5.1 Guerra

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Lewis aveva sbuffato, ma non così tanto come Emily temeva. Una volta comunicata la deviazione che avrebbe dovuto effettuare, il fratello di Mister Look, un metro e novanta per novanta chili di estrema pazienza e comprensione, fece retromarcia adagio lungo la piccola stradina tortuosa di campagna e imboccò la terza svolta a destra di quei labirinti oscuri che chiamavano campagna. A poche centinaia di metri vi era un casolare solitario di bell'aspetto, con un giardino curato e faretti piantati a terra che conferivano al luogo un'atmosfera accogliente. Dietro il cancello di entrata, un pesante affare di acciaio grigio arrugginito dal tempo, c'erano Rick e Joy, uno di fianco all'altro, a braccia incrociate, in attesa che qualcuno spiegasse loro cosa fare.

Dopo aver salutato i genitori di Joy – quella sorta di tenuta era casa sua e tutti gliela invidiavano in quanto in estate si divertiva mentre cercava di ostentare sui social le sue grandi vacanze (da giugno a luglio, poi suo padre l'avrebbe portata in uno di quei paesi esotici per permetterle di essere ancora più snob del solito) passate in piscina, sul retro, o sul terrazzo monumentale che avevano di sopra – un uomo e una donna dall'aspetto sereno ma con occhi da complotto, Rick, Joy, Emily e Lewis si accomodarono in giardino, su sedie in vimini abbastanza grandi per occupare un'intera famiglia al completo.

Fu proprio Joy a iniziare a parlare.

«La farò breve, Hollington» disse rivolgendosi a Emily. L'aveva chiamata per cognome, segno che qualcosa non le andava a genio. «Oggi sono stati uccisi Jim e Ydes in ospedale, basta aprire internet per leggere notizie ovunque. La tua casa è andata a fuoco per non precisati motivi e ieri sera, mentre tornavo dalla palestra, un vecchio mi ha sbarrato la strada e mi ha spaventata costringendomi a correre per tutta la città fino ad arrivare qui».

Emily cercò di mantenere un'espressione indifferente. «E allora?».

Lo sguardo di Joy si fece feroce, gli occhi azzurri assunsero tonalità più ghiacciate del solito. «So che c'entri tu, in questa storia. Non negarlo, è iniziato tutto dalla vicenda di Leon».

«Non lo devi nemmeno nominare».

«Lo nominiamo quanto vogliamo» interruppe Rick. «Se quel babbeo è morto non è colpa mia, forse era troppo debole per combattere come un vero uomo».

Emily accusò uno strano bruciore dietro le orecchie, come se qualcosa in lei fosse carico di dolore e rabbia. «Sei un figlio di puttana, Rick».

Il ragazzo inarcò un sopracciglio. «Com'è che mi hai chiamato?».

Emily urlò. «Sei un fottuto figlio di troia! Un bastardo! Un idiota!».

Rick si sollevò dal proprio posto e cercò di raggiungere Emily, ma Lewis si parò dinanzi a lui strattonandolo per la felpa e inchiodandolo al muro alla loro destra. Lewis fissava Rick con occhi da pazzo, inconsapevole di ciò che avrebbe potuto fare.

«Tu l'hai ucciso!» urlò Emily in direzione di Rick, visibilmente spaventato per la forza bruta con cui Lewis lo aveva inchiodato al muro.

«Mio fratello» spiegò Lewis «è stato costretto al suicidio per tipi come te. I suoi bulli ti assomigliavano un sacco» la voce di Lewis tremava per via del troppo nervoso accumulato.

«Amico, lasciami...».

«Non sono tuo amico, cane di merda. Non lo sarò mai. Ora, siccome non mi va di andare in prigione per aver picchiato un piccolo e insignificante bambinetto da due soldi, tu ti siedi e ascolti cosa Emily ha da dire, altrimenti giuro sulla mia testa che ti riempio di botte finché non chiederai pietà».

Rick deglutì, cercò di ricacciare l'imbarazzo e il rossore che gli si era paventato in viso.

«Chiaro?».

Qualcuno Sta Per CadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora