-9- Beccata!🔥

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Ormai mi sembra di essermi specializzata nella pianificazione e attuazione di fughe silenziose, è come se lo facessi da sempre, mi riempie di sicurezza il fatto di esserci riuscita la prima volta.

Anche se quella probabilmente era andata bene per il solo fatto di non avere troppe speranze, ci ho provato e basta e come sarebbe andata non avrebbe fatto troppa differenza, sapevo che non avrei potuto provarci una volta ancora.

Afferro il giubbotto scamosciato sporco di sangue rappreso e me lo getto sulle spalle, manca solo una settimana a Natale e fuori deve fare molto freddo. A causa delle due magliette e della felpa presa in prestito non è semplice chiuderlo, non è decisamente il modello adatto a vestirsi come dei palombari al di sotto.

Non ne avevo bisogno fin quando ero la moglie di Derek, non dovevo fare più di qualche metro fuori in balia delle intemperie, giusto il tempo di scendere dalla macchina confortevolmente riscaldata e fare qualche passo fino all'entrata del ristorante oppure del teatro e tante altre cose simili e uguali nell'essenza.

Ah Derek...

Derek, quel completo stronzo!

Quel mezzo pazzo che mi ha drogata quando mi sono ribellata alle sue richieste e mi ha picchiato quando ho smesso di comportarmi come la mogliettina perfetta.

Quel totale stronzo che mi ha imbottito di medicine quando ha saputo che ero rimasta incinta.

Mi asciugo con rabbia le guance ed esco chiudendo silenziosamente la porta del garage dietro di me. Alzo la testa verso la finestra che so essere della cucina e mi accorgo che la tendina è spostata di lato, come se qualcuno la stesse tenendo, per un momento mi si mozza il fiato in gola ma poi, aguzzando la vista metto a fuoco il viso rotondo della madre di Samuele che sta seguendo ogni mio movimento e fa un lieve cenno di assenso nella mia direzione.

La remota idea di non starle più tanto a genio si conferma in un attimo, non vedeva l'ora me ne andassi e non penso correrà a perdifiato per avvisare il figlio della mia fuga.

Purtroppo per lei però non ho alcuna intenzione di allontanarmi di molto, c'è una tappa fondamentale che devo fare nell'ipotesi di riuscire a lasciare per sempre questo posto. Sistemo lo zainetto in spalla, calco il cappuccio sulla testa e percorro la via a ritroso avvicinandomi alla mia casa d'infanzia. Non vorrei destare troppo l'attenzione scavalcandone il portone così le lancio una fugace occhiata e la supero con il cuore pesante. Mi fa male vederla così malridotta.

Infilo la mano nella tasca del giubbotto e stringo forte il pezzo di ferro che ho rubato da uno dei cassetti della taverna nella quale ero ospite fino a qualche minuto fa, sembra quasi capace di infondermi del coraggio. O quasi.

Non farti prendere dalla foga, piano piano...

Faccio il giro dell'isolato e mi fermo nei pressi di una rete che con tutte le sue forze cerca di contenere una vegetazione incolta il cui unico obiettivo è quello di farla cedere.

Dopo essermi guardata intorno mi infilo in uno spazio, sicuro opera di qualche bambinetto particolarmente avventuroso, e vengo abbracciata da sterpi e arbusti che graffiano tutto ciò che riescono a raggiungere.

Penso la probabilità di non prendere una zecca sia tipo molto vicino al 3%, il che forse è anche troppo...

Mi faccio strada tra le erbacce e raggiungo il giardino sul retro che è circondato da una ormai vecchia e decadente recinzione sulla quale si sono arrampicate varie piante selvagge. Appoggio il piede sul muretto e mi spingo su facendo attenzione a non impigliarmi nei vecchi fili di metallo.

Avvicinandomi alle scale che mi consentiranno di accedere alla taverna, la cui porta è più semplice da forzare, accarezzo i fili dello stendibiancheria che sono stati talmente tanto consumati dal vento e dal sole che si sono sgretolati e ne restano integri solamente pochi centimetri.

Chissà se la vicina è ancora la stessa.....

Penso di sì e se lo fosse, non sarebbe di certo saggio sostare ancora qui fuori alla pallida luce del sole nascosto dietro le nuvole.

Come da programma la serratura della taverna si apre con facilità ma sono costretta a darle una spallata per far sì che si apra. Deve essere completamente incastrata da anni e anni di sporcizia accumulata.

Il tour niella vecchia abitazione dei miei genitori sta per concludersi, ho ispezionato per ben due volte tutte e quante le stanze, ponendo particolare attenzione nella camera da letto dei miei genitori alla ricerca di una lettera, un foglio o anche un indizio meno esplicito che potesse farmi capire la loro attuale ubicazione.

Non ho davvero più molto tempo e mi sembra chiaro che i miei genitori mi abbiano abbandonata, non gli è mai importato con chi mi avessero fatta maritare e di certo non se ne sono mai sentiti responsabili dopo che ho varcato questa soglia per l'ultima volta il giorno delle nozze.

Il timore che nutrivo di non trovare più niente nemmeno in camera mia invece fa in fretta a lasciarmi per far posto allo stupore, tutto è esattamente al proprio posto come lo avevo lasciato, o quasi. Nemmeno la mia stanza deve essere stata risparmiata dall'incursione degli uomini di Derek, anche se sembra che qui abbiano avuto un po' più di rispetto.

Spingo via con un piede un vaso con all'interno una pianta secca e apro le ante dell'armadio. Il buio più nero che io abbia mai dovuto affrontare mi minaccia dall'interno dei quattro pannelli di legno.

Lascio cadere lo zaino a terra e lo apro per poi incastrare la pila tra i denti e iniziare a frugare tra i vecchi vestiti, ne arraffo qualcuno e lo getto all'interno della sacca ai miei piedi borbottando indispettita.

Se avessi trovato un altro rifugio invece che correre da Samuele a quest'ora gli scagnozzi di Derek avrebbero già perquisito l'abitazione e io, sempre se fossi riuscita ad evitarli fino a quel glorioso momento, mi sarei potuta stabilire qui. Invece non appena Samuele si accorgerà della mia assenza questo sarà il primo posto che verrà a setacciare.

Mi sono giocata un tetto sulla testa...

Strattonando maldestramente un cappotto urto un termos che cade a terra facendo un baccano unico.

"Shhhhh, ti prego" lo raccolgo frettolosamente e lo stringo al petto pregando che i rimbombi metallici cessino presto poi lo rigiro tra le mani.

"E tu chi saresti?" bisbiglio svitandone il tappo di metallo.

Non avevo mai posseduto un oggetto del genere, probabilmente i miei devono averlo comprato qualche tempo dopo la mia partenza...

Provo ad agitarlo e qualcosa sbatacchia in risposta.

"Bingo..."mi sfilo di bocca la pila e l'avvicino per indirizzarla all'interno quando una voce profonda urla il mio nome che viene in parte coperto da tonfi pesanti sulla scala di legno.

"Merda...merda merda"

Con un piccolo click la pila si spegne e il buio mi avvolge, faccio difficoltà ad individuare lo zainetto e a cacciarci dentro il termos di metallo la cui caduta viene attutita dai vestiti appallotolati alla rinfusa. lo sollevo e me lo isso di nuovo in spalla trattenendo il respiro.

Sono nel bel mezzo della stanza ed è come se sentissi la presenza del nuovo arrivato sostare sulle scale, non oso muovere un muscolo e chiudo gli occhi obbligandomi a respirare pianissimo, centellinando l'aria che inspiro.

Ti prego, ti prego, ti prego

Non riesco a pensare ad altro, ma quando lui si muove verso la camera dei miei genitori mi illudo che le mie preghiere siano state ascoltate.

Muovo qualche passo trattenendo il fiato. Dopo aver preso in considerazione, e scartato, l'idea di nascondermi nell'armadio come avrei fatto se fossi stata bambina, mi faccio forza e coraggio, strizzo gli occhi cercando di intravedere qualcosa per destreggiarmi meglio nel buio e mi avvicino alla porta.

Nessun movimento, nessun rumore.

Via libera!

Mi