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Le mie dita continuano a tamburellare sul tavolino del bar dell'aeroporto.
L'aroma pungente del caffè mi invade le narici.
Guardo l'ora; cinque e mezzo.
L'aereo di Brooke dovrebbe atterrare tra poco.
Non ci sono molte persone al bar, solo qualche uomo d'affari che beve velocemente la sua bevanda e qualche ragazzo straniero con lo zaino in spalla e un sorriso troppo eccitato.
Bevo un sorso del mio caffè e continuo ad osservare quel ambiente a me sconosciuto; ho preso l'aereo solo due volte per raggiungere mia madre a Natale e l'idea di volare mi piace.
Una donna con lo sguardo stanco passa a pulire il pavimento e un bambino corre in giro con le braccia aperte facendo finta di volare.
In quella apparente calma una voce riecheggia negli altoparlanti avvertendo che il volo da Londra atterrerà con dieci minuti di ritardo.
Sbuffo e scrivo un messaggio a Mackenzie che mi ha prestato l'auto
<Scusa sono in ritardo, scusa davvero>
<Ehi non ti preoccupare, mia madre vuole che studi non mi lascerebbe comunque uscire>
Rimetto in tasca il telefono ed inizio a giocherellare nervosa con le chiavi della macchina.
Chissà cosa sta facendo ora Josh. Dove ha dormito? Cosa ha mangiato? È tornato a San Diego? No, questo non penso. Troppe domande.
Non posso credere che la mia partenza l'abbia indotto all'uso di droghe, cazzo.
«Kelly!» una voce allegra risuona dietro di me e mi alzo di scatto per correre ad abbracciare la mia migliore amica.
Non la vedo da due anni, e anche se ci sentiamo tutti e giorni e parliamo su Skype, poterla abbracciare mi fa piangere.
«Oddio quanto mi sei mancata» si stacca dall'abbraccio e mi squadra da capo a piedi con gli occhi bagnati dalle lacrime e io faccio lo stesso con lei.
Ha i capelli scuri legati in una coda e gli occhi cerchiati da matita nera.
Ha indosso una camicetta bianca e dei jeans.
«Dio sei cambiata un sacco biondina» sorrido a quel nomignolo che mi ha dato quando eravamo piccole.
«Ma quanto resti?» dico facendo un segno alle due enormi valige dietro di lei.
La vedo indugiare e mordersi il labbro
«Ehm boh due o tre settimane?»
«Non hai l'università?»
«Mmm...si...» spalanco gli occhi
«Brooke che diavolo non puoi saltare due settimane!»
«Perché no?» Dice alzando le spalle
«Ah dio sei a Londra a fare il medicina al primo anno e non credo ti aiuti molto andartene quando devi ancora iniziare!»
«Ok ne parliamo dopo, ora aiutami a mettere le valige in auto.
Come va il corso propedeutico a giurisprudenza?»
«Tutto bene»
Trasciniamo i borsoni fino alla Mercedes bianca e mentre la apro vedo la mia amica spalancare al bocca
«Kelly non vorrei essere maleducata, ma che lavoro fai?»
«Ahahahaha tranquilla non è mia, è della mia nuova amica, frequentiamo gli stessi corsi»
«Ah non hai la macchina?» La jeep bianca decappottabile era rimasta a San Diego e mia madre l'aveva venduta per pagare la sua amica che mi ospitava mentre andavo al liceo.
«No, ma devo provvedere lo so»
Carichiamo i bagagli e mi dirigo a tutta velocità in autostrada per tornare in città.
«Ahhn quanto corri»
«Smettila di fare la frignona» dico facendole l'occhiolino.
Sorpasso tutti andando a 99 MPH e passando da una corsia l'altra.
Amo correre in auto anche se non ne ho spesso la possibilità.
Un brivido mi risale la spina dorsale e stingendo il volante sfioro i 111.8 MPH.
«Rallenta idiota!» sorrido e non accenno a rallentare fino all'uscita della super strada.
Mi piace quest'auto sa spingersi oltre.
Freno bruscamente davanti a casa di Mackanzie e suono il campanello.
«Kelly scendo subito» mi appoggio al muretto mentre la mia migliore amica scuote la testa e mi fissa confusa.
«Sembri...diversa» dice in fine
«Sono diversa»

«Ehi eccomi» i capelli platino di Mackenzie mi si pararono davanti assieme al suo solito sorriso perfetto.
«Ehi, piacere io sono Mackenzie» tende educatamente la mano a Brooke che rispose alla stretta «Brooke» sorride; Mackenzie le piace già.
«Non prestare più a Kelly la tua auto» dice in fine ridendo.
«Kelly? Cosa hai fatto?» il suo sguardo spaventato guizza sulla Mercedes.
«Cosa? Non ho fatto niente!» alzo le mani
«Ti piace è?» annuisco al suo sorriso ammiccante
«Si so che Brooke ama correre...oggi per andare all'università ha praticamente preso tutti rossi e due multe per la velocità»
«Cosa? Oddio, quanto ti devo?»
«Niente, ti sei divertita va bene così. Ora vai, qualsiasi cosa mi chiami ok? Io torno a fare latino» dice sbuffando.
La abbraccio e non provo nemmeno a parlare dei soldi per le multe sapendo che non avrebbe ceduto.
«Ti devo una cena» le stringo la mano e chiamo un taxi mentre lei entra nel garage sotterraneo dopo aver salutato Brooke.
«Ok, mi sta simpatica» dice in fine.

Giro la chiave per entrare nell'appartamento e stringo la mano per impedirmi di urlare e uscire correndo da lì.
Brooke si accorge della mia tensione e mi stringe in un abbraccio che non accennava a terminare, dio se mi era mancata.
«Ok, metto su qualcosa, tu sistema pure tutto nella camera degli ospiti, seconda porta a destra» gli indico la stanza e mi dirigo in cucina per mettere su dell'acqua per la pasta.
Brooke mi raggiunse con addosso la felpa della sua università e dei pantaloni della tuta.
«Ok, dai racconta» Mi esorta.
«Cosa c'è da dire?»
«Oltre che il 'tuo nemico del passato' è tornato e questa volta in versione cocainomane? Boh dimmi tu!» di solito Brooke non perde mai il controllo, troppo ben educata.
«Non so dove sia, credo che ancora a Seattle ma non saprei dire» annuisce e io apro il frigo per tirare fuori una bottiglia di vino bianco che mi era stata regalata dal mio patrigno per il compleanno, la stappo e ne verso abbondantemente nei due calici.
Predo il mio facendo girare leggermente e prendo un sorso generoso.
Brooke mi guarda pensierosa mentre tiene in mano il suo.
«Tu hai sentito più qualcuno di lì?» chiedo
«Si, ma nessuno mi aveva avvertito del casino! O lo troviamo o tu cambi appartamento»
«Cosa? No non serve, mi chiuderò dentro sempre e poi boh andrò ogni tanto da Mackenzie...»
Scuote il capo e mi guarda come se non capissi
«Kelly, non è sbronzo per una sera, non è un adolescente eccitato, è un cocainomane con tendenza ad alzare le mani quindi...»
«Come fai a sapere che è violento?»
«Tutti i drogati lo sono» afferma come se la sapesse lunga e abbassa la testa. Merda.
«Parla Brooke, voglio essere io la brava amica ora. Dimmi» in quel momento scoppia a piangere facendo cadere il bicchiere.
Si accascia a terra con le lacrime che le rigano le guance.
La aiuto ad alzarsi ed evitando i frammenti di vetro la porto sul divano accarezzandole la guancia.
«Brooke, mi stai facendo morire di paura. Cos'è successo?»
Tira sul col naso un paio di volte ed infine apre la bocca.
«È successo circa due mesi fa...ero arrivata a Londra da due settimane...» continua a a singhiozzare in modo straziante facendomi contorcere lo stomaco
«La mia coinquilina mi obbligò ad andare in una festa di metà estate con un casino di gente...la maggior parte dei suoi amici fumavano erba ma due di loro si erano spinti alla cocaina e andavano in giro facendo provare a tutti» un brivido mi percorre tutto il corpo e chiudo gli occhi. Io non c'ero stata per lei. Lei per me si, come sempre.
«Avevo bevuto e uno di questi mi ha portato in una delle camere che c'erano a disposizione...beh voleva...» le tramano le mani e la voce.
«Beh ha cercato di stuprarmi ma sono riuscita ad allontanarlo. Ha iniziato a picchiarmi»
Stringo i denti mentre lei si alza per togliersi la felpa e mostrandomi la schiena piena di cicatrici.
«Cazzo» dico a denti stretti.
«Ero troppo ubriaca per ricordarmi la faccia, però ho cambiato casa e niente...» mi alzo ad abbracciarla.
Tenendole la mano poco dopo si addormenta sul divano mentre io la guardo dormire.
Non mi ha detto niente per mesi.

Mi sveglio nel cuore della notte. Accendo lo schermo del Mac. Sono le tre e mezzo.
Devo comprarmi un auto, non so perché lo sto facendo a quest'ora ma ne ho bisogno.
Dopo un'ora di ricerca opto per una BMW M4.
La voglio, è bella anche se costa molto domani scriverò a Eric se mi fa un bonifico. Cerco il concessionario più vicino ed invio un email di richiesta.
La casa è silenziosa e dopo la mia improvvisa voglia di auto non riesco a dormire.
Possibile che non c'è mai niente che vada bene nella mia vita?

<<mine story>>

Per sempre, scusa IIWhere stories live. Discover now