Capitolo 3

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Sono stanca, la testa è pesante, devo ancora prepararmi cena; non ne ho voglia.
Nella mia mente il barattolo di nutella...non sporcherò , ingurgiterò zuccheri, soddisferò il mio palato, la mia golosità...amo così tanto il dolce.
Fu la mia cena, grissini e nutella innaffiati da un ottimo bicchiere di latte tiepido.
Sembravo un robot.
Gesti abitudinari, meccanici.
Pulizia cucina, cosa poi?? Non sporcai nulla.

Feci la doccia.
Era giugno, le finestre aperte, fuori tanto verde; stavo bene.
Indossai il mio pigiama,mi resi conto che non avevo messo il latte corpo, lo ritolsi ed intanto, nulla, il pensiero di quell' uomo non mi abbandonava.

Scelsi un film, non potevo leggere quella sera, non avrei avuto la giusta attenzione.
Andai a letto intorno alla mezzanotte e mi domandai se il giorno a venire lo avessi mai visto.
Mi addormentai con il sorriso.
Il mattino dopo arrivai in ufficio prestissimo.

Erano le 7.
Vidi la macchina di mio padre parcheggiata , sapevo di trovarlo già all'opera , non avevo dubbi.

Gli andai incontro , lui quasi sorpreso mi disse: " ehi, il gallo ha cantato in modo diverso oggi?"
Lo abbracciai,gli diedi un bacio e gli dissi : " ti aspetto per un caffè!"
Mi disse: " vieni con me un attimo nelle vecchie stalle, devo farti vedere una cosa.."

Incuriosita , andai.
Le vecchie stalle??? Cosa stava succedendo?
Da mesi le porte non venivano aperte
Mille pensieri presero il sopravvento.
Entrammo.
Mio padre iniziò a parlare, mi fece guardare le volte, mi spiegò cosa avrebbe voluto realizzare ,mi parlò di progetti suoi.
Era entusiasta.

"C'è  la vita dei tuoi nonni e di tuo padre bambino, i tuoi primi passi tra queste mura, non possono essere lasciate andare alla morte. Costruiremo nuove stalle, ristruttureremo,vivranno nuovamente.
Voi sarete il mio futuro se vorrete."

Ero felice ma non glielo dimostrai, ero fredda,davanti ai sentimenti non mi lasciai mai andare e lui lo sapeva.

"È una bella idea, vediamo cosa si può fare,ne parleremo tutti insieme a cena", gli dissi.
Non un mio cenno d'amore verso il suo passato, i suoi ricordi, verso quel sentimento che lui aveva messo a nudo.
Ero un incredibile testa di cazzo e lui lo sapeva, ma non aveva importanza.
Lui non dava merito a tutto questo.
Lui proclamava che le emozioni ed i sentimenti vanno detti, vanno fatti capire, sempre!
Io lo amavo per questo, a modo mio ma lo amavo.
Forse non ero poi tanto lontana dall'assomigliare a mio nonno, suo padre.
Ho sempre odiato quell' uomo ma mi resi conto che ero uguale a lui.
Mio padre lo sapeva, mia madre me lo ripeteva spesso , ma mi amavano incondizionatamente.

Se solo potessimo essere di nuovo estranei. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora