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Quello che accade dopo è molto simile a un uragano.

Adam sembrava impazzito. Voleva trovare sua figlia, ma sembrava sparita dalla faccia della terra.

Aveva chiamato ogni persona che conoscesse sul quel pianeta, ma niente.

Aveva chiesto così tante volte la versione di Rush, che sembrava conoscerla a memoria.

Lui, da canto suo, aveva detto solo una piccola parte di quello che veramente era accaduto.

'Signore, le ripeto. Sua figlia ha lasciato solo un biglietto, dove dice di voler spazio.Per il resto non so che fine abbia fatto o con chi sia. Nell'ultimo periodo evitava anche a me ed io più di inseguirla, non sapevo cosa fare.'

Nonostante questo, Adam non credeva nemmeno a mezza parola. Vedeva la sofferenza nei suoi occhi solamente nel pronunciare il nome di sua figlia.

Comunque i giorni passarono, così come le varie settimane che diventavano mesi. Era arrivato all'esasperazione.

Invece Rush pensava solo a studiare e andare a letto con altre ragazze. Voleva dimenticarla.

Voleva dimenticare il suo profumo, il suo sapore, il suo tocco,i suoi baci,ma non ci riusciva.

Sembrava come se il suo cuore, non potesse fare altro, che amarla nonostante tutto.

Otto mesi. Nessuna notizia di lei, eppure Adam non perdeva la speranza.

Teneva sempre con sé il telefono e non usciva di casa. Era il suo rifugio dal dolore.

Erano le tre di notte.

Il telefono li squillò in mano.

-Adam Scott.- rispose al cellulare, con quel suo tono duro.

-Non sei cambiato di una virgola.- disse Ray, ridendo.

-Ray? Come..Come fai ad avere questo numero?-

-Sai la nostra piccolina...-

-Dové Mon?- Adam la fermò urlando.

-Adam, si dia il caso che questa telefonata non dovrebbe nemmeno avvenire.Mon non vuole avere nessun contatto né con te né con nessuno, ma essendo sua madre ritengo giusto affissarti che sei divento nonno di una bellissima bambina. Si chiama Ellen. Ellen Ray Scott.- disse la bruna tutto di un fiato.

-E se tieni a conoscere tua nipote e rivedere tua stessa figlia, ti consiglio di venire al 'Kindred Hospital South Florida-Hollywood'. Altrimenti ho solo sprecato fiato con te.- concluse la donna.

-Nipote? Com'è possibile? Io, una bambina,la mia bambina..- disse Adam passandosi la mano sulla faccia.

-Non mi sembra che io debba spiegarti come accadono queste cose. Lei è molto innamorata di lui, credo che sia proprio per questo che ha detto di no a Jack.-

-Rush...-disse Adam in un sospiro.

-Si, lui. Adam, non deve saperlo. Mon non vuole rovinarli la vita. Siamo intesi? Vieni, ma da solo. Nessuno deve saperlo, chiaro? Ti aspetto.- detto ciò la donna chiuse la telefonata.

Adam riprese fiato e corse fuori dallo studio prendo la macchina.

Correva per la strada e se ne fregava di tutti.

La sua bambina era ancora viva e voleva vederla.

'Ellen Ray Scott.'

Continua a ripetere quel nome come se potesse calmarlo. Così leggerlo e soave, sembrava un angelo. Anzi era un angelo.

Quel corpicino così piccolo, con i capelli marroni e gli occhi di un colore ancora impercettibile.

Mon si meravigliava come un fagottino così piccolo la rendesse felice.

-Sta arrivando. Da solo.- disse Ray entrando nella stanza.

Mon annuì e astrinse al petto la bambina. Avrebbe voluto che Rush fosse con lei, che ci fosse stato in quei mesi.

Sapeva, o forse la sua era solo convinzione, che avrebbe anche potuto odiarla per questo o peggio ancora chiederle di abortire. E lei non voleva questo.

Sognava già la sua vita tra qualche anno, con lui.

La sua piccola Ellen che corre nel prato e poi si siede per osservare le stelle, mentre lei e Rush la guardano e poi le raccontano una storia,la loro storia.

Anche questo era solo un sogno,uno dei tanti che aveva e forse non avrebbe mai realizzato.


My next mistake-The Mafia TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora