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Blanca

Finalmente oggi ritorno in cella, dalla mia bellissima Isabel.
Dopo l'incontro in infermeria, non l'ho più vista, perciò non vedo l'ora di baciarla e coccolarla.
Sento il rumore delle chiavi, così mi precipito davanti la porta.
<<Signorina Montero, può lasciare la cella d'isolamento>> Felipe è venuto a prendermi e dopo avermi legato le mani con le manette mi conduce al piano delle celle principali.
Arrivata davanti alle sbarre della mia cella, mi libera i polsi ed entro dentro.
<<Isa, amore, sono tornata!>> urlo chiamandola, ma mi accorgo che non c'è.
<<È con il direttore>> dice la detenuta che sta nella cella di fronte alla nostra.
<<Come mai? Ci sono novità?>> chiedo preoccupata.
<<E che ne so! Qua nessuno dice niente>> alza le spalle e se ne va.
Comincio a fare avanti e indietro torturandomi le mani. Cosa sarà successo? La sposteranno di cella? Andrà in un altro carcere? La libereranno?
Il suono delle chiavi mi riporta alla realtà. Eccola, me l'hanno riportata.
<<Amore, finalmente!>> mi fiondo su di lei e la stringo forte a me.
<<Dio quanto mi sei mancata>> sussurro tra le sue labbra prima di baciarla con tutta la passione che mi brucia in corpo.
Si stacca subito dopo allontanandomi.
È strana. Non è la solita Isabel.
<<Che succede? Non sei felice di rivedermi?>>
<<Certo, sono contenta che ti hanno tolta dall'isolamento>> dice sorridendomi, ma non mi sembra molto entusiasta.
<<E allora perché sei distante?>>
<<L'hanno trovata. L'ho appena vista. Credo che verrà processata>>
<<Davvero? Cioè hanno trovato la vera colpevole? Quindi...>>
<<Quindi me ne andrò. Io qui non c'entro nulla. È lei quella che deve pagare>>
<<Sì, mi sembra giusto. S-sei felice?>>
Mi sento soffocare. Non riesco a credere che non potrò più stare con lei. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, ma non pensavo così presto.
<<Io non voglio stare qua dentro>> dice mentre i suoi occhi si inumidiscono.
<<Lo so. Sono davvero felice per te>> sento anche io il magone salirmi su per la gola, ma ingoio e mi faccio forza. Non voglio che mi veda stare male.
<<Vado un attimo in bagno>> scappo perché è quello che mi riesce meglio in questo momento. Non posso sopportare l'idea di perderla.
Non avrei dovuto innamorarmi di lei, ma è impossibile. È così bella e dolce. È stata come un angelo caduto dal cielo. Qui dentro non arrivano mai persone così pure come lei.
Mi appoggio al lavandino cercando di trattentere le lacrime che minacciano con tutta la forza di uscire. Mi sento morire.
Sento la porta alle mie spalle aprirsi. Alzo lo sguardo e dallo specchio vedo il suo volto bagnato di lacrime. Mi volto e senza dire niente si fionda sulle mie labbra e ci baciamo come non ci eravamo mai baciate. Io divoro le sue labbra e lei mi morde dappertutto. È come se entrambe non mangiassimo da un mese. La spingo verso la porta che chiudo a chiave e me la porto in grembo.
Affondo la faccia sul suo collo e la faccio ansimare. Lei comincia a spogliarmi, così per aiutarla, la faccio distendere per terra e mi spoglio in tutta fretta. Dopodiché ritorno su di lei.
<<Scusami se la prima volta non è in un letto comodo, magari di un hotel a 5 stelle>> sussurro tra un bacio e l'altro.
<<Non mi interessa. Voglio averti qui e ora>> mi sorride e mentre bacio il suo viso umido di lacrime, la spoglio lentamente.
E così facciamo l'amore sul pavimento di un lurido bagno di una cella, tra lacrime e disperazione. Come se il mondo stesse per finire da un momento all'altro. Come se fosse un addio. Che infondo un addio lo è.

You stole my heart Where stories live. Discover now