𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 6

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Sono sveglia da due ore ormai. Dopo essere crollata tra le braccia di mio padre, mi ha portata nella mia stanza. E adesso non riesco ad alzarmi dal letto, continuo a pensare a cosa succederà dopo essere uscita da quella porta.

Hanno visto il mio crollo. Hanno sentito tutto quanto. Cosa penseranno adesso? Mi faranno domande a cui non sono pronta a rispondere.
Adesso sanno ogni cosa. Tutto sarà diverso, lo so.

E lui è morto adesso. L'ho ucciso io. Ma non sento niente di diverso. Lo stesso dolore che sentivo prima, lo stesso vuoto c'è ancora.

Qualcuno bussa alla porta e interrompe i miei pensieri <Iris sei sveglia? Sono arrivati i tuoi amici.> urla mia madre da dietro la porta per farsi sentire. I ragazzi sono qui, me ne ero totalmente dimenticata che sarebbero arrivati stasera. <Arrivo.>

Faccio un respiro profondo e mi dirigo al bagno. Il mio riflesso mostra me stessa ma distrutta, forse più di prima. Occhi gonfi e rossi. Labbro spaccato e taglio nello zigomo.

Ottimo, adesso dovrò raccontare tutto ai ragazzi. Leon, Ruby e Igor sono gli unici a cui ho raccontato di lui.
Mi do una sciacquata alla faccia, ed esco dalla stanza.

Mentre scendo le scale sento già la voce di Leon che parla con Ruby.

Il primo ad accorgersi di me è Igor, che si acciglia subito appena i suoi occhi si posano su di me. E subito da una gomitata allo stomaco di Leon che si piega e lo maledice ma dopo alza lo sguardo e mi vede.

Ma la prima ad avvicinarsi è Ruby. Mi squadra lentamente, dai piedi e sale con lo sguardo fino hai miei occhi e dopo qualche secondo, mi abbraccia.

<Non hai idea di quanto tu mi sia mancata.> mi sussurra all'orecchio, e si unisce al nostro abbraccio anche Leon. Il solito, interrompere i nostri momenti.

<Sei mancata tantissimo anche a me. E ad Igor. Non la smetteva più di chiedere quando saresti tornata> dice Leon ricevendo un'occhiataccia da Igor, e subito si nasconde dietro di me.

<Anche tu mi sei mancato nezhnyy gigant.> gli rubo un sorriso. <Oddio, dobbiamo scriverlo su qualche calendario, Igor il brontolone ha sorriso.> Leon comincia a urlare ai venti, se non la smette, Igor lo picchierà.

<Va bene, smettila. Non ti difenderò.> si mette la mano al petto e fa segno di delusione <che delusione che sei Iris, dico davvero.> dice causando le risate dei presenti.

Mi giro e mi rendo conto che anche la mia famiglia è qui. Non me ne ero neanche accorta. Se continuo a fare la disinvolta, forse non penseranno all'accaduto e torneremo tutti alla vita di sempre.

<Kto sdelal eto s toboy?> "chi ti ha fatto questo?" dice Igor.

<My pogovorim ob etom pozzhe.> "ne parliamo più tardi" non sembra d'accordo.

<Nadeyus', drugomu khuzhe.> "Spero che sia peggio per qualcun altro." dice serio.

<Si.> concludo la nostra conversazione così, perché ho notato le occhiate da tutti quanti.

<parli russo adesso?> mi chiede mio fratello Julian.

<Vi presento Igor, lui conosce la nostra lingua, abbastanza bene ma odia la gente. Perciò mi ha insegnato il russo per parlare con me e per evitare che altri si impiccino nelle nostre conversazioni.>

<Oh, quindi non comunicherà con noi finché sarà qua?> chiede mio padre.

<Signore, io sono Igor Volkov. Se avete qualcosa da chiedere vi risponderò. Ma in genere odio parlare con la gente.> wow, in genere avrebbe fatto silenzio.

𝑹𝒆𝒔𝒊𝒍𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆Where stories live. Discover now