dei nuovi piani.-

'Piani. Certo, lo scarico di droga.' Pensò Rush.

-Questa non è la sicuramente la soluzione migliore per recuperare un rapporto.- disse in tono piatto, mentre vedeva Mon prendere la mira per sparare a quell'uomo.

L'uomo sorrise.

-Dovresti conoscerlo, Max vuole tutto e niente può scappargli.-

Mon non aspetto altro, sparò. Un colpo secco al cervello e un altro al cuore.

Rush corse e prese la bambina tra le sue braccia cercando di calmarla.

Il bruno guardò la donna buttare la pistola a terra, correre verso di loro e abbracciarli.

Era un abbraccio disperato, come se cercassero entrambi di scappare da quella situazione, ma non ci sarebbe mai stata una fuga o forse un lieto fine.

Era quello che Mon sapeva sin da bambina.

Il suo passato non avrebbe mai abbandonata e ora guardare la sua bambina, con quel terrore negli occhi, la faceva pentire di essere stata Mon Scott un tempo.

Era forte, coraggiosa e sapeva usare bene la pistola ma ora era se stessa. Con la sua bambina bruna che non smetteva di piangere e quell'uomo che aveva tanto amato che sussurrava a entrambe che era tutto finito.

'Non ci sarebbe mai stato un lieto fine per loro, era quello il loro destino. Morte, droghe e infelicità.' Pensò Mon.

Eppure quello non era il destino scritto per loro, la loro strada era lunga e il lieto fine ci sarebbe stato.

Doveva solo aspettare ancora e c'è l'avrebbe fatta a essere felice.

My next mistake-The Mafia TrilogyWhere stories live. Discover now