VII

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Terrorizzata, feci un passo indietro e come una bambina mi rifugiai oltre le spalle di mia madre, la quale alzò e una mano verso l'uomo che fece un altro passo verso di noi.

«Vi conviene non avvicinarvi, non voglio farvi del male», disse lei e già sapevo che era pronta a colpirlo con la magia.

Lui, ancora una volta, avanzò verso di noi, ma non fece più di tre passi, poiché la mamma lo scaraventò contro la parete a noi adiacente ed urlò: «corrette.»

Con le labbra schiuse e gli occhi sgranati corsi via, persi Sofia e anche il resto delle domestiche. Provai a raggiungere la mia stanza, ma notai che la porta era staccata dai chiodi ed era letteralmente impossibile da trovare, quindi dedussi che qualcuno vi era nelle vicinanze.

Feci due passi indietro e provai ad imboccare un altro corridoio, ma fui scaraventata sulla parete opposta. Dolorante mi rialzai a fatica e sgranai gli occhi quando vidi due uomini con indosso l'armatura nera. 

Velocemente appoggiai la mano sul bracciale che portavo al polso, ma subito dopo mi ritrovai da sola. Dov'erano finiti?

«Principessa Jane!», sentii urlare. Adrien mi raggiunse con l'affanno, «vi stanno cercando tutti, dobbiamo andare via di qui!»

Mi afferrò un braccio e mi trascinò al piano inferiore. Non vedevo più uomini, ma sentivo comunque la loro presenza. «Vostro padre ci ha ordinato di tenerne almeno uno in vita, per scoprire chi sono e perché ci stanno attaccando, ma è impossibile anche solo colpirli! Scompaiono improvvisamente!!»

Corremmo fino alle cucine, dove finalmente rividi la mia famiglia. Affiancai immediatamente mia madre, la quale rifletteva sulla situazione. Alcune nostre domestiche avevano perso la vita, infatti eravamo rimasti in pochi, compresi le guardie.

«Quell'armatura l'ho già vista, anni fa, quando ci fu la prima vittima da parte degli scagnozzi di Caleb, ricordate Abel?», chiese lei, rivolgendosi a mio padre. Di cosa stava parlando? Caleb...quel nome era nei suoi racconti.

«Intendete al mercato?»

«Si, vi dissi che avevo visto un uomo uccidere quelle creature.»

«Non ha senso, perché ci attaccano?»

«Vogliono qualcuno o qualcosa, Sire», intervenne Sofia. «Inizialmente non ci stavano attaccando, sembrava volessero prendere qualcosa; aprivano e chiudevano porte, cercavano dietro le tende, ai mobili.»

«Non ci sto capendo niente, non sento più alcun rumore, dove sono?»

«Sire!! Abbiamo controllato ogni angolo del castello, siamo al sicuro!», giunse da noi una delle guardie rimanenti.

Sospirai sollevata ed affiancai Adrien, il quale era ferito al braccio destro. «Siete ferito, state bene?»

«Certamente, nulla di preoccupante. Sono orgoglioso di me, sapete? Sono riuscito a fronteggiarli e a rimanere illeso, penso che vostro padre  sceglierà sicuramente me!», disse con occhi brillanti.

Ridacchiai e scossi il viso, «come potete pensare alla premiazione.»

«Sarò anche inadeguato, ma almeno vi ho fatto sorridere.»

«Siete sorprendete.»

«Perfetto, gli uomini feriti vengano qui, li assisteremo, i restanti tornino nelle rispettive postazioni. Se notate anche solo il minimo sospetto, informatemi immediatamente», ordinò mio padre autoritario.

Durante la giornata restammo tutti con le orecchie ben tese e gli occhi ben aperti. A cena mangiai come un maialino, mentre i miei genitori mi guardavano scioccati, mai avevo mangiato in quel modo, ma l'ansia e la paura dovevo pur smaltirle.

La porta della mia stanza fu rimessa al suo posto, ma quella notte non dormii, troppo spaventata.
Ancora mi chiedevo cosa stessero cercando e perché.

Nel momento stesso in cui stavo per chiudere gli occhi, qualcosa batté alla mia finestra. Pensai fosse solo frutto della mia immaginazione, ma ben presto quel rumore ritornò.
Infastidita mi alzai e aprii le tende, ma non vidi nessuno nel giardino.

Un luccichio da lontano, però, catturò la mia attenzione. Sembra un fuoco con fiamme altre e poi basse, alternandosi ripetutamente.

La ragione lasciò spazio alla curiosità e decisi di indossare il mio manto bianco sulla veste da notte ed uscire fuori. Oltrepassai il portone e subito dopo mi ritrovai nel mio immenso giardino.

Andai alle spalle del castello e mi concentrai sul punto dove poco prima avevo visto il fuoco, ma al suo posto non c'era nulla.

«Vi ho sempre detto di non darti ascolto alla vostra curiosità, finirete per cacciarvi in guai seri», disse un uomo con la voce bassa.

Spaventata mi voltai verso lui e ciò che vidi mi fece sgranare gli occhi. «D-Damon?»

«Ciao Jane, da quanto tempo, mi hai reso la missione molto più semplice.»

Avanzò verso di me e, analogamente, io feci un passo indietro, ma andai a sbattere contro qualcosa di duro. Con l'affanno causato dalla paura, mi voltai verso questo e vidi ancora una volta quella maledetta armatura nera.

«Siete stato voi? Perché?», chiesi, mentre mi sentii afferrare le braccia. Riuscii a lanciare un urlo, prima di scomparire nel nulla.

Spazio Autrice:
Capitolo un po' più corto, ma ricco di informazioni, avete capito chi sono?

PS: qui sotto pubblicizzo alcune storie delle ragazze che hanno vinto il mio concorso, inoltre vi invito a seguirmi sulla mia pagina Instagram, dove avevo già postato spoiler ed avvisi riguardanti il ritardo dell'aggiornamento.

-Attack on Titan|La storia
di AsiaSharpeblade04

-Welcome in the Madness
Di pauranellevene

Sentimenti Mai ProvatiWhere stories live. Discover now