22. Tu rimani la mia soluzione

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Sofia spegne le candeline e nella stanza risuona un caloroso applauso.
-Auguri piccoletta- dico abbracciandola.
La festa va avanti tra risate, musica e balli di gruppo ovviamente capitanati da Giovanni e sono ormai le undici di sera quando la stanza rimane un accumulo di piatti sporchi e cartacce varie.
Qualcuno se ne va mentre io Sofia, Sarah e Mida restiamo lì a pulire il tutto.
-Domani a mezzanotte è il tuo- sorrido guardando la mia amica.
-Finalmente maggiorenne- esclama.
-Ora hai l'età per scappare- cito le parole del suo inedito facendola ridere.
Dopo aver pulito alla meglio le due ragazze mi salutano lasciandomi sola con Christian.
-Che stai facendo?- chiedo sedendomi sull'isola della cucina vedendo il mio amico armeggiare con miele e pentolini vari.
-Uno dei miei intrugli, vuoi?- risponde.
-Pozione avvelenata?- dico sarcastica.
-Nah- risponde.
-La tazza di Harry Potter- esclamo.
-Ah ovvio, questo è il tocco di classe- sorride.
-Piacere Corvonero- dico.
Mi porge una tazza fumante e ancora stretta nella sua giacca lo seguo in giardino.
Approfitto dell'orario in cui mi era concesso di usare il telefono per rispondere ad alcuni messaggi della mia famiglia.
Papà mi ha mandato una foto di lui e Matilde ed io rispondo con tanti cuoricini.
Mi mancano tanto.
-È unita la tua famiglia?- domanda Christian di punto in bianco dopo aver visto la foto.
-Molto- sorrido.
-Beata te, la mia no- mormora abbandonandosi sulla mia spalla.
-Mi spiace Chri- dico con voce triste.
Ognuno ha i propri drammi, posso solo stargli vicino.
-I miei si sono separati qualche anno fa- dice ed io istintivamente mi avvicino maggiormente a lui.
-Mia mamma mi ha fatto da madre e da padre perchè da allora con mi papà ho perso ogni rapporto- comincia a raccontare mentre ascolto in silenzio.
-Inizialmente non riuscivo a crederci, non poteva essere possibile poi però ho capito che io sono frutto di un amore che due persone hanno condiviso ed è per il loro bene se non lo condividono più-
-È bellissimo quello che hai detto- rispondo.
-Se sei qui è perchè in passato i tuoi genitori si sono amati tantissimo ma se tu li ami quanto si sono amati loro non ti resta che accettare questa situazione- mormoro.
-Ti voglio bene- dice lui prima di stringermi in un abbraccio.
-Devi ridarmi la giacca però, mi serve per la puntata- ride.
-Dai ma devo proprio, mi piace troppo- rispondo.
-Dopo giuro che te la regalo- sorride.
Rimaniamo lì per un tempo indefinito stretti l'uno all'altro sotto al freddo di gennaio.
Si era aperto con me, mi aveva parlato dei suoi genitori e io non lo avrei mai lasciato andare.
Ormai Christian ce l'avevo inciso dentro e mai nulla avrebbe potuto cancellarlo dalla mia anima.

Il giorno dopo...

