Capitolo 10

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Volevo vivere diversamente.
Volevo stare bene.
Volevo tornare ad essere la donna spensierata di sempre.
Non lo ero da mesi.
Tutti i giorni Rossella mi contattava, come sempre, ma non erano messaggi o chiamate di saluti bensì rimproveri unici.

Era fantastica!
Venne ad Asti nel weekend, voleva essermi di conforto. Era l' unica persona che sapeva tutto di me e di Marco.
Sapeva che avevo bisogno di lei.

Due giorni interi a farmi fare cose che non facevo da tempo.
Serate, locali, musica...
Decisi di essere bella, più del solito, misi un vestitino in pizzo e trasparenze nere, capelli sciolti, qualche gioiello, tacchi.
Mi guardai allo specchio, iniziai a pensare a Lui , a come mi avesse guardata se fosse stato con me ma scacciai il pensiero e corsi verso l'uscita, Rossella era in auto che mi aspettava.
Milano fu la scelta.
Io e Rossella , una delle nostre serate.
Prendemmo da bere, scelsi un vino bianco, non dovevo pensare a nulla.

Fui attrazione per parecchi uomini.

Cercai di divertirmi ma ero infastidita da quegli sguardi...dissi ad uno di loro:
" Siete tutti uguali! Vedete una bella donna e siete pronti a corteggiarla? Per cosa?
Per portarvela a letto? Non date nessuna importanza al cuore!"

Il vino stava facendo effetto, non ero ubriaca e bevvi solo un bicchiere ma ero pronta a trattare male chiunque si avvicinasse.
Rossella capì la situazione e mi disse:

" Andiamo a casa"

Le risposi: " Si!"

In auto scoppiai a piangere e le dissi:
" Non dirmi di smettere, ti prego, lasciami sfogare "

Lei mi rispose:
" Fai pure! Ma da adesso tu, ti dovrai togliere dalla testa Marco! Anzi scrivigli e mandalo a fare in culo! Vuoi lo faccia io?"

Non le risposi, continuai a singhiozzare in auto , Ros guidava e non parlava più.

Smisi di piangere e tirai un sospiro, stavo meglio ma Marco mi mancava.

Arrivammo a casa, togliemmo entrambe le scarpe, i tacchi erano generosamente alti.
Il gesto fu fatto in simultanea, ci guardammo e scoppiammo a ridere come solo io e lei sapevamo fare.
Una complicità unica.

In quel preciso istante Marco mi scrisse, lei capì che fosse lui e mi chiese il telefono.
Marco l'aveva sentita in altre occasioni con il mio cellulare, Marco sapeva di lei e sapeva che a lei avevo raccontato tutto.

Feci cenno a Rossella che Marco non doveva sapere nulla del mio dolore, Rossella capì.

Non sapevo cosa si stessero scrivendo.
Mi fece leggere solo l'ultima parte.
" Elisa per me è importante, io le voglio bene, non voglio che soffra! Lei è unica!"

Lui rispose:
" Come si può non volerle bene?! Lo so che è unica! Io non posso stare senza di lei, la nostra complicità è pazzesca! Non ci penso minimamente a farla stare male, guai!"

Mi ripassò Marco, avevo male alla testa, lo salutai velocemente, continuavo a non avere voglia di sentirlo malgrado mi mancasse.

Se solo potessimo essere di nuovo estranei. Where stories live. Discover now