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«Josh devo andare all'università» dico mentre mi infilo velocemente le scarpe de tennis.
«Si okay, se vuoi ti accompagno.»
È in mutande con il caffè in una mano e una brioche confezionata nell'altra.
«Amore grazie ma mi fai un po' pena» scappo fuori e corro giù per le scale senza aspettare nemmeno l'arrivo dell'ascensore.

«Kelly! Come stai tesoro?» la mia vicina di casa, la signora Moore mi viene incontro, non mi saluta mai così.
«Salve signora Moore, io bene lei?»
«Bene bene non c'è male dai, ascolta volevo chiederti un favore» ecco
«Sai io e mio marito non ci prendiamo mai una serata per noi due a causa di mio figlio, tu potresti tenerlo per circa quattro ore? Dalle otto a mezzanotte? Sai chiedo a te perché mio figlio non si fida degli sconosciuti, come gli ho insegnato, e io preferirei se venissi tu.» mi fa un sorriso grazioso e si sistema la pelliccia nera «Beh ecco...» tira fuori dalla borsa una penna e un blocchetto, scrive il numero e me lo passa «Fammi sapere se puoi e la tua tariffa entro mezzogiorno, grazie»
«Ehm si certo» se ne va ondeggiando come al solito.
La babysitter? Non lo ho mai fatto e sinceramente non mi inspira molto l'idea. Ibambini non mi stanno particolarmente simpatici e poi ora c'è Josh.
Inizio a pensare mentre mi incammino verso la fermata dell'autobus.
I signori Moore non hanno problemi economici e di nessuno altro tipo e probabilmente potrei farmi pagare molto.
Vengo distratta dai miei pensieri dal cellulare che vibra: 'Brooke'
Cazzo non gli ho detto di Josh, scorro il dito e rispondo alla chiamata.
«Kelly! Finalmente come va?» che allegra «Ehi tutto bene tu? Ascolta ho incontrato Josh...» gli racconto tutto ciò che è successo, lei non proferisce parola fino a quando non finisco.
«Kelly tu hai ricominciato da capo cazzo! Mi hai abbandonata! Sei fuggita come una matta e questo te lo ho permesso ma non manderai tutto a puttane solo perché sei in un momento di debolezza e lui ti ha fatto gli occhi dolci!» urla come una pazza e mi spaventa; lei è sempre molto controllata.
«Kelly non farti questo!»
«Grazie per l'appoggio davvero! Sei una stronza»
«Stai scherzando? Madonna quando farà il figlio di puttana o qualcosa del genere non correre da me! Ti avevo avvisato e mi hai dato della stronza! Bene non farti più sentire» mi chiude il telefono in faccia, provo a richiamarla ma da occupato.
Cazzo...cazzo...cazzo.
Inizia a piovere, ancora. E dato che sono in ritardo inizio a correre per arrivare alla fermata dell'autobus.
Naturalmente una giornata iniziata male è destinata a peggiorare.

«Mmm...Signorina?»
«Anderson, Kelly Anderson»
«Signorina Anderson, una delle cose che non tollero è chi arriva in ritardo! Se è troppo stanca o occupata non si presenti proprio. È ora si sieda» mi rimprovera la professoressa; ad occhi bassi raggiungo gli ultimi posti e mi siedo vicino ad una ragazza bionda, aspetta l'ho già vista!
«Kelly ciao! Sono Mackenzie Roberts ci siamo conosciute il primo giorno»
Sorrido alla ragazza vestita in modo molto appariscente.
«Ehi certo, ciao come stai?»
«Bene dai...sono stufa morta, dovrei smetterla di andare alle feste e bere tanto da non smaltire la sbornia per due giorni...» si lamenta giocando con la matita.
Per il resto della lezione cerco di ascoltare mentre la mia compagna gioca con il cellulare, si fa foto, controlla tutti i social e infine si addormenta anche, perché scegliere giurisprudenza se ti fa tanto schifo?
«Ehi è finita le lezione» dico alzandomi e colpendola leggermente al braccio.
Lei alza di scatto la testa brontolando qualcosa poi mi fissa si guarda in torno e sbuffa
«Ehi ti va un caffè?» le chiedo
«Si volentieri» mi sorride contenta ed improvvisamente sveglia, ed insieme ci dirigiamo nella caffetteria del campus che come sempre è super affollata.
«Come mai giurisprudenza? Non mi sembravi particolarmente interessata»
Si mette a ridere di gusto «Ahahahahah già...mio padre, mi ha praticamente obbligata. È pure molto deluso perché lui sperava che frequentassi Yale o non so cosa invece sono qui» scuoto la testa
«Cambia facoltà no?»
«Magari! Mio padre è convinto che io non debba fare altro nella vita se non l'avvocato. Tu invece perché? Mi sembri più motivata»
«Si beh a dire il vero sono qui perché lo voglio io e basta. Mi piacerebbe fare l'avvocato penalista.»
«Un caffè doppio tu?»
«Anche io»
Prendiamo i nostri caffè e senza accorgercene ci dirigiamo fuori dall'università.
«Tu dove abiti mi chiede?»
«Eh a circa un quarto d'ora da qui, tu?»
«A dieci minuti, ma non voglio andare a casa. Vivo ancora coi miei»
«Ahahah ti va di venire da me? Vivo da sola»
«Assolutamente, grazie mille!» mi sorride contenta ed insieme andiamo a casa mia. Cercando le chiavi in borsa trovo anche il numero della mia vicina, non so che fare per stasera.
«Oh ho una mia vicina che mi ha chiesto di fare la babysitter a suo figlio stasera, che faccio accetto?» le scoppia in una fragorosa risata
«Odio profondo per i bambini! Ma se sei a corto di soldi vai»
Quando apro la porta di casa c'è Josh in mutante che dorme a pancia in giù sul divano.
«Oddio!»
«Ah lui è...» sono indecisa su cosa dire «È il mio fidanzato» gli fisso la schiena tatuata e lo copro con una coperta.
Io e Mackenzie saliamo al secondo piano e ci mettiamo a chiacchierare.
Lei è nata a Seattle, non è fidanzata ed è la tipica ragazza perfetta America ma è simpaticissima.
«Kelly posso entrare, stai parlando da sola?» Josh bussa alla porta della mia camera.
«Ehi» guarda me e poi la ragazza bionda e poi di nuovo me.
«Kelly, non mi sento molto bene oggi... credo che mi metterò a dormire in camera degli ospiti, se sta sera esci dimmelo» esce dalla stanza sussultando.
«ah, sbronzo anche lui?» la guardo seria «Noi ieri non abbiamo bevuto» storce la testa
«Oh cazzo» mi precipito giù dalle scale e lo trovo vomitare con la testa dentro il water; merda.

<<mine story>>

Per sempre, scusa IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora