Cena

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-Quindi davvero stai facendo tirocinio forzato da tuo padre?- chiedo ridacchiando.
-Si, ormai da un anno. Devo imparare il più possibile, su pulizia denti, impiantistica, ortodonzia, come si fa quello cone si fa quell'altro, su quanto deve essere trattata una gengiva piuttosto che un dente... mamma mia, un infinità di cose, che manco all'università faccio. Però non posso lamentarmi tutto sommato, dopo la laurea già so quello che farò e dove lo farò...è il destino di noi figlie d'arte. Figurati che volevo studiare musica dopo le superiore. Ma vabbe...eccomi qui. A pensare alle gengive- risponde Nina, con tono rassegnato ma ridendo anch'essa.

-In un certo senso ti invidio sai? Figlia di un grande dentista di Como-
-Beh, se ti piace avere il tuo professore in casa tutto il giorno tutti i giorni allora si dovresti invidiarmi- risponde. Ridiamo.

Mi arriva una notifica. Prendo il telefono notando che si trattava di Messenger.
Apro l'app per vedere che era un messaggio da parte di Carl.
Lo apro.

"Ciao Clara. Scusami il disturbo. Volevo avvisarti che il referto dell'elettroencefalogramma è pronto, è tutto apposto non hai nulla"

Menomale. Così rispondo
"Grazie mille. Devo passare a ritirarlo?"
Nemmeno trenta secondi, che mi arriva la sua risposta.
"Come preferisci. In tal caso te lo stampo."
"Allora non serve, l'importante è che non c'è nulla di preoccupante"
"Va bene. Poi ti volevo dire un'altra cosa. O meglio Devo dirtela"

Deglutisco. Chissà di cosa si tratta.
Poi continua.

"Mi è stato riferito che avendoti fatto un esame non compreso nell'iter di pronto soccorso, purtroppo questa prestazione deve essere saldata. Nonostante te lo abbiamo fatto col mio macchinario portatile, non è compreso tra gli esami obbligatori da eseguire in PS. Mi dispiace😔"

"Ma certo, nessun problema. Anzi ti ringrazio per gli accertamenti. Come funziona per pagare?"
"Non ti preoccupare. Ho risolto io. Per questa volta, essendo colpa mia ci ho pensato io. Volevo solo avvisarmi in caso volessi il referto stampato e timbrato."

"Ma come ci hai pensato tu. Carl, assolutamente non posso accettare che paghi tu per me, per un mio esame. Ora vengo e risolviamo la questione ok?"

"Non ti devi preoccupare, davvero. Però se vuoi passa e ne parliamo"

"Ok arrivo. Dove ci vediamo?" Scrivo.

"Al mio ufficio. Sono al primo piano della palazzina azzurra. Cerca la stanza con il mio cognome"

Mi alzo dal divano della sala comune del campus, e mi dirigo verso la stanza con un: -Nina scusami devo andare via un attimo, ci vediamo dopo-
Mi raggiunge:- Vuoi che vengo con te?-
-No no tranquilla, vado solo a ritirarlo il referto. Tu rimani pure qui con gli altri che stanno arrivando. Vedi, c'è anche Stefano-

Si gira verso di loro, poi torna a guardarmi arrossita.
Le rivolgo un sorriso, poi un occhiolino, e mi volto per andar via.

Cammino per i corridoi fino a raggiungere la porta della mia stanza. Devo prendere il cappotto, e la borsetta con dentro il portafoglio.

Preso tutto, torno alla porta e sul punto di chiuderla, sento come se qualcuno mi stesse osservando.

Poi sento un rumore di chiavi che cadono.

Non c'era nessun altro li, appartenenza me. O almeno credo.

Mi guardo intorno, il corridoio era completamente vuoto.
Se qualcuno avesse voluto aggredirmi era il momento adatto.

Torte le chiavi dalla serratura, vado via con passo veloce.

Arrivo all'uscita del campus.
Per fortuna non c'era nessuno.
Ma quel rumore di chiavi...boh.

Sex Room 2Where stories live. Discover now