[20]

4.1K 172 3
                                    

+Buona domenica a tutte. Scusate per il ritardo, ma ho avuto dei problemi e non riuscivo a scrivere. Comunque ecco a voi il nuovo capitolo. Un bacio.

Ray sapeva che sua figlia avrebbe uccisa per l'orario, ma doveva essere la prima a fare gli auguri alla sua nipotina. Era come una competizione, quella tra Ray e Adam, chi faceva prima gli auguri, chi teneva la bambina, chi regalava la cosa più bella e così via.

In quei sei anni, Ray e Adam avevano reso quella bambina felice, sopratutto cercando in ogni modo di aiutare la loro figlia. Mon, invece, cercava di essere presente nella vita di sua figlia, assecondando gli studi e il lavoro serale.

Non era sola, avere due genitori presenti che l'aiutavano, ma le mancava qualcosa.

O forse qualcuno.

Il campanello suonò.

Mon avrebbe voluto uccidere qualcuno.

A 25anni essere svegliati alle 6 di mattina, da un madre per degli auguri, è una tragedia.

-Ellen per favore.- disse con la voce impastata.

Aveva studiato fino a notte fonda, doveva dare gli ultimi esami e si sarebbe laureata. Mentre Ellen, sveglia già da un'ora, corse alla porta.

-Nonna!- urlò la bambina mentre Ray la abbracciava.

-Oh ma diventi ogni giorno più alta.- disse la donna.

-Nonna.- continuò la bambina. -Devi dirmi qualcosa?-

-Oh ma fammi pensare, Auguri!- La bambina sorrise abbracciando di nuovo sua nonna.

Mon uscì dalla stanza da letto con le mani sulle tempie, cercando in ogni modo di alleviare il mal di testa.

-Mamma, sei in ritardo. Papà a mezzanotte è arrivato con una torta.- disse lei, chiudendosi in bagno.

Adam voleva superarla, anche se avevano iniziato a frequentarsi, la loro gara era sempre aperta.

-Infatti, mia dolce Ray. Ho vinto anche quest'anno. - disse Adam uscendo dalla cucina con una tazza di caffè.

-Già nonna. - disse la bambina guardando la donna, che aveva la bocca aperta per lo stupore.

- Ma nonna, ti voglio bene lo stesso. -Continuò la piccola.

-Ora che avete finito di urlare, io e Emily dobbiamo andare in un ristorante con Max. Quindi se non vi dispiace.- Mon uscì dal bagno e proseguì in camera.

Max era come un punto d'appoggio. Non riusciva ad amarlo, ma ci teneva. Lui rendeva felice Ellen e questo le bastava, per ora.

Rush non sapeva più come comportarsi. Negli ultimi sei anni era stato ingaggiato presso F.B.I. e ora lavorava come agente sottocopertura. Dove arrestare Max Owen, poiché collaborava con suo padre nello spaccio di droga in tutti i bassi fondi della Florida. Nonostante ciò, non ci riusciva.

Max era diventato un fratello per lui, persino il suo migliore amico dell'università era sparito. Era in conflitto. Aveva prove a sufficienza per arrestare il padre, però cercava in ogni modo di non trovare niente su di lui.

Alcune volte si chiedeva se anche Max facesse il doppio gioco, se lui sapeva veramente chi fosse. Nonostante ciò, era comunque lì. In quel ristorante con lui a parlare di sport, mentre aspettavano la ragazza del suo amico.

-Ti assicuro che non è così. Era fallo.- disse Rush ridendo.

-Ma stai zitto. - continuò Max, dandogli una pacca sulla spalla.

-Oh eccole. - disse il biondo sorridendo.

Rush si girò e fu come se qualcuno gli rompesse qualcosa dentro. Nonostante ciò, si sentì perforare lo stomaco quando vide la sua miniatura.

Era bellissima, con quei occhioni verdi e capelli marroni a boccoli. Saltava, quasi correndo, verso Max.

-Oh, la mia piccolina. Auguri.- disse Max abbracciando la bambina.

Rush girò di nuovo la testa verso l'ingresso e la vide. Immobile. Aveva gli occhi lucidi e tratteneva le lacrime.

Lui sapeva che era sorpresa. Avrebbe voluto abbracciarla per provare di nuovo quel calore puro, ma si girò.

Lo fece forse per orgoglio, o per non correre da lei in quell'istante, ma sperava che lei capisse.

Capisse come si era sentito in quei sei anni.

Che cosa aveva provato nel trovare il letto vuoto, senza di lei.

Voleva tante cose, solo che con gli anni aveva capito una cosa importante.

I sogni sono solo sogni.

Le speranze sono finite.

Il perdono è andato a farsi fottere.

I 'mi manchi' non esistono più.

Il destino è solo una credenza per sentirsi meno soli.

E poi c'è l'amore.

L'amore è solo distruzione.

My next mistake-The Mafia TrilogyWhere stories live. Discover now