𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 10

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Una settimana dopo.

<Andiamo, sei sempre in ritardo. Perderemo l'aereo.> mi urla Leon.

Stiamo tornando a Los Angeles.

Visto che manca meno di un mese a San Valentino, e ci sarà l'apertura del mio nuovo locale, il "Black Swan".

Devo tornare e assicurarmi che sia tutto giusto e a posto. Controllare alcuni curriculum e assumere un bel po' di camerieri e baristi.

<Si arrivo.> dopo aver salutato la mia famiglia e i Wolf che ormai risiedono alla Maison Reed, esco da casa e saliamo nel taxi.

I saluti sono stati strani, e un po' imbarazzanti. Pensare che tra meno di un mese verranno a Los Angeles, e saranno ospiti a casa mia tutti quanti, compresi i Wolf.

Ormai sono pacchetto completo.

Venti minuti dopo, arriviamo all'aeroporto. Ruby si occupa di tutto e noi restiamo seduti nella sala d'attesa.

Igor sembra felice di tornare a casa. Sarà stato terribile per lui lasciare Los Angeles per venire fino a New York. Lasciare la palestra.

Anche se l'ha fatto per vedermi, so che per lui è stato terribile.

La cosa che lo preoccupa di più è aver lasciato Ben a dirigerla.

Igor odia Ben, ma è un bravo personal trainer e da quando l'ho assunto è sempre pieno di lavoro, si occupa di tutto.

Ben dall'altra parte adora Igor. Ben è proprio come Leon, sempre sorridente e allegro. Non capisco come faccia.

Igor è molto più serio. Sono come il sole e la luna, per questo non sembrano trovare un punto di incontro su cui andare d'accordo.

Ruby torna e ci dirigiamo a fare il check-in e ci fanno imbarcare.

Dopo 5 ore di aereo, sono le 15:00 e siamo finalmente arrivati nella mia amata Los Angeles.

Ognuno di noi si divide, Ruby e Leon vanno nei loro appartamenti, mentre Igor va dritto in palestra. Ed io me ne andrò a casa mia, a farmi un bagno di almeno 7 ore.

Fermo un taxi e gli dico la via. Dopo dieci minuti mi squilla il telefono. Numero sconosciuto.

<pronto?> e appena sento la sua voce, mi ritrovo a sorridere <Kon'nichiwa, watashi no chīsana doragondesu.> "ciao mio piccolo drago" è il signor Nakayama. Chiacchieriamo un po' e mi dice

<1-Kagetsu inai ni o ai shimashou. Shūnin-shiki nite.> "ci vediamo tra meno di un mese. All'inaugurazione" e mi saluta.

Quindi verrà. Non l'ha dimenticato.

La mia giornata è migliorata decisamente.

Arrivo davanti al cancello di casa mia, pago il taxi e apro il cancello.

Lucy mi accoglie subito con un sorriso a trentadue denti. La adoro.

E' una mamma orsa che si prende cura di me. <Piccola mia sei tornata> e mi abbraccia. <Ti ho preparo la tua torta preferita, quella al cioccolato, Killer è a fare la sua toelettatura con Jake e c'è un bagno caldo di sopra che ti aspetta.> le piace viziarmi.

<Ti adoro, te l'ho mai detto?>

<Certo che si, tu senza di me ti troveresti al manicomio.> mi da un bacio in fronte e va in cucina. Mentre io mi dirigo al piano di sopra.

Entro in camera mia, poso la valigia ed entro in bagno. La vasca è piena, con dei petali di rosa e delle candele accese. Lucy è la migliore. Non perdo altro tempo, mi spoglio ed entro in quel paradiso di acqua bollente e sali da bagno alla vaniglia.

Ci resto fino a che l'acqua diventa fredda. Mi decido ad uscire prima di ammalarmi visto che siamo in pieno gennaio e fa freddo. Esco e mi vesto. Indosso una tuta nera e scendo di sotto.

Lucy mi aspettava con due fette di torta, latte caldo e una musica rilassante. Sa che è l'unico modo per farmi parlare. Vuole che le racconti cosa è successo in queste due settimane.

Decido di accontentarla e le racconto tutto.

Partendo da quando sono atterrata a new york, al momento in cui lui ha fatto irruzione a casa, all'arrivo dei ragazzi.

Gli racconto anche di Alexander. Di come mi abbia evitata e della nostra conversazione nel barcone.

Si fanno le otto di sera, così ceniamo. Lei, in quanto essere la governante della mia villa, resta a dormire sempre qui. E' anche casa sua.

Mi fa felice sapere che lei sia qui al sicuro e che non debba tornare in qualche casa nel cuore della notte lontano da qui.

Tra la cena, altre chiacchiere, si fanno quasi l'una di notte e decido di andare in camera mia.

Inizio a sistemare la valigia, sbuffo e lascio cadere i vestiti nel pavimento. Sono troppo stanca per mettere in ordine. Così mi metto sotto le coperte e faccio il mio solito mantra.

Chiudo gli occhi e mi ripeto <Sono al sicuro. Sono a casa mia. Sto bene> me lo ripeto sei volte e cado tra le braccia di Morfeo.

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