15. Che diavolo ci fai in casa mia?

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“Ma tu conosci la bellezza dell'adagiarsi
su un sorriso e pensare: "Ecco, è questo il mio posto adesso. Sorride per me e grazie a me, forse vorrò rimanere qui per un bel po' "?
Perché io sì, ed è da quel sorriso che sono caduta
e poi mi sono fatta male.
Esattamente nel momento in cui ho capito che, quel sorriso,
non era più rivolto a me. ”



Pensavo davvero che una passeggiata insieme a Riley e Bonnie potesse  cancellare il senso di colpa che ormai si è abbarbicato dentro di me.
Mi sono sempre guardata dal dire parole fuori luogo o che potessero ferire gli altri. Non volevo lasciarmi avvolgere dalla rabbia come Ruth. Eppure, dopo essermi messa per l'ennesima volta sulla difensiva, è successo di nuovo.

«Hai davvero visto Sasha insieme a Cruella?», Riley fa una piroetta intorno a me e poi mi fissa con occhi spiritati.

«Purtroppo», mi lascio sfuggire a voce alta e stringo più forte le cinghie dello zaino. Fisso la mia ombra che si riversa sul marciapiede e noto il dondolio del piccolo pupazzetto di pezza attaccato alla cerniera.

Bonnie si ferma e aggrotta le sopracciglia. «No, un secondo. Perché purtroppo? A te cosa frega?»
Questo è il momento esatto in cui inizio a scavarmi una fossa per buttarmici dentro da sola?

Riley smette di leccare il gelato, rimane con la lingua di fuori e gli occhi ancora inchiodati su di me. Sbatte lentamente un paio di volte le palpebre, lecca di nuovo il gelato e si schiarisce la voce.
«Vuoi dire che, insomma, tu provi dell'interesse per quello lì?», domanda inarcando entrambe le sopracciglia.

Bonnie si porta una mano davanti alla bocca, nascondendo un sorriso malizioso.
Riley mi dà una gomitata incitandomi a sputare il rospo e ci fermiamo davanti alle strisce pedonali. Nel frattempo, sicuramente la sfumatura che hanno assunto le mie guance potrebbe fare invidia al rosso del semaforo.
«Non è quel tipo di interesse, in ogni caso. A me lui non piace proprio, anzi. Il suo modo di vivere avulso dal resto del mondo mi dà sui nervi», affermo, arricciando il naso.

Riley mi prende a braccetto e lecca un'altra volta il gelato, poi mi sorride.
«Sai, penso sia proprio questo ad averti incuriosita», Bonnie ci riflette un po' su, poi mi lancia un'occhiata  lunga.

Riley ridacchia e aggiunge: «Perché è più o meno come te. Non credo a quella stronzata degli opposti che si attraggono. A volte è molto più sano essere attratto da chi è simile a te. È più facile capirsi, supportarsi, condividere passioni. Capisci? È probabile che ciò sia appena successo a te», mi dà un buffetto sul naso e faccio una smorfia.
Io e lui non abbiamo assolutamente niente in comune. Perché afferma una tale sciocchezza? Solo perché entrambi non amiamo farci notare troppo dagli altri non significa che siamo fatti allo stesso modo.

«Non è assolutamente come dici tu. Penso tu abbia letto troppi romanzi, Riley», allungo il passo, superandola. Un povero tentativo di sfuggire al suo sguardo indagatore.

«Può darsi che tu abbia ragione, Chandra», liquida l'argomento con un'alzata delle spalle, ma poi la vedo stringere la mano a Bonnie.

«Io scommetto dieci dollari che Chandra cederà per prima», dice lei con tono serio.

«Sarà Sasha a cedere, vedrai. E se succederà, mi dovrai invitare a cena, non importa dove», e, così, senza neanche darmi il tempo di ribattere, scommettono davanti a me.

«Perché ho accettato di uscire con voi due?», chiedo, alzando gli occhi al cielo con fare ironico.

«Stiamo scherzando, Chandra!», grida Riley alle mie spalle.

«Sì», conferma Riley con un filo di voce.
Camminiamo ancora un po', poi la sento bisbigliare: «Ma la nostra scommessa sarà ancora valida, vero?»

Un bacio dall'altra parte della lunaWhere stories live. Discover now