𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 15

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ALEXANDER:

Non mi arrenderò.

Glielo chiederò ogni giorno.

Non so neanche perché insisto così tanto. Mi sento così protettivo nei suoi confronti, anche se non la conosco così bene. Vorrei che accettasse di parlare con me, di aprirsi e raccontarmi cosa le passa per la testa o di come sta il suo cuore.

Vorrei poter prendere il suo dolore e farlo mio se questo significhi vederla sorridere.

Lei pensa che se si mostra dura e indifferente non si vede che sta male. Ma io lo vedo. Lo vedo dai suoi occhi.

Quei fottuti occhi che adoro guardare.

Cosa rende una persona attraente?

Gli occhi cazzo, gli occhi.

Non importa il colore, se una persona sa usarli, beh sei finito.
E lei sa usarli come una fata ammaliatrice.

Siamo tornati a casa da due ore ormai e lei non si è vista. Dopo essere entrati dalla porta, è salita e si è rintanata nella sua stanza.

E sento una strana sensazione di vuoto. Vorrei vederla e sapere se sta bene.

Sembrava piuttosto turbata dopo aver parlato con Igor in palestra.

Quando non vogliono far sapere cosa si dicono tra loro, parlano in russo. Ed io non ci ho capito nulla.

<Andiamo a fare una passeggiata? vorrei parlarti.> mi chiede Daisy.

<Certo.> e usciamo insieme nel giardino di questa enorme villa.

Camminiamo un po' e lei si siede vicino ad un albero e mi batte la mano nel prato vicino a lei, segno che vuole che mi sieda vicino a lei.

Mi siedo e lei poggia la testa nella mia spalla.
<Che ti succede Alex?> mi chiede.

<Non so di che parli.>

<Smettila, so che c'è qualcosa che non va.>

<Non c'è niente che non vada, solo non capisco.>

<Cosa non capisci?>mi chiede.

<Ho qualcosa che non va?>

<Cosa?>

<Perché non accetta di uscire con me? Ho forse qualcosa che non va?> gli chiedo.

Lei scoppia in una risata <Wow, questo era da immortalare.>

<Cosa hai da ridere?>

<Davvero Alexander Wolf mi sta chiedendo se c'è qualcosa che non vada in lui se una ragazza lo rifiuta?>

<Beh si, cosa c'è di strano?>

<Cosa c'è di strano? Non ti sei mai fatto questi complessi.> mi dice.

<Non me li sono mai fatti perché mai nessuno mi ha rifiutato.>

𝑹𝒆𝒔𝒊𝒍𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆Where stories live. Discover now