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Il profumo del caffè aleggia nell'aria della camera da letto a me sconosciuta.
La testa mi rimbomba e come ogni volta giuro che non mi prenderò più una sbronza e come sempre puntualmente mi smentirò.
Sollevo la testa dal cuscino e affianco al letto, sul comodino, ci sono: una tazza fumante di nettare degli Dei nero, una brioche, due analgesici e un biglietto.
Afferro la tazza e butto velocemente giù le pastiglie pregando dio che facciano effetto, poi mangiucchiando la colazione apro il biglietto; con una calligrafia elegante ma frettolosa c'è scritto: Buongiorno Principessa, spero che la sbronza non stia creando troppi problemi (anche se ne dubito). Sarò a casa per pranzo e spero di trovarti lì. Jacob.
Sorrido e mi annoto sul cellulare il suo numero di telefono scritto a lato.
Mi alzo e mi dirigo in cucina.
La casa trasuda vigore e sicurezza come il proprietario e i vari mobili di design mi fanno subito capire che la famiglia Emerson non se la passa male.
In segreteria telefonica trovo due messaggi, entrambi di Brooke.
"Ciao Kelly, sono a casa di Mackenzie. Sto abbastanza di merda ma se vuoi stare fuori per pranzo non ci sono problemi tanto noi non ci alzeremo dal letto...ci sentiamo dopo"
Il secondo è più recente "Ultima cosa...Mackenzie non deve più prendere una sbronza, hahaha..." infilo il telefono in tasca e vado alla ricerca di una maglietta che non puzzi di birra.
Cinque minuti dopo esco dalla camera vestita da capo a piedi con la roba di Jacob.
Mi accoccolo sul divano e aspetto l'effetto delle pastiglie.
«Principessa...» un'immagine sfuocata mi si para davanti e la testa sembra sul punto d'esplodere.
«Ehi» rispondo con la bocca impastata dal sonno.
«Vedo che hai preso i miei vestiti...ti stanno molto bene» mi fa un sorrisetto malizioso
«Ho il pranzo» solleva un sacchetto e lo porta in cucina mentre io cerco di alzarmi in piedi.
«Che cosa hai preso?»
«Non so cosa ti piace...quindi ho sushi, cibo italiano, e hamburger...»
Spalanco gli occhi «Wow, beh passami il sushi.» ci accomodiamo sugli sgabelli del suo bancone ed iniziamo a mangiare.
«Fai spesso il salvatore di ragazze ubriache?» chiedo mangiando un rotolino di riso e tonno.
«No, sinceramente è la prima volta. Di solito sono io quello che ha bisogno di essere salvato.» annuisco
«Allora perché lo hai fatto?»
«Come ti ho detto ieri, mi piaci»
«Non mi conosci, Jacob»
«Può darsi. Ma stanne cerca che il mio obbiettivo è farlo.» tamburella con il dito sul bancone e sorseggia il suo calice di vino.
«Mmm...»
«Sei qui con i tuoi?»
«Eh no mia madre è con suo marito da qualche parte» abbasso la testa «Mio padre, se si può definire così, non l'ho mai visto.»
«Mi dispiace, non credevo. I miei sono ancora a San Diego ma non li vedo spesso; evito di tornare a casa anche se mi manca mia madre» giocherella con la forchetta sulla pasta «È sempre stata vittima di quell'uomo.»
«Mi dispiace» appoggio la mano sulla sua e lui con uno scatto veloce fa in modo che si stringano.
«Ho visto Josh l'altro giorno...in un bar ed era messo male» scatto la testa nella sua direzione ma mi stringe la mano più forte.
«Kelly dimenticalo. Non ti merita e se anche ti ama il suo modo per dimostrartelo fa schifo. Meriti di essere trattata come una principessa davvero e sinceramente tutti quelli che pensano di avere dei problemi e li fanno pesare sugli altri hanno qualcosa che non va, cazzo» i suoi occhi non smettono di fissare i miei «Non ti amo Kelly, non ancora ma se mi permetti vorrei conoscerti.» rimango con la bocca serrata e gli occhi sbarrati
«So molto su di te anche a causa sua ma voglio provarci con te. Non deve essere sempre così difficile»
Il mio istinto mi dice di scappare come l'ultima volta che qualcuno aveva provato interesse per me. Ma la sua mano me lo impedisce.
Dimenticalo, dimenticalo, dimenticalo.
Lo puoi fare Kelly. Mi sporgo in avanti e con tutte le mie forze sussurro «Proviamoci»
E appena lo bacio la sua bocca si avventa sulla mia non lasciandomi via di scampo.
La sua lingua schiuse la mia bocca ed inizia a ballare con la mia.
Sa di vino e menta, il bacio innocente cambia radicalmente quando i suoi denti mordicchiarono il mio labbro inferiore.
Ho le braccia agganciate dietro il suo collo e sento le sue mani sui miei fianchi.
«Beh questo è un inizio» sussurra sulla mia bocca. Dopo avermi rubato il respiro altri cinque minuti si stacca e mi posa sul suo raffinato divano grigio.
«Preferisci dormire o vuoi andare a casa?» i suoi occhi color oceano mi stanno silenziosamente implorando
«Resto. Solo aspetta che lo dico a Brooke» fa un sorriso bellissimo e dopo avermi dato un bacio sulla fronte torna a sistemare in cucina.
Compongo il numero ed aspetto «Ohi, come stai?»
«Io bene, Mackenzie non molto...continua a vomitare e a casa non ha medicine che voglia prendere»
Sbuffo «Cazzo prova con gli analgesici»
«Ok ora vedo. Come va con Jacob?»
«Aspetta, è vero voi vi conoscevate da San Diego! Ma perché io non lo avevo mai visto?»
«Perché eri troppo impegnata ad avere occhi solo per Josh» pronuncia il suo nome con disprezzo
«Beh va tutto bene, c'è molto bene. Lui è fantastico e sai sento che è quello giusto.»
«Davvero? Grazie a dio! sta sera ti voglio a casa devo parlarti e poi hai l'università»
«Va bene mamma» Rido «Sisi, 'fanculo» chiude la conversazione e torno in cucina dove Jacob mi aspetta. Appena mi vede sorride e mi porta in camera sua facendomi stendere sul suo enorme letto. Rimaniamocosì; lui che mi abbraccia da dietro e mi accarezza il braccio finché non mi addormento, di nuovo.

Fuori fa freddo così Jacob ha insistito per portarmi fino a casa in macchina.
Appena busso la porta Brooke viene ad aprire mentre sul divano, con in mano un calice di vino, è seduta Mackenzie perfetta come al solito, come se non avesse vomitato tutta la mattina.
«Sera ragazze»
«Kelly sto vino è pazzesco chi te lo ha portato?»
«Il mio patrigno...sicura che tu possa bere?»
«Si, è solo un bicchiere» sventola la mano con fare teatrale
«Ieri sera ho conosciuto un tipo...Ahh che bello!» Brooke ride e scuote la testa
«Il problema è che non è assolutamente il tipo di persone che i mie vorrebbero che portassi a casa. Ha i tatuaggi, molti, e i piercing...ma frequenta chimica all'università!»
La guardo con la bocca aperta, cosa che faccio spesso ultimamente.
La casa bianca ed immacolata di Mackenzie e i suoi genitori raffinati non sono sicuramente propensi per una persona così.
«Si chiama?» chiedo accettando il bicchiere di Brooke che guarda divertita la scena
«Kyle Barnes...è bello e dannato» gli occhi a forma di cuore di Mackenzie restarono fino a quando Brooke parla «Allora, torno a Londra» sono felice per lei ma la parte egoista di me si dispera. «Dura solo un anno e devo finire quello che ho iniziato. Verrò giù spesso Kelly quindi preparati. Ed infine parto domani sera...mi dispiace ma non avevo altri giorni» annuisco e corro ad abbracciarla «Un anno non è tanto e ci sentiremo sempre» mi abbraccia e come niente fosse parliamo di Jacob e dell'università tutta la sera.

Come previsto il giorno dopo non sono contenta di svegliarmi, un incubo e avere lì Mackenzie con la macchina rende tutto più semplice.
Le ore all'università passano veloci e tra un caffè e l'altro è ora di accompagnare Brooke all'aeroporto. Mackenzie la saluta promettendole di aggiornarla su Kyle e si dirige fuori per lasciarci privacy.
Gli occhi verde smeraldo di Brooke incontrarono i miei azzurri pieni di lacrime «Mi mancherai da morire» «Solo un anno» «Un anno» la abbraccio forte come per impedirle di partire «Fai la brava dottoressa» ridacchio «Anche tu avvocatessa dei miei stivali» mi da un bacio sulla guancia e la guardo avviarsi verso il Check-in senza sapere che questa è l'ultima volta che vedo la mia migliore amica, mia sorella, una parte di me.

<<mine story>>

Per sempre, scusa IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora