Chapter 39 - Gentleman

10.4K 539 276
                                    

- Che significa?

Shawn aggrottò la fronte.

- Come?

- Che cosa significa per te dire che vuoi me? - spiegò Cami.

Quella domanda mandò Shawn in confusione.

Se diceva una cosa era quella, perché avrebbe dovuto tirare fuori un significato diverso o più ampio?

- Spiegami che cosa vuol dire per te volermi. - disse Cami, cercando di farsi capire meglio.

- Vuol dire... Che non voglio altre ragazze, ma te.

- Cioè Ashley è un capitolo chiuso? È questo che stai cercando di dirmi?

Shawn non aveva capito molto bene su che frequenza era lei, ma cercò di adattarsi e annuì.

Cami sorrise e appoggiò la testa sulla sua spalla.

- Insegnami quell'accordo che mi avevi fatto vedere tempo fa. Non mi ricordo più com'è. - mormorò.

Shawn, pur sperando in un altro tipo di domanda, acconsentì e prese la sua mano nella propria, guidandola.

Le mostrò i movimenti da fare, le posizioni che dovevano assumere le dita e il modo più veloce per non incepparsi durante la canzone.

La musica per loro era un punto di contatto, un'area di pace e armonia, in cui comunicavano straordinariamente.

Cami si sentiva anche più allegra e ben disposta grazie alla rassicurazione che le garantiva che a Shawn non importava più nulla di Ashley.

Sentì un peso togliersi dal cuore.

Finì abbracciata a Shawn, addormentandosi sul suo letto.

Lui non aveva esattamente implorato il suo perdono, ma il fatto di aver risposto alla sua acidità con dolcezza costituiva un atto di maturità e Cami lo apprezzò.

***

Lo spettacolo di Natale era alle porte.

C'era Halsey che non mostrava la minima agitazione, Lauren che tremava come una foglia al minimo accenno, Justin che la tranquillizzava accogliendola tra le braccia, Austin ed Ally che si facevano forza insieme e Dan e Ryan sempre più assenti.

Cami aveva un po' di ansia, legata alla vastità del pubblico più che all'esibizione in sé, ma uno sguardo di Shawn riusciva a placare ogni insicurezza.

La guardava come se non ci fosse davvero nulla che non andava. Tutto filava liscio, tutto era al suo posto, tutto era perfetto. Come poteva sentire ancora ansia così?

Carpenter rubò lezioni agli altri insegnanti per poter fare delle prove generali, in modo che lo spettacolo avesse una certa fluidità.

Continuava a ripetere a Cami di alzare il volume della voce, ma lei si sentiva strana a farlo.

- Urla. Ti devono sentire in Mississippi!

Cami lo guardò male mentre qualcuno rideva.

Riprovò e cercò lo sguardo di Shawn, per essere certa che stesse andando bene.

Shawn non c'era.

Andò presto nel panico, senza nemmeno capirne il motivo, e sbagliò le note. La canzone veniva così sfasata rispetto alla musica.

Lanciò una sommessa imprecazione e si scusò, per poi correre fuori dall'aula a cercare Shawn.

Aveva bisogno di lui.

Andava freneticamente da una parte all'altra, salendo una scala e scendendone un'altra, a vuoto.

Inciampò in Halsey.

- Tu cosa ci fai qui? - le chiese.

- Io stavo andando a prendere uno snack. Tu piuttosto? - rispose Halsey con molta, forse troppa, calma.

- Cerco Shawn.

- Innanzitutto, calmati. Non c'è bisogno di essere così agitata. E poi per trovare le persone esiste una cosa chiamata telefono.

- Cazzo è vero! - esclamò Cami, come presa da un'illuminazione divina.

Schizzò via e chiamò Shawn, pregando che rispondesse.

Lo chiamò sette volte.

Halsey la ritrovò e si avvicinò con i cracker in mano.

- Ha risposto?

- No! Esiste una cosa chiamata ignorare le telefonate. Porca miseria!

- Stai calma... Non è mica il tuo fidanzato. O sì? - insinuò Halsey.

- No...n ancora. - sussurrò Cami.

- Uuh, allora lo sarà presto! - ammiccò.

- Ma smettila. - ridacchiò l'amica.

***

L'ultima prova generale si tenne il martedì, tre giorni prima di Natale. Infatti servivano quei tre giorni per mettere in piedi tutte le attrezzature, le decorazioni e sistemare tutto quanto.

C'era moltissima confusione, un viavai continuo di persone che portavano costumi, oggetti di scena e strumenti, coordinati su linee parallele che talvolta erano costrette ad incrociarsi.

Ci furono litigate tra professori che volevano un tale spazio, studenti che non si accordavano per le posizioni e in generale un clima di stress.

Tutti pretendevano il massimo da se stessi e dagli altri, perché quella era l'occasione di brillare.

Shawn aveva un comportamento quasi anomalo: a differenza di tutti che a malapena contenevano lo stress, lui era sereno e rilassato, come se avesse assorbito tutta la positività intorno a sé.

Ovviamente questa positività si rifletteva su Cami, che riceveva molti più sorrisi, saluti gentili e piccoli gesti carini.

Cami sorrise guardando Shawn, che le stava porgendo una macedonia fatta preparare appositamente nelle cucine della mensa.

- Ho qualcosa sulla faccia? - le chiese preoccupato.

- No, no. - rispose lei, senza abbandonare quell'aria piacevolmente sorpresa.

Shawn attese spiegazioni, rivolgendole un'occhiata interrogativa.

- Stavo solo osservando... Sai essere gentile quando vuoi... Quasi un gentiluomo.

Shawn rise.

- Io sono un gentiluomo.

----------

I KNOW I CAN TREAT YOU BETTER!

I'm eating cherries and this is a capitolo di passaggio ✌

I have a notizia for you: ho già scritto the prologo of my new storia, which pubblicherò verso the end of questa.

Okay la smetto.

A prestoo🐼🐼🐼🐼

Shawn 365 (Shawn Mendes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora