2. Natalie

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«Zac, dov'è la mia valigia?», gli domando col fiatone dopo essermi fatta tutto il duty free di corsa.

Lui mi guarda con aria smarrita.

«Ti prego dimmi che l'hai presa», lo imploro già conscia della sua risposta.

Dopo uno sguardo tentennante mi dice: «Pensavo l'avessi presa tu».

«Ti avevo chiesto di prenderla mentre andavo in farmacia!», gli ricordo guardandomi intorno come se la mia valigia potesse comparire da un momento all'altro grazie al miracolo del Natale.

«Okay, resta qui, faccio una corsa e vado a prenderla. Tu ferma un taxi». Nemmeno il tempo di controbattere che è già sparito tra la folla che durante il periodo natalizio assale senza pietà il London City. Gente che atterra per la prima volta, pronta a visitare una delle metropoli più belle del mondo, gente che torna a casa dopo tanto tempo passato altrove, o gente che, come nel mio caso, torna a trovare la famiglia per non sentirsi dire di essere una figlia ingrata che non pensa ai genitori.

Esco dall'aeroporto trascinandomi dietro la valigia di Zac che pesa quanto una pietra di Stonehenge e prego di trovare almeno l'ombra di un auto che ci porti fino a casa dei miei. All'inizio non dovevamo nemmeno venirci, volevamo inventarci una scusa credibile e dare forfait, ma dopo una cordiale conversazione con mia madre abbiamo capito che anche quest'anno non ci sarebbe stato scampo. E quindi eccomi qui, nel periodo più folle dell'anno a cercare una buon anima che faccia un'opera di beneficenza. Avrei potuto benissimo accettare la proposta di Emily di mandarmi un auto, ma sono tutte così lussuose, nere e lucide che ho preferito evitare di dare nell'occhio. Problema che gli altri membri della mia famiglia chiaramente non si pongono.

«Signorina, le serve una mano?»

Mi volto verso la gentile voce proveniente dalla mia sinistra e individuo un uomo con giaccone e berretto avvicinarsi.

«Ho un taxi, la porto da qualche parte?»

«Oh mio Dio! Lei è decisamente il mio miracolo di Natale!», esclamo sollevata. «Sto aspettando mio marito, dovrebbe arrivare con un'altra valigia», lo informo mentre è già pronto a caricare quella che tengo in mano nell'auto.

«Natalie!». Zac mi corre incontro e io faccio svolazzare la mano in aria cercando di ergermi sulla folla.

«È lui suo marito?», mi chiede il tassista proprio quando Zac ci raggiunge.

«Amore, hai trovato un taxi, come hai fatto?», mi domanda affannoso e stravolto. Non oso pensare quanto abbia corso per averci messo così poco.

«Il signore è stato gentilissimo. Mi ha visto con la valigia e mi ha aiutata. Cosa ci hai messo dentro, pietre?»

«La mia mancanza di voglia di vedere la tua famiglia. Pesante, vero?»

«Ho il sentore che quest'anno ci divertiremo», lo prendo in giro.

«L'unica parte in cui mi divertirò sarà quella in cui preparerò la valigia per tornare a casa».

«Signori, le vostre cose sono caricate! Andiamo?»

«Andiamo!»

Natale sotto sequestroWhere stories live. Discover now