Capitolo 4

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Che stress! Pensai..
Un' altra cena pallosa con persone pallose.
Era lavoro, dovevo andare, mio padre ci teneva molto! Diciamo che era quasi "un ordine".
Ovviamente l'eleganza doveva fare  da padrona.

"Appuntamento alle 21 in città " mi arrivò il messaggio.
Di poche parole papà, gli risposi :
" Agli ordini ".

Mentre mi preparavo il pensiero andò a quell' uomo, vedevo la mia figura elegante, sinuosa, sensuale davanti allo specchio..il mio corpo era lì, una maschera di eleganza , di sicurezza ma così fragile davanti a quel pensiero.
Erano passati giorni dall'ultima volta che lo vidi.
Avevo bisogno di Lui! La mia ragione scacciava l'idea ma il desiderio era incontrollabile..il suo viso misterioso, il suo corpo, il suo profumo, il suo sguardo ...le parole pronunciate ma gli occhi che dicevano altro...era entrato prepotentemente nella mia testa!
Finii di prepararmi, mi recai all'appuntamento.

"Mio Dio"
Uscì quest'esclamazione dalla mia bocca.
Lui era lì!
Lui era con mio padre.
Parlavano, sorridevano..
Si accorse di me, smise di parlare, mi guardò profondamente, i suoi occhi, il suo sguardo nuovamente davanti a me!
Un calore improvviso mi raggiunse il viso, mi sentii un'adolescente alla prima cotta.

"Elisa hai 45 anni!!!!!" Continuavo a ripetermelo...mentre mi avvicinavo.

Lui non smetteva di guardarmi.
Salutai tutti con una stretta di mano, mio padre mi sfiorò la guancia con un bacio e mi sussurrò :
" Che bella che sei amore"

Entrammo al ristorante , qualche convenevole e ordinammo la cena.
Marco era l'architetto che avrebbe seguito i lavori, che avrebbe realizzato il progetto di mio padre.
Pensai di svenire..
Avrei avuto uno stretto contatto con quell' uomo cupo, misterioso, con quell' uomo che quando mi guardava mi rendeva fragile...
Lui, Marco, prepotentemente nella mia testa, nella mia vita.

A cena parlammo di ultimi accordi, non fu semplice essere sempre attenta..sentivo il suo  sguardo sempre su di me,percepivo la sua voglia di intesa con me.
Si accorse del mio imbarazzo ma non smise ugualmente di cercarmi.
Lo guardai , mi sorrise, quell' uomo sapeva benissimo come giocare, come essere accattivante, sapeva farci.
Ci scambiammo i numeri.
Avremmo iniziato a collaborare insieme, lo avrei visto continuamente..
Mi sentivo strana.
Lui mi piaceva e molto ma, continuava ad essere misterioso, cupo.
Pensai che di Lui io non conoscessi molto.
Mi chiesi se avesse avuto famiglia, mi chiesi se tolti quegli abiti così eleganti potesse essere un uomo normale che gira in casa con il pigiama, che ride come un bambino se qualcosa lo fa divertire,che ha gesti di tenerezza con la mamma, che può aver avuto pene d' amore perché ha amato tanto e realmente.
Io non lo conoscevo e il fatto che mi piacesse così tanto mi spaventava.

"Ho bisogno di conoscere fornitori, ristoratori della tua città " , sobbalzai, era Lui che mi stava chiedendo questo.
" Martedì potremmo andare, dopo lavoro, mi farebbe piacere se mi accompagnassi" , continuava a parlarmi insieme.

Ecco, il primo appuntamento era già nell'aria.

Gli risposi: " Sì .A martedì allora "

Fui presa da una strana euforia ma rimasi  composta e sulle mie.

Se solo potessimo essere di nuovo estranei. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora