32. Siamo proprio incasinati, vero?

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The night will hold us close
And the stars will guide us home
I've been waiting for this moment
We're finally alone

-Mr.Kitty, After Dark

Dopo aver letto l’ultima lettera di Sasha il mio cuore non fa altro che urlarmi: corri da lui!

Ma il mio cervello mi consiglia di valutare con attenzione la situazione.

Prima probabilmente avrei rivolto lo sguardo verso il cielo e avrei chiesto a papà di illuminarmi la mente.

Adesso invece sono seduta davanti alla toeletta e fisso il mio riflesso allo specchio. E questa volta mi rivolgo a me stessa e provo a sorridere, dandomi uno di quegli abbracci in grado di farmi sentire meno sola.

Mi sento in una trappola dalla quale non riesco a liberarmi. Il profumo che aleggia nella stanza, la stessa disposizione delle foto di sempre, le pareti che sembrano sul punto di comprimermi ogni volta che mi sento soffocata. Ogni dannato giorno le stesse sensazioni e la stessa situazione. È come un loop infinito che mi trattiene e mi sbatte in faccia la realtà che vivo ancora e ancora fino a prosciugare tutte le mie energie. Ed è così triste ammettere che se non fosse stato per Sasha, io probabilmente sarei andata via da un po’.

Afferro il cellulare dal comodino e lo infilo nella tasca posteriore dei jeans insieme agli auricolari, poi esco dalla mia stanza e mi fermo non appena sento una voce maschile provenire dalla stanza di mia sorella.

Mi avvicino lentamente, cercando di non fare rumore, ma la risata soffocata di mia sorella mi fa sobbalzare. Ogni suono da lei emesso è un brivido che si aggrappa al mio corpo e che annienta la mia tranquillità.

Appoggio l’orecchio sulla superficie fredda della porta; le loro voci sono abbastanza cristalline. Rimango con la mano ferma sul pomello dorato, ma non appena capisco che si tratta di Gregory, lo stesso tizio che aveva portato in casa qualche settimana fa, tolgo la mano e deglutisco, indecisa se allontanarmi o restare qui ad ascoltare la loro conversazione.

«Anche se sarà difficile, in qualche modo riuscirò a portare quella stronzetta alla follia», dice Ruth con un tono soddisfatto.

«Tua madre non l’ha ancora capito?», chiede Gregory.

Stanno parlando di me.

Non so se sia una buona idea o meno, ma l’istinto mi dice di farlo. Forse mia madre mi crederà finalmente.

Prendo il cellulare dalla tasca e inizio a registrare la loro conversazione, avvicinando il cellulare alla serratura della porta.

«Quella non è mia madre», ribatte inacidita. «E comunque è troppo presa da se stessa al momento. Non è in grado di fare caso a certi dettagli. E, inoltre, Chandra è quasi finita sulla sua lista nera. Non fa altro che disubbidire e sparire senza dare spiegazioni».

«Non ti sembra di essere un po’ troppo cattiva? Non fraintendermi, piccola, io adoro questo tuo lato da stronzetta, ma forse ti stai spingendo oltre il limite questa volta», cerca di spiegarle. Per una volta mi trovo ad essere  d’accordo con lui. Qualsiasi cosa abbia in testa mia sorella, so già che recherà dolore e porterà soltanto altri guai.

«Chiuderla in un manicomio mi sembra il minimo. Tu non puoi capire», fa una breve pausa, poi riprende a parlare, «Io ho trovato quelle dannate lettere, ho letto le stronzate che scrive e la rende ancora più patetica. È alla continua ricerca di attenzioni ed è schifosamente bisognosa di affetto. Lei merita di stare lì, tra i pazzi come lei. Dopotutto, volersi buttare dal tetto della scuola non mi pare proprio una cosa da persone mentalmente stabili», ridacchia divertita. Ho la pelle d’oca. Le pareti dello stomaco si irrigidiscono e una fitta mi trafigge il petto. Sta parlando di me come se fossi la sua peggior nemica.

Un bacio dall'altra parte della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora