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+MI SCUSO PER IL RITARDO MA SONO MOLTO IMPEGNATA!

++COMUNQUE SPERO CHE VI STIA PIACENDO LA STORIA, PER QUESTO LASCIATEMI UN VOTO E UN COMMENTO

Delusione era l'unica cosa che prova. Voleva dimenticare e voleva che il dolore passasse.
Forse alcol era l'ultima cosa che potesse aiutarla, ma era l'unico sistema per dimenticare ogni tipo di dolore.

Beveva.

Non ricordava nemmeno quanta birra e Martini avesse ordinato, ma poco le importava. Aveva buttato l'anello dalla finestra ed era corsa nel primo pub per gli studenti.

Era da meno due mesi li e voleva già andar via.

-Pene d'amore?- chiese una signora sedendosi accanto a lei.

-Direi di si.- disse Mon girandosi sullo scabello per guardare la donna.

Era giovane, poteva avere all'incirca 30 anni, eppure Mon sembrava conoscerla.

-È il dolore più brutto.- disse la donna.

Mon la guardava, le trasmetteva quel senso di protezione che provava con suo padre.

-Mi scusi, ma ci conosciamo?- chiese la ragazza.

La donna sorrise. Voleva tanto che la riconoscesse. Vedere la sua piccola bambina, ormai donna, cancellava ogni tipo di dolore.

Non aveva avuto il piacere di vederla crescere, non aveva chiamato lei mamma, ma Ray aveva cercato in ogni modo di avere informazioni sulla sua bambina.

Sapeva tutto di lei, ma non abbastanza. Aveva aspettato 18 anni per poterla conoscere davvero.

Aveva commesso l'errore più grande, non avrebbe mai dovuto abbandonarla.

Amava Adam dal primo momento in cui aveva visto, ma lui aveva occhi solo per la sua migliore amica.

Emily Smith.

Ray aveva cercato in ogni modo di separarli e alla fine ci era riuscita.

Era piccola, ma ricordava ancora quel giorno. Aveva solo 16 anni e lui 20.

Si erano amati per un notte sola.

Il loro era un legame segreto, fatto di sguardi e protezioni non visibili, ma lui aveva sposato e scelto la persona sbagliata.

Forse l'aveva fatto perché credeva di amare Emily, ma Ray sapeva che non era così. Era stato costretto.

La mafia faceva anche questo, distruggere un amore vero, anche se c'era di mezzo una bambina. E quella bambina l'era stata portata via e Ray non aveva fatto niente per impedirlo.

Era ritornata molte volte da Adam, dopo la morte di Emily, per riprendersi ciò che era suo, ma non poteva. Non riusciva nemmeno ad entrare in casa, la cacciavano via.

Mentre ora poteva dirle tutto, senza che nessuno la fermasse, ma allo stesso tempo non poteva.

-Forse si.- disse la donna con un sorriso timido.

-Davvero? Mi ricordate qualcuno, ma non so chi di preciso.- disse Mon scrutando ogni particolare del viso.

Ray prese le mani di Mon tra le sue e le diede un bacio sulla fronte sperando che lei ricordasse il giorno del suo decimo compleanno, quando era riuscita ad abbracciarla e darle il suo regalo.

Mon si immobilizzò e poi spalancò gli occhi.

Era quella donna con cui suo padre aveva litigato e poi cacciato di casa.

La ragazza ricordava le parole che aveva usato il padre 'Lei non è tua figlia, non poi tornare quando ti pare e poi andare via. Sua madre sarà sempre e solo Emily. '

Quelle parole, per una bambina di 10 anni non avevano significato, ma ora sembrava tutto chiaro.

-Oddio.- disse Mon, trattenendo un singhiozzo.

-Non è possibile, voi...voi non potete essere mia madre- disse la ragazza alzandosi e barcollando, mentre le lacrime le coprivano il viso.

Ray si alzò e, anche se si sentiva perforare lo stomaco per il dolore, abbraccio la sua bambina mentre lei le riempiva il petto di pugni.

-Mi dispiace tanto piccola mia. Non avrei dovuto farlo, ma ero piccola, troppo piccola. E lo sono ancora, ma vorrei ricominciare.-

-Perché?- chiese Mon, senza staccarsi da quel petto che la faceva sentire amata.- Perché mi hai lasciato?-

Ray sospirò.

-Non ti ho lasciato, ti hanno portato via da me.- disse la donna, mentre Mon si strinse ancora di più a lei, come se fosse un statura portante.

Era la sua statua, la sua vita.

Le settimane che passarano erano quasi monotone, tranne i pomeriggi che Mon passava con sua madre.

Studiava, andava all'università, cercava in ogni modo di evitare Rush, tornava a casa e usciva con Ray.

Era quasi tutto perfetto, tranne che le mancasse Rush.

-Voglio portarti in un posto.- disse Mon a Ray.

-Andiamo allora.- disse la donna sorridendo tristemente.

-Qualcosa non va?- chiese la ragazza.

Ray sospirò e annui.

-Mi hanno promosso direttore di uno studio di avvocati in Florida e dovrei essere li la settimana prossima.- disse guardando il prato del parco.

-Cosa?- chiese Mon in un sussurro.

- Non puoi andare. Non puoi lasciarmi ancora.- Continuo fermandosi.

-Infatti non lo farò, resterò qui. Non voglio perdermi ancora la vita di mia figlia. Voglio esserci.-

Mon guardò sua madre.

Vedeva quanto fosse combutta.

Voleva andare ma allo stesso tempo restare, per questo trovò l'unica soluzione adatta al momento.

-Vengo con te.-

+++Alla prossima. Mon

My next mistake-The Mafia TrilogyWhere stories live. Discover now