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Ieri, dopo aver passato gran parte della mattinata a baciare Blanca, mi sono addormentata tra le sue braccia.
Quando mi sono svegliata lei non c'era. Ho trovato sul cuscino un origami a forma di rosa e un biglietto con scritto "Sono dal direttore. P. S. Sei bellissima, sopratutto quando dormi".
Sorrido e annuso la rosa di carta. Sorprendentemente riesco a sentire il profumo di Blanca. Delle sue labbra, dei suoi capelli, della sua pelle.
Cosa sarà andata a fare dal direttore?

Quando rientra il suo volto è teso. Sembra nervosa, preoccupata.
<<Ehi, tutto bene? Perché hai incontrato il direttore?>>
Mi guarda e noto un velo di tristezza.
<<Niente di importante...>>
<<Sei sicura? Sei strana...>>
<<È tutto apposto. Ora scusami, ma devo farmi una doccia>> dice senza guardarmi negli occhi e se ne va.

Blanca

Sapevo che sarebbe arrivato questo momento. Quando il direttore mi ha convocato sapevo già cosa doveva dirmi.
Domani verrò scarcerata. Dovrò ritornare dalla mia famiglia che non mi accetta. Ma soprattutto dovrò lasciare qui, da sola, Isabel. Non so come dirglielo. Ora che ci siamo avvicinate, ora che so che anche lei prova qualcosa per me, non voglio lasciare questo posto. Ma soprattutto non voglio lasciarla nelle mani delle arpie come Eva.
Vivrebbe un inferno e non voglio che le facciano del male.
Se potessi rintraccerei io stessa quella stronza che l'ha mandata in carcere, così la denuncerei e farei uscire Isabel. Ma non so come fare e questo mi distrugge.
L'unica soluzione è ricominciare a rubare, così mi arrestano di nuovo, solo che stavolta rischio di rimanere in carcere a vita. Ma per lei farei qualunque cosa.

Finita la doccia, esco dalla cabina e noto per terra un pezzo di specchio rotto. Lo raccolgo esaminandolo. Potrei ferirmi così posticipo il mio rilascio.
In quel momento entra Eva. Nascondo nel pugno il vetro. Sono ancora nuda, perciò mi squarda dalla testa ai piedi.
<<Dovresti dimagrire. Quelle cosce sembrano dei prosciutti. E poi tesoro, depilati là sotto, o nessuna vorrà leccartela>> dice sogghignando e spogliandosi.
Stringo forte il pugno e sento il vetro tagliarmi il palmo della mano.
Entra nella doccia e aziona il getto d'acqua.
Mi avvicino, è girata di spalle e comincia a lavarsi i capelli.
Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene.
<<Sei una gran puttana!>> le urlo e quando lei si gira le conficco il pezzo di vetro sul petto facendole un taglio sul seno. Comincia a sanguinare, urla dal dolore tenendosi in mano il seno sinistro.
Prendo i miei vestiti e scappo via, sentendo le sue imprecazioni alle mie spalle.

You stole my heart Where stories live. Discover now