5. Ore 11.10

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Ho appena finito di spiegare a me stesso per quale motivo ho perso anche questa volta.

Un'altra sconfitta.
Un'altra occasione persa.
Sempre la stessa, solo diversa.

Sono seduto, lo sguardo fisso, lo sguardo da un'altra parte.
Ficco in testa due pensieri a caso, annientati dal rullo compressore della mia pietrificante paura che sia tutto vero.

Forse sto solo male.
Forse ho solo qualcosa.

Quand'è, di preciso, che ho smesso di essere felice?!
Quando ho cominciato a esserlo?
Lo sono mai stato?
Lo sarò mai?

Si.
Poi tornerò, qui, a ficcare pensieri in testa.
Non è colpa sua. Lei è fatta così.
Non è colpa mia. Mi hanno reso così.

Potrei semplicemente essere più elastico, come ho fatto quando mi hanno strappato il cuore dal petto, hanno aperto e se lo sono preso.

Mi fermo un secondo, passa una bella canzone.
Porta bei ricordi.
Dov'ero arrivato?
Qualcuno mi stava dicendo qualcosa...

Mi guardo attorno, sono solo.
Ero solo anche prima.
Chi mi stava parlando?

Ho bisogno di un caffè, sono solo le 11.10

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