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Di proposte di matrimonio Mon ne aveva lette e conosciuto ogni particolare in dei libri, ma vedere Jack in ginocchio che le chiedeva di essere sua per sempre, l'effetto era diverso.

Era accaduto tutto per caso.

Lui si era presentato lo stesso a casa sua e avevano dormito abbracciati, anche se lei continuava a pensare a Rush.

Jack le aveva chiesto di accompagnarlo a una serata importante e la ragazza aveva accettato, erano pure andati a compare un abito per occasione.

Eppure in quel momento si ricordò delle parole di Rush, "tu non lo sposi".

-Mon.- la richiamò Jack, ma lei non riusciva a risponde. Sentiva uno sguardo perforarle a schiena e sapeva chi era.

Il suo corpo lo avvertiva, provocandole dei brividi su tutto il corpo.

-Oh ma avanti cara, digli di si.- urlò una signora anziana facendola sorridere, però lei sospirò e scosse la testa.

-Non ti sto dicendo no, ma ho bisogno di tempo.- disse.

Ci fu un 'No' generale mentre Jack annuì alzandosi e prendendo la sua mano,  mettendole l'anello.

-Ci penserai?- disse lui, prendendo il suo viso tra le mani.

Lei annuì e lo baciò. La gente che gli circondava batté le mani, tranne uno.

Quando la ragazza si girò, quegli occhi verdi erano pieni di emozioni indescrivibili, freddi, colmi di tante emozioni che Mon non sapeva spiegarsi, ma lui era lì, con la sua amata Anne, perché avrebbe dovuto essere geloso.

C'era stato solo un bacio, anzi due, ma niente di più.

Infatti, lui non era geloso, ribolliva di rabbia.

Avrebbe voluto spaccare tutto, e questo si evinceva da come stritolava la mano ad Anne.

-Rush. Mi fai male,dio.- disse la bionda, massaggiandosi la mano.

-Si. Hai ragione, scusa.- disse il bruno, per poi avviarsi verso il piccolo bar che avevano creato in un angolo.

-Dello shock.- disse al barista che si affretto a porgergli il bicchiere.

-Fratellino- disse Jack,dandogli una pacca sulla spalla e sedendosi accanto a lui.

-Fratellino, un corno.-Disse il bruno bevendo il suo bicchiere.

-Arrenditi. Lei sarà felice con me.- Disse Jack

-Ti ha detto per caso si? Non mi sembra.-

-Lo farà presto.- concluse Jack, sorridendo sempre di più.

-Sei troppo convito. La sua mente potrà anche urlare si. Il suo cuore.- continuò alzandosi dallo sgabello.- Invece, mi apparterà sempre.-

Rush, non aspettò la risposta del fratello, si avviò direttamente all'uscita, anche se sentiva lo sguardo di Mon sulle spalle.

Avrebbe voluto girarsi, per farle capire quanto odiasse questa situazione, ma fece la cosa opportuna, uscì dal museo.

Avrebbe voluto che lei lo seguisse.

Che gli urlasse di fermarsi.

Che tutto quelle promesse di un tempo fossero vere.

Che non era un gioco di due bambini quello che avevano.

Ma questo non accadde, e lui sapeva il perché. Non poteva deludere le aspettative.

Non poteva comportarsi come la sua vera madre, che aveva abbandonata al padre, per godersi adolescenza.

Perché lui lo sapeva, Emily Smith, non era sua madre.

Lo sapevano tutti, ed era abbastanza evidente,non gli assomigliava tanto.

La ragazza non poteva ricordare tutti i litigi che cerano tra il padre e la sua vera madre, quando andava a casa loro per vederla.

Purtroppo Rush avrebbe voluto dirglielo, ma aveva giurato.

Avrebbe voluto dirle un sacco di cose, che tutti evitavano di dirle, ma non poteva.

Cerano sempre quelle aspettative.

E lui non poteva rovinarle.

E di certo, gli avrebbe rovinato la vita dicendole che Emily Smith in verità, per lei, non era nessuno.

My next mistake-The Mafia TrilogyWhere stories live. Discover now