5.2. La giustizia di Mister Look

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Lewis andò incontro a Nicholas.

Sembrava quasi assurdo pensarlo, che due fratelli separati per colpe indicibili, potessero ricontrarsi in quella situazione incredibile. Lewis e Nicholas si fermarono, l'uno a pochi passi dall'altro, nella nebbia alta che ricopriva la campagna di Ubis. Nicholas non era Nicholas. Aveva ancora gli occhi rossastri scintillanti, il fisico di un vecchio e probabilmente poteri incredibili. Lewis era Lewis: con i suoi capelli rasati, il suo mento importante e il suo fisico ben piazzato.

«Nicholas» disse.

«Chi si rivede» disse Nicholas. «Il caro Lewis» nel suo tono c'era qualcosa di molto inquietante.

«Come stai?».

«Appagato» la voce gli divenne più flebile, quasi goduriosa. «Sai che ho fatto un po' di pulizia, vero?».

Lewis deglutì, dietro di lui Rick, Emily e Joy fecero lo stesso, attanagliati dalla paura, gelati dal freddo.

«Cosa facciamo?» domandò Nicholas.

La domanda lasciò quasi esterrefatto Lewis, che scosse la testa sorridendo. «Tu cosa vuoi fare?».

«Voglio che mi ridai quello» Nicholas sollevò un dito allungato e rovinato, con unghia lunga e giallognola e puntò dritto il diario che Lewis aveva in mano. «Quello è il mio diario. Me lo devi».

«Entrerai di nuovo qui?».

Nicholas sorrise. Il sorriso di un vecchio assassino, sbilenco e sdentato. «Tu non fai le regole. Io faccio le regole. Tu non comandi. Sono io a farlo. Dammi il diario».

«Non posso».

Nicholas sollevò le spalle ingobbite. «Sai bene che non voglio farti del male, Lewis. Dammi quel diario, lasciami finire il compito e tutti saremo a posto».

Lewis, rosso in volto per l'emozione e la paura, iniziò a farfugliare qualcosa di incomprensibile. Solo dopo qualche secondo le sue parole furono chiare. «Cos'hai intenzione di fare?».

Nicholas guardò sopra la spalla di Lewis, appena dietro di lui. «Uccidere quel baldo giovanotto alle tue spalle. E anche la sua puttana. Anzi, forse inverto l'ordine, perché come sai, prima le signore» e scoppiò a ridere, una risata macabra, che terrorizzò ancor di più i presenti.

«Nicholas, non sono colpevoli per quello che ti è successo» tentò di farlo ragionare Lewis.

Il tono del vecchio mutò rapidamente, i suoi occhi divennero infuocati, la mandibola cascante, la bocca avvolta da un cumulo di saliva grondante. «Tu non sai niente!» urlò con voce demoniaca.

«Cazzo!» esclamò Rick.

Lewis non disse niente, fissava Nicholas e basta.

«Sono responsabili per quello che hanno fatto a quel ragazzo!» urlò Nicholas. «Lei mi ha chiesto di vendicarsi!» disse guardando Emily.

La ragazza si sentì autorizzata a fare un passo in avanti. «Nicholas».

Dapprima il vecchio non la degnò di uno sguardo, solo dopo una seconda presa di posizione iniziò a guardarla. Emily fece un altro passo avanti, giungendo sulla stessa linea di terreno di Lewis.

«Non ti ho chiesto di uccidere nessuno» gli disse.

Nicholas fissò la ragazza per un po' senza dire niente. Emily avrebbe voluto scappare a gambe levate solo alla vista di quegli occhi da pazzo, ma provò a trattenersi per cercare di far credere che fosse calma.

«L'unico modo per vendicarsi di Leon era questo» le spiegò, con apparente calma. «Non odi quei due per ciò che hanno fatto al tuo amico?».

«Ecco...» Emily era stata messa alle strette. Se avesse risposto no sarebbe apparsa ipocrita, se avesse risposto di sì l'avrebbero giudicata brutale. Se ne infischiò, decidendo di fare ciò che sentiva, quindi confessò.

«Li odio» sussurrò. «Li odio profondamente, più di ogni altra persona al mondo».

