6. Ore 12.12

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Filo di pensieri, ripercorre strade dalle linee offuscate e...

"Ciao" mi dice fermandomi mentre carico la roba in macchina.

È stata una giornata splendida, ora è buio e non mi rimane altro che portare il mio sorriso soddisfatto tra le braccia di Morfeo.
L'aria fresca mi fa stare bene. La vittoria appena gustata mi fa sentire bene. La marijuana mi fa stare ancora meglio.

"Ciao" le rispondo imbarazzato dopo qualche secondo.
"Ti ho visto, prima, alla premiazione. Complimenti. Alla fine, non ti ho più richiamato. Mi dispiace"

E io ripenso all'estate scorsa, quando, per salutarla e trovare il coraggio di chiederle di uscire, ho bevuto troppo coraggio liquido e ho fatto la peggiore figura da stronzo delle peggiori figure da stronzo della-

"Ah davvero? - rispondo sorridendo - Dopo solo un anno? Avevo come un presentimento ma non ne ero sicuro..."
Ride, Rido anch'io.
"Beh comunque, non mi sarei richiamato nemmeno io fossi stato in te, quindi, nessun problema"

Lei si avvicina di un passo, le mani dietro la schiena, come se avesse combinato una marachella. Lo fa con un saltello, come fosse la cosa più naturale del mondo. Sorride.
È leggera e minuta, la sua pelle candida ha le sfumature della cipria e del caffellatte, e quegli occhi grandi e cerulei come il cielo d'estate, mi fanno mancare il terreno sotto ai piedi, come se portassero il mio cuore in alto, assieme a loro.

"Mi piace ancora il vino rosso, se a te piace ancora l'idea di biascicarmi un invito"

Ed è, in assoluto, la giornata più bella di-

Numeri. Lettere.
"Salve, avrei bisogno di un'informazione"
Mi serve un attimo per ricompormi, per tornare qui, da dovunque io fossi andato.

È successo davvero?
L'ho ricordato?
L'ho immaginato?

Voglio tornare lì... voglio...
Mi alzo dalla scrivania.
Sono le 12.12

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