Capitolo X

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Olevano Romano, 10 maggio 1916

Le notizie sulla guerra arrivavano ogni mattina con i quotidiani: nonostante le Solari ricevessero spesso notizie dei loro cari, quelle parole così cupe stampate su carta gettavano un'ombra sui loro volti.
<< Spero che questa guerra finisca presto. Ogni anno che passa mi sembra sempre più inutile >> affermò la contessa Isabella, a capotavola durante la colazione.
<< A me è sempre parsa inutile >> commentò Francesca, mentre sorseggiava la sua tazza di tè.
<< Giuliano dice che il problema vero sono gli Inglesi. Sono irriducibili, si fermano solo se li abbatti... >> dichiarò Lucia.
<< Lucia! Queste parole a tavola... >> la rimproverò sua madre.
<< È la verità! >> protestò la giovane contessa. Evidentemente non le aveva ancora perdonato la separazione da Emilio e soprattutto dai suoi soldi.
Francesca e Greta si guardarono: erano sicure che sarebbe scoppiata una lite, quando Damiano Parisi entrò nella sala da pranzo.
<< Contessa, c'è il principe Renato Giardini che chiede di essere ricevuto >> le informò.
<< Il principe Giardini? >> si alzò da tavola Greta, in preda all'eccitazione.
Isabella guardò incuriosita e soddisfatta la reazione di sua nipote: già una volta un'unione tra i Solari e i Giardini non era andata in porto; questa volta non poteva sbagliare.

                                     ***

Lo raggiunsero nella sala degli ospiti. Non appena gli occhi di Greta si posarono su di lui brillarono: era bellissimo, con il suo completo bianco, sembrava un principe azzurro uscito da un libro di fiabe che sua madre le leggeva quand'era bambina.
Renato ricambiò lo sguardo di lei e sorrise.
<< Caro principe, siamo molto contente della sua visita! >> esordì la contessa Negroni, porgendogli una mano che lui baciò senza toccare con le labbra.
<< Ammetto che c'è un motivo per cui non riesco a stare lontano da questo posto, da questa casa e soprattutto da questa famiglia... >> cominciò Renato, guardando sempre Greta, che arrossì.
<< E quale sarebbe questo motivo, principe? >> s'intromise Lucia, anche se in cuor suo immaginava la risposta: coincideva con la gioia di sua cugina, la sera precedente.
<< Vostra nipote, Greta >> ammise il principe. A sentirsi chiamare, la ragazza si incamminò verso di lui e gli prese la mano, con un sorriso a trentadue denti.
<< Voi... vi amate? >> fece Francesca, stupita.
<< Fin da quando ci siamo incontrati per la prima volta, quattro anni fa nel salotto di Palazzo Solari, non ho fatto altro che pensare alla contessina Greta. Mi sentivo in colpa verso mia moglie e verso mio figlio, quello lo confesso. Ma adesso il destino mi ha dato la possibilità di innamorarmi di nuovo, dunque sono venuto qui, a chiedere a voi la sua mano... >> continuò lui, guardando prima Isabella, poi Francesca e infine Lucia.
La contessa sorrise compiaciuta.
<< Se dipendesse da me, vi darei il permesso di sposarvi anche domani. Ma sapete bene che bisogna aspettare il ritorno, almeno temporaneo, di mio cognato il conte Solari... >> gli ricordò.
<< E io quello di mio padre, ma sono sicuro che entrambi saranno d'accordo >> decretò Renato, stringendo con più calore la mano di Greta.
La ragazza represse a fatica i suoi istinti: se l'etichetta glielo avesse concesso, lo avrebbe baciato lì, davanti a tutti.

                                     ***

Genzano, 10 maggio 1916

<< Non se ne parla! Un altro accordo matrimoniale con i Solari no! >> sbottò il principe Paolo Giardini non appena suo figlio gli comunicò l'intenzione di convolare a nozze con la terzogenita del conte Aristide. Passava sempre più tempo a letto, ma il suo carattere era quello scontroso di sempre.
<< Ma perché ti opponi tanto? Forse ancora ti irrita l'accordo saltato tra Teresa e il conte Giuliano? >> domandò esasperato Renato.
<< L'ho già detto a tua sorella, all'epoca. I Solari non me la raccontano giusta >> sentenziò il padrone di casa.
<< Li stai giudicando male >> puntualizzò il primogenito di casa Giardini.
<< E tu sei troppo ingenuo. Ma non li hai guardati bene, il conte Solari e la contessa Negroni? Sono rimasti vedovi nello stesso frangente, e più che fratello e sorella mi sembrano due esseri che pensano con lo stesso cervello... A volte li osservo e penso che possano aver ucciso qualcuno... >> commentò disgustato il primo.
<< Siamo in debito e in torto con i Solari. Non dovrebbero neanche passarti per la testa queste cose... >> ribatté il secondo.
<< Come volevasi dimostrare, sei un ingenuo... >> insistette Giardini, ma un violento attacco di tosse gli sconquassò il petto, costringendolo a portarsi il fazzoletto bianco alla bocca.
Renato guardò gli effetti della tubercolosi su suo padre, la stessa malattia che gli aveva portato via l'amata moglie Oriana: presto avrebbe lasciato questo mondo, doveva fare in maniera di ottenere la sua benedizione.
Non immaginava che sarebbe stato più facile del previsto: inavvertitamente Teresa aveva ascoltato tutta la conversazione.

Tutta la vita che non abbiamoNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