Nicholas sembrò appagato, sorrise in direzione di Emily, quasi come a volerla eleggere figlia prediletta. «Lo vedi che siamo sulla stessa lunghezza d'onda, tesoro?».

«Io non sarò mai come te» disse Emily affidandosi agli impulsi. «Non sarò mai un'assassina. Odio Rick e odio Joy allo stesso modo, per ciò che hanno fatto a Leon e per ciò che hanno fatto a me in tutti questi anni. Solo Dio sa quante volte ho pensato di farla finita...proprio come te, ma...non l'ho fatto. E non avrei mai voluto metterli in pericolo di vita, né uccidere Ydes, né assassinare Jim. Quelle sono cose tue!» esclamò Emily. «Cose di un mostro, che non sa più cosa fare per dimenticare ciò che gli è successo!».

Nicholas non ebbe più lucidità mentale. La sua ragione, quel poco di razionalità rimasta in quel modus operandi da killer spietato, venne offuscata ancora di più.

«Vi ammazzo!» urlò e l'aria attorno sembrò squarciarsi e ritrarsi su se stessa.

L'intervento di Rick fu quindi ancora più inaspettato. Molti l'avrebbero apostrofata come forza della disperazione o semplice reazione umana, ma il ragazzo fece ciò che nessuno si sarebbe aspettato. Iniziò a correre, correre e correre ancora, ma non per scappare. Rick correva in direzione di Nicholas, correva a perdifiato, verso di lui, con la faccia sudata e impaurita, il sangue pulsante, il dolore profondo alla schiena causato dal contrarsi dei nervi per la paura di essere ucciso. Un assalto per evitare l'omicidio, una riformulazione del concetto "la miglior difesa è l'attacco" concentrato in una corsa disperata. Una corsa che si infranse con un salto enorme che Rick spiccò in direzione di Nicholas alias Mister Look. Rick aggredì Nicholas aggredendolo come faceva con i ragazzi più piccoli a scuola. Fu a cavalcioni su di lui e iniziò a colpirlo: pugni, calci, gomitate, tutto sferrato con potenza incredibile e con velocità superiore alla media. Il suo passato da pugile cercava di farsi strada. Look incassava senza dire niente, subendo colpo su colpo, gli occhi rossi, brillanti, pieni di fuoco. Fu un minuto intenso, in cui Joy piangeva e chiedeva a Rick di smetterla, gli urlava che se ne sarebbe pentito, che tutto non aveva senso, ma Rick era del tutto impazzito, cercava di combattere quel mostro come poteva, ma fin quando sarebbe bastato? Bastò che rallentasse di un nanosecondo il pugno, Nicholas reagì rialzandosi di scatto. Il vecchio fece sfoggio di una forza sovraumana. Con un movimento delle gambe, una leggera flessione, riuscì a scollarsi di dosso Rick, che precipitò al suolo, sbattendo la schiena a terra. Il ragazzo si rialzò, ma fu in quel momento che Nicholas utilizzò lo stesso potere usato con Ydes. L'urlo sordo, a bocca spalancata, con occhi da folle sollevò Rick dal suolo e lo scaraventò a circa trenta metri di distanza, spaccando il ragazzo contro il muro.

Joy corse verso Rick, lo raggiunse dopo una corsa disperata in cui le lacrime divennero ghiacciate e si accostarono sulla sua guancia candida ricoperta da un velo di fard.

«Rick!» urlò a squarciagola, mentre il corpo del ragazzo rimaneva esanime a terra, privo di movimenti.

Quando Joy si avvicinò abbastanza per vederci meglio vide ciò che non avrebbe voluto vedere: Rick non accennava movimenti e dietro la sua testa si stagliava una piccola pozza di sangue fresco, cortesia dell'impatto contro il muro cementato. Joy si abbassò in ginocchio accanto a Rick, gli tastò la faccia con le mani, scostandogli i capelli umidicci dalla fronte, baciandolo sulle labbra con passione, come se con le sue labbra potesse ridargli vita ed emozione, ma Rick non si mosse e di Joy non rimase che un latrato disperato.

Qualcuno Sta Per CadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora