Epilogo

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James


«Prima vogliono i figli e poi chiedono agli amici di andare a trovarli, e con una scusa qualunque si dileguano dicendo di tornare "subitissimo". Ma dico, ci pensano scemi?»

Brenda non mi da' ascolto. Sta litigando con un aggeggio da cucina mentre tiene Cece in braccio.

«Mi hai sentito? Almeno potevano dircelo che avremo passato la serata a fare da babysitter a quel mostricciattolo».

Alla parola "mostriciattolo" Brenda si gira. Ah, allora era quella la parola magica. «Cece è adorabile. Piange solo troppo spesso».

«Brenda, con tutte le sue lacrime versate finora potremmo creare un altro oceano».

«È una bambina, James. Anche se mi riesce difficile crederlo, immagino che tu ne sia stato uno, un tempo».

«Così narra la leggenda, a quanto pare», scuoto le spalle, ricontrollando le notifiche del cellulare. Quel Simon con cui mi vedo non si è più fatto sentire dall'ultima volta, e sono già passati quattro giorni.

«Zac e Natalie avevano solo bisogno di passare un po' di tempo da soli», dice.

«Se la stanno prendendo comoda», inarco un sopracciglio e Brenda mi fulmina.

«Io amo stare con la piccola Cecilia. Ehi, Cece, dì ciao alla zia Brenda».

Di risposta la bambina fa un rutto.

«Eww. Non capisco come fa a piacerti. I bambini mangiano, vomitano, fanno la cacca e si sentono pure dire che sono belli. Le persone sono davvero disturbate».

«Io e Cecilia abbiamo stretto un patto cinque minuti fa, quando l'ho cambiata per la quarta volta in un'ora: le parole pianto e cacca non esistono più nel vocabolario della serata. Non è vero, tesoro?».

«Okay, ma se dobbiamo stare qui, mettiamo un film», dico buttandomi sul divano e acchiappando il telecomando.

«Cecilia è piccola, mettiamole i cartoni», suggerisce Brenda prendendo posto vicino a me con il mostro.

«Vuoi proprio che mi butti giù dal balcone? Dobbiamo già stare qui con una poppante, perlomeno lasciami vedere una commedia», ribatto.

«Allora metti Notting Hill».

«Lo hai visto due volte il mese scorso».

«Cosa vuoi che dica, amo Hugh Grant».

«Anch'io, ma inizio a sognarlo troppo spesso ultimamente, direi che è ora di cambiare soggetto». Scorro la lista film del catalogo e mi fermo su una locandina con Jennifer Lopez. «Uh, rivediamo "Quel mostro di suocera"», propongo eccitato.

«JLo agli esordi è meravigliosa, ma... non c'è qualcosa di nuovo?»

«Fammi vedere... Che ne dici del nuovo film con Lily Collins?»

«Di cosa parla?»

«Di una wedding planner che deve organizzare un matrimonio, ma alla festa di fidanzamento sente qualcuno dire che rovinerà le nozze. Lei deve cercare di portare all'altare gli sposi tra un milione di imprevisti e scoprire l'identità che sta dietro a quella voce».

«Sembra carino, come si chiama?»

«"Qualcuno salvi questo matrimonio!". Guardiamolo, preparo i pop corn», dico alzandomi.

«Oh oh», fa' Brenda quando mi alzo.

«Non mi piace il suono del tuo oh oh, e...», aggiungo poi storcendo il naso, «nemmeno il suo odore».

È appurato: la piccola Cece ci ha fatto di nuovo un regalino.

«Puoi farlo tu?», è la preghiera con tanto di occhi grandi e pietosi della mia amica.

Ma io sono gay, a me non incanta. «No», dico secco, infatti. «Arrangiati, prenderò Cece sotto la mia ala quando avrà l'età per guardare Pose, Desperate Housewives e Grace&Frankie, e userà il bagno in modo autonomo».

«Dai, su, non ci vuole niente». Brenda si alza e, tenendo la bambina in braccio a debita distanza dal suo corpo, mi insegue per la casa. «Fallo tu, fallo tu, fallo tu!»

«Aaaaaaa, Brendaaa, lasciami stareeeeee!». Sgambetto intorno al bancone della cucina impossessandomi di un mestolo per difesa che trovo sul lavello. Che orrore, è pure sporco!

«Solo una volta, James, ti prego!», si lamenta lei mentre cerca di azzuffarmi. Cosa non facile perché sono piuttosto agile.

«Okay, aspetta!», si ferma con il fiatone quando io salgo sul divano. «Giochiamocela».

«A cosa?». La mia faccia è piena di diffidenza.

Due minuti dopo siamo seduti sul divano, ognuno di noi al lato opposto. Ben distanti. La piccola Cece al centro del tappeto di fronte a noi. Sarà, lei a gattonare verso chi dovrà cambiarla.

L'accordo mi pare equo.

E, dato che la bambina ha molta più confidenza con Brenda che la tiene sempre in braccio, è ovvio che andrà da lei. Motivo per cui sono piuttosto tranquillo.

Brenda mi lancia un'occhiata e poi fa partire il conto alla rovescia.

«Tre... Due... Uno...». I nostri occhi sono fissi su Cece che ci guarda smarrita, non capendo che cosa ci faccia per terra in mezzo a due individui che la incitano ad andare nella direzione opposta. Questo potrebbe essere uno dei suoi primi traumi di vita, ma non diremo niente ai genitori. «Via!»

«Vai dalla zia Brenda, corri Cece, corri!»

«No, tesoro, lo zio James, lui ti cambia benissimo, vai, vai!»

Oh mio Dio... Ma che sta facendo? Questo essere sta davvero gattonando verso di me? E, mi sbaglio, o sta pure ridendo?

Quando ormai la bambina è ai miei piedi, ho dipinto in faccia lo sguardo più funereo che si sia mai visto.

Come è possibile?!

«Buon Natale, James!».

«Strozzati».


Fine

Natale sotto sequestroDonde viven las historias. Descúbrelo ahora