22. Amber

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«Shannon, ci sei anche tu!»

Sospira stanca, scrollando le spalle. «A quanto pare».

«Perché c'è quest'atmosfera?», faccio rivolta a mia sorella a cui mi trovo di nuovo legata.

Non è lei a rispondermi, ma Shannon. «Perché abbiamo scoperto che Zac tradisce Natalie. Ma niente paura, organizzeremo una conferenza stampa per marzo e lo annunceremo in quell'occasione. Ti prego di collaborare, Amber, e di non dire niente. Stiamo cercando di contenere i danni».

Mi volto verso Zac, con una faccia che deve risultare vagamente incredula e lo vedo alzare gli occhi al cielo.

«E con chi la tradisce?», chiedo.

«Una certa Delly dal Connecticut», mi risponde mamma. «Un pessimo gusto, senz'altro».

«Mi chiedevo», si reinserisce Shannon, «dovremo dire il nome della ragazza o lasciare l'anonimato? Zac, tu cosa ne pensi?»

«Credimi, non vuoi sapere cosa ne penso».

«Perché no? È la tua amante, in fondo».

«E Natalie lo ha scoperto solo ora?», domando più confusa che mai.

«Tesoro, queste cose si scoprono sempre nei momenti meno adatti. Le disgrazie arrivano sempre tutte insieme».

«Emily, ti prego non voglio più sentire parlare di questa storia», la mette a tacere papà.

«Oh, Harry, sei ancora qui? Be', certo, è dura morire, no?». Shannon e il suo tono di voce mi fanno immaginare che durante la mia assenza ci sia stato molto di più della scoperta di un tradimento.

Mio padre non risponde a Shannon, ma guarda me. «Tesoro, ti hanno fatto del male?»

Scuoto la testa. «A parte psicologicamente, si intende. Questa storia mi sta stressando a più non posso».

«Hai aperto la cassaforte?»

«No».

«Bene. Molto bene».

«Papà, nascondi qualcosa di pericoloso lì dentro? Perché i rapinatori vogliono aprirla a tutti i costi?»

«Nulla di pericoloso, bambina», mi rassicura con un sorriso dolce. Io credo a mio padre, solo... a volte ho l'impressione che nasconda più di quanto non voglia ammettere.

«Dovresti aprirla e basta, Harry», si intromette di nuovo Shannon. «Ho una vita da vivere, una conferenza stampa da organizzare. Il mio tempo è prezioso, cazzo! Devo fatturare, non posso restarmene qui a guardare il muro».

«Allora non saresti dovuta venire, immagino», le risponde pacato, papà.

Questo innervosisce ancora di più Shannon. «Pensavo che tua moglie avesse avuto un crollo emotivo che l'avesse spinta ad annullare il gala. Cosa avrei dovuto fare? Restarmene lì in ufficio e dire "Certo, Emily, non c'è problema, annulliamo subito un evento a cui sto lavorando da più di sette mesi". Sei pazzo?!»

«La fai sempre così esagerata... Alla fine è solo una festicciola».

Definire il gala di Shannon una "festicciola" è la via più veloce per finire nel suo libro nero. E dallo sguardo tagliente che gli sta lanciando immagino che papà si sia appena conquistato il posto d'onore.

Il silenzio ha ripreso a troneggiare nella sala e Dick si distrae qualche volta dal suo cellulare per lanciarci un'occhiata storta.

Ci guardiamo tutti con occhi sbarrati quando un Dlin Dlon rimbomba nelle pareti di casa.

Il mio cuore prende a galoppare veloce, forse abbiamo ancora una possibilità.

Dick sposta lo sguardo dalla porta a noi, poi con cautela si alza.

Il campanello suona di nuovo.

Natalie si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi. «Amber, sono sicura che è Peter. Avrà finito prima il lavoro e sarà corso qui. È il nostro salvatore!»

Dopo averci intimato di non fiatare, Dick cammina in direzione della porta d'ingresso. Da qui non si riesce a vedere nulla, ma possiamo sentire, quindi metto in allerta il mio senso uditivo e cerco di allungarmi verso la porta, non badando agli inutili lamenti di Natalie perché le schiaccio quello o quell'altro.

«Amber, non si sente niente, smettila, mi fai male ai polsi».

«Se stai zitta, ci provo». È vero, non si sente un granché... «Tu non senti niente?»

«Mi pare di aver capito la parola "pacco", ma potrei essermi sbagliata».

Pacco...?

Poi mi illumino. «Ma sì! Il mio calendario dell'avvento di Kylie Jenner!». Doveva arrivare oggi! «Postino! Entri! Sono qui, non porti via il mio pacco!», urlo a tutta gola, scatenando contro di me occhiatacce da tutta la famiglia.

«Perfetto», dice Shannon, «adesso pure il corriere resterà imprigionato qui dentro. Giusto quello che ci mancava».

«Aspetto quel pacco da quasi un mese. Non posso rischiare che torni indietro».

Mentre noi discutiamo sul fatto che io abbia messo in pericolo un'altra persona, Dick torna in salotto trascinando per i piedi un ragazzo in divisa da corriere privo di sensi.

«Oh mio Dio!», esclamo sconvolta. «Cosa hai fatto al fattorino?»

Dick lo sistema in un angolo e gli lega le mani. «Calmatevi, è solo un po' di cloroformio. Si sveglierà presto», ci fa sapere con un sorrisetto maligno.

«E il mio pacco?», mi informo ancora più preoccupata. «Dov'è il mio pacco?»

«Amber, sul serio?», mi rimprovera mia sorella. «Ti sembra questa la cosa importante in questo momento? Una persona è svenuta».

«Sì, ma hai sentito Dick, si sveglierà».

«Non posso credere che tu dia più importanza a uno stupido pacco che a un uomo».

«Tesoro, Kylie Jenner, ti dice qualcosa?»

«Zitte!» ci riprende Dick che è tornato a sedersi davanti a tutti noi per vigilarci.

«Scusi, signor Dick», dice mia madre, «come dormiremo per la notte?»

«Così come siete», scrolla le spalle disinteressato lui.

Un brivido freddo mi percorre la schiena e dalle facce che vedo sembra che agli altri succeda lo stesso.

«Non sarebbe possibile avere, non so... qualche materasso? E un cuscino, magari».

«Signora Henderson, è stata una lunga giornata», comincia Dick alzandosi e andandole incontro. «Siamo tutti stanchi. Suo marito non vuole aprire la cassaforte e mio fratello Steve è costretto a prenderla a martellate finché non si apre. Crede che io avessi intenzione di passare la notte qui? Ecco. Quindi chiuda gli occhi e la smetta di crearmi problemi».

«Ma...», mia madre pare rimasta a corto di parole. Poi, girandosi a malapena verso mio padre, commenta «È tutta colpa tua, Harry. Se avessi aperto quella dannata cassaforte subito se ne sarebbero già andati».

Papà non le risponde e il silenzio riprende solenne nella stanza. Abbiamo tutti il volto preoccupato. Probabilmente nessuno pensava che questa rapina potesse durare così tanto. Ma finché papà non apre quella cassaforte o finché qualcuno di noi non riesce a chiamare aiuto, non ci resta che attendere.

Alla fine, quando Dick spegne le luci lasciandone qualcuna meno luminosa accesa, chiudo gli occhi e provo a dormire. E inaspettatamente ci riesco, cado in un pesante sonno. 

Natale sotto sequestroWhere stories live. Discover now