Lorella mi aveva assegnato una cover che mi stava mettendo in crisi.
"Un giorno in più" di Irama
Ogni parola mi ricordava Davide e come se non bastasse stavo anche provando a scriverci delle barre.
Sbuffo poggiando la testa al vetro della porta della casetta con il computer ancora sulle gambe.
-Tutto bene?- chiede Lil tornando in casetta dopo la lezione.
-Si tutto bene, solo una cover che mi sta mettendo in crisi- rispondo e lei annuisce comprensiva.
Decido di lasciare perdere e di mettermi a lavorare all'inedito.
Qui dentro non riuscivo a scrivere, ne avevo parlato anche con Lorella la quale mi aveva rassicurata dicendomi che era normale e che prima o poi mi sarei sbloccata. Fuori riuscivo a scrivere tantissimo mentre qui ero come bloccata. Per fortuna avevo molti testi pronti che a Lorella erano anche piaciuti.
-Trixy ti vogliono in palestra- dice Simone aprendo la porta del giardino.
Entro dentro, mi do una sistemata veloce e mi metto in cammino verso gli studios.
Mi stringo nel mio giubbotto nero e non posso fare a meno di pensare a quanto mi manchi sentirmi il profumo di Christian addosso.
Una volta in palestra vedo un tavolino e un bigliettino Oreo sopra e intuisco Ho vinto la prova oreo contro Giovanni di qualche giorno fa.
-"Cara Trixy sei tu la vincitrice di questa prova oreo perciò hai diritto a una serata pizza assieme ad una persona a tua scelta. buona serata!"- recita il biglietto.
Chi scegliere mi viene in mente i dieci secondi infatti appena tornata in casetta sono già pronta davanti alla porta della stanza rossa.
-Si può?- domando.
-Dimmi cucc- risponde Christian seduto sul suo letto con il computer in mano.
-Ho vinto la prova Oreo, abbiamo a disposizione una serata pizza- sorrido.
-Addirittura, abbiamo- dice.
-Esatto- rispondo convinta.
Indosso dei pantaloni cargo azzurri e un top nero a maniche lunghe con le mie solite Nike.
-Fit check- esclamo non appena io e Christian passiamo davanti ad una telecamera della casetta essendo che anche lui indossava dei pantaloni cargo simili ai miei.
Entriamo in palestra dove troviamo una tavola con due sedie e due pizze ad aspettarci lì davanti.
-Prego- dico facendomi il là per farlo passare.
-Dopo di lei occhi verdi- sorride prendendomi la mano e facendomi fare una giravolta.
Incrocio i suoi occhi e sorrido imbarazzata consapevole che ci fossero telecamere ovunque pronte a riprenderci.
-Primo appuntamento- esclama lui.
-E anche ultimo- rispondo sarcastica prendendo posto a tavola.
-Sempre molto gentile tu- dice fulminandomi con lo sguardo.
-Cin cin!- esclamo prendendo il bicchiere di Coca Cola.
Non mangiavo una pizza da una vita e avrei voluto mangiarmela in due morsi se solo non fossi in compagnia di qualcuno la cui presenza mi impediva anche di parlare.
-Questa in America la fanno con l'ananas- dico ripensando a quando le mie cugine mi avevano obbligata ad assaggiarla.
-Che schifo- commenta.
-Ci vai spesso?- chiede poi.
-Almeno una volta all'anno, i genitori e le sorelle di mio padre sono tutti lì- dico malinconica.
l'Italia è il mio paese, ma anche l'America non scherza.
-Papà mi ha detto che ogni domenica si svegliano alle sei di mattina per guardarmi- racconto.
-Che carini- sorride.
-Tu? Ci vai in Venezuela?- chiedo curiosa.
-Certo che ci vado, lì ci sono nato. Ci ho anche registrato un videoclip- dice.
-Io non ci sono mai stata- rispondo.
-Io ti porto in Venezuela e tu mi porti in America? Ci stai?- domanda porgendomi la mano, io annuisco e gliela stringo.
A questo punto nessuno dice nulla, io lo guardo e lui mi guarda.
È bello però
Lui distoglie lo sguardo facendomi ridere.
-Hai perso!- esclamo.
-Ma non era una gara-
Potevo fingere quanto volevo, ma io non lo avrei mai guardato come un semplice amico.
Finita la cena lasciamo la palestra e ci incamminiamo verso la casetta.
-È stata più bella questa serata che le altre- commento.
-Già, solo io e te- dice lui.

spazio autrice
hello! ma quanto possono essere carini🥹🥹🥹
ci vediamo presto con il prossimo!💗

«la mia migliore amica è una 2001» //mida amici23Where stories live. Discover now