25. Tre e ventidue

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La puntata appena registrata era stata strana.
Avevo cantato delle barre dedicate a Davide, ero arrivata prima, avevo superato il compito di Rudy e ormai tutti sapevano di me e Mida.
Dopo essermi fatta una doccia mi ero infilata la mia solita tuta grigia e mi ero stesa sul letto a guardare l'unica foto con Davide che avevo portato con me.
vorrei un giorno in più nella sua data sulla lapide
Il sole e la luna.
Qualcuno bussa alla porta e dalla voce capisco che si tratta di Mida.
-Tutto bene? Non ti ho vista per niente dopo la puntata- chiede.
-Si, tutto bene- dico.
-Chi è?- domanda sporgendosi verso la foto che tengo in mano.
-Lascia stare- mormoro.
-Va bene, di là è pronto, vieni?- chiede ed io annuisco seguendolo verso la cucina.
Dopo cena come al solito rimaniamo a chiacchierare tra di noi a tavola, ma stasera non sono nel mood perciò mi incammino verso la mia stanza.
Christian lo nota e mi fa segno di avvicinarmi a lui e di sedermi sulle sue gambe.
Merda merda merda
-Dopo parliamo okay- sussurra al mio orecchio. Annuisco in silenzio mentre dentro sto impazzendo.
La cucina comincia a svuotarsi e man mano tutti si ritirano nelle proprie camere.
-Andiamo in giardino?- chiede Christian e così prendo la mia giacca e mi accomodo accanto a lui sul divanetto.
-Che hai?- mi domanda.
-Nulla, solo che questa non è stata una puntata facile e cantare le barre su Davide mi ha riportato in mente il suo ricordo- rispondo.
-Mi dispiace, ti sono vicinissimo. se parlarne ti fa stare meglio ti ascolto, davvero- dice spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-No...cioè non lo so. Non ne ho mai parlato con nessuno- mormoro.
-Però non ci hai mai provato, non sai se parlarne ti può aiutare-
Faccio un respiro profondo.
Lui con me si è aperto
-Davide era il mio migliore amico, ci conoscevamo dalle elementari e siamo praticamente cresciuti insieme- comincio.
-Come dico nell'inedito "Spalla spalla, ci sentivamo tutto il mondo contro"-
-Ci chiamavano il sole e la luna, lui e la sua risata erano il sole ed io e la mia estrema razionalità eravamo la luna. Anche se diversi però sole e luna sono indispensabili l'uno per l'altro, come noi- dico riferendomi al tatuaggio che avevo sulla spalla sinistra.
-Era un tipo impulsivo, voleva sempre fare di testa sua e per questo litigavamo anche spesso, ma era l'unico di cui mi fidavo al 100%. Lui sapeva tutto di me e io di lui- racconto e una lacrima riga il mio volto.
Era la prima volta che parlavo così di lui
Christian mi asciuga un'altra lacrima mentre io mi sento un macigno sulla schiena.
-Passavamo giornate intere a girare sui sampietrini con i motorini, non ci ritiravamo mai a casa, ogni tanto è passata qualche sigaretta, qualche bicchiere di troppo ma ciò che c'era tra di noi era indissolubile-
-Un giorno mi ha chiamata, solita via, solito giro con i motorini, ma io quel giorno dovevo assolutamente studiare per la maturità e gli ho detto di no- racconto, ma mi blocco.
Un nodo alla gola
-Dopo qualche ora sua fratello mi ha chiamata mandandomi la posizione e dicendomi di affrettarmi perchè Davide aveva avuto un incidente- continuo mentre Christian guarda le mie lacrime scendere senza proferire parola.
-Sono arrivata lì correndo e quello che ho trovato ha ucciso prima me e poi Davide. una macchina non lo aveva visto e lo aveva preso in pieno, Il motorino era tutto scassato, lui sotto l'auto privo di sensi-
-Lo hanno portato via in ambulanza e hanno provato a rianimarlo in tutti modi ma non c'è stato verso e Davide ci ha lasciati quella notte alle 3.22-
A questo punto scoppio in un pianto liberatorio e Christian non tarda a stringermi in un abbraccio, mi sentivo liberata da un peso si...ma faceva male, tantissimo.
-Se fossi andata con lui non so come sarebbe andata a finire, queste erano le parole che tutti dicevano per provare a rassicurarmi non sapendo che quella notte insieme a Davide ero morta anche io. Il giorno del suo funerale vennero lanciati dei palloncini bianchi e gente che nemmeno lo conosceva veniva a bussare a casa mia ribadendomi quanto mi volesse stare vicino. La verità? Io non volevo nessuno. Ho fatto la maturità completamente in depressione, ho smesso di mangiare, di uscire e di fare ogni cosa. Ho smesso anche di cantare- continuo.
-Ero diventata pelle e ossa, con le occhiaie e poca voglia di essere felice-
-Poi un giorno mi sono ricordata di una frase che mi diceva sempre. "Se per qualche motivo io dovessi allontanarmi da te ricordati di realizzare il tuo sogno". Lui lo aveva sempre saputo che se ne sarebbe andato. Sapeva che cantassi e sapeva quanti testi in inglese avevo sparsi per la camera. Ha sempre voluto che io facessi questo, fino all'ultimo giorno della sua vita ed è per questo che non appena le mie terapie dalla psicologa sono terminate ho scritto "Ieri l'altro" firmandomi "Trixy", il nome con cui era solito chiamarmi lui, lasciandolo inciso per sempre sul mio traguardo- concludo sentendomi come svuotata da ogni emozione.
-Bea io davvero non...non so che dire. penso che non si possa provare dolore più grande e penso che chi lo prova non si meriti nemmeno di soffrire così tanto- dice asciugandomi le lacrime.
-Pensavo di non riuscire a voler più bene a nessuno- mormoro.
-Poi sei arrivato tu-
Questa era stata l'ennesima conferma che io e Christian avevamo i polsi legati da un filo invisibile.
Non mi ero aperta così mai con nessuno, nessuno sapeva questa storia.
Ho permesso di leggere le mie cicatrici solo a Christian perchè so che di lui mi potrò fidare per sempre al 100%.
Non mi interessa se saremo solo amici o se saremo di più, mi basta sapere che in lui mi vedo riflessa come accadeva con Davide.

spazio autrice
hello! capitolo molto triste in cui però finalmente scopriamo la storia della nostra trixy. che ve ne pare?
a presto!💗

«la mia migliore amica è una 2001» //mida amici23Where stories live. Discover now