La donna di nessuno🔥

-2- Socio🔥

😀Ciao, mi farebbe piacere sapere se qualcuno di voi abbia iniziato questa lettura dopo avermi già conosciuta tramite una, o più d'una, delle mie altre storie!🤓

Spero di riuscire a coinvolgervi o a travolgervi anche in questa nuova avventura.😎

Unica richiesta che vi faccio è di commentare o lasciare qualche stellina⭐️ per..... favore? E anche per farmi FEEEEEELICE❤️

"Alzati immediatamente" qualcuno mi sta strattonando per il braccio ferito e mi tira in malo modo per costringermi a rimettermi in piedi.

Devo essere crollata in un sonno molto profondo per non averlo sentito arrivare e anche in questo momento non riesco a metterlo completamente a fuoco. Devo aver prosciugato interamente le energie.

"Ora sta zitta e vieni con me" non ho nessuna intenzione di seguirlo senza prima chiedergli chi sia ma quando due coppie di fari fanno il loro ingresso nella via e rallentano in prossimità della casa dei miei mi accodo a lui di buon grado con le spalle ricurve e le mani allacciate tra loro.

L'uomo mi fa accedere alla casa che mi sorprendo di ricordare ancora così bene, alzo la testa per guardarmi intorno sperando di vedere qualche oggetto o soprammobile che mi ricordi tutto il tempo che ho trascorso qui ma purtroppo non ne vedo nessuno e non posso fare a meno di emettere un lieve sbuffo di delusione.

"Giù" i suoi ordini sono secchi e non ammettono repliche, mi tiene la porta della taverna aperta e mi fa cenno di passare per prima.

"Ok, ok" alzo le mani e mi aggrappo al corrimano per scendere i ripidi scalini. Ho dei brutti ricordi con queste scale, mi ci sono ribaltata più e più volte facendomi un male cane e adesso non è proprio il caso di rifarlo.

Non faccio in tempo a poggiare il piede sul pavimento di mattonelle di cotto che vengo spinta all'indietro e cozzo sulla parete.

"Ma ehi!" il polso insanguinato mi manda fitte fino alla spalla.

"Ehi socio, abbiamo un'imbucata. Sono arrivato e l'ho intravista nell'ombra che dormiva. Deve essersi intrufolata qua stanotte, non so perché e nemmeno chi sia. Vuoi che la controlli io o fai tu?"

Socio? Cazzo... avrei dovuto ragionare sul fatto che potesse essersene andato via di casa, sono passati così tanti anni. Perché sono stata così impulsiva? Di certo non abiterà più qui! Chissà in che mani sono capitata... ma... sembra... proprio lui.

Il gigante che mi ha trascinata qui sotto si sposta di lato e riesco a intravedere il viso del ragazzo che sta seduto sul divano con la chitarra in mano.

Senza pensarci sorrido di sollievo e mi prendo un attimo per guardarlo e registrare nella mente quanto sia cambiato dal bambino con il quale giocavo quasi tutti i pomeriggi.

Tutta la felicità che mi ha pervasa però, in pochi attimi viene soffiata via quando lui si alza e in due falcate mi è davanti. I suoi occhi castani mi scrutano e si soffermano più volte sulle labbra che socchiudo travolta dal ricordo del nostro timido unico bacio quando eravamo alle elementari.

"Io..." non mi lascia finire la frase che mi afferra con forza il polso sinistro e un gemito di dolore mi strozza.

"Di chi sei?" è come se riuscisse a graffiarmi l'anima con la voce.

"Io... sono io... ti prego" sussurro mentre lui mi fa voltare con un'unica rapida mossa e mi spinge sul muro torcendo il braccio dietro la schiena.

"Ti prego... non spingermi così...forte" le lacrime rompono l'argine e scorrono sulle guance.

Mi strattona il giubbotto e scioglie la manica messa a mo di benda.

"La signorinella si è dilaniata il braccio per togliersi il bracciale... di chi sei?" l'uomo che mi ha catturata si è riavvicinato e, afferrandomi per una spalla mi preme ancora di più contro la parete.

"Samuele... sono io... Demetra" lo zigomo premuto contro il muro sta iniziando a far male e sono costretta a tenere l'occhio socchiuso.

"Lasciala!" Samuele sembra essersi calmato di colpo e mi lascia immediatamente come se l'avessi bruciato intimando il suo socio a fare lo stesso.

"Ma..." ribatte lui.

"Fa come cazzo ti ho detto! E vattene. Oggi non ho tempo di parlare con te" lo congeda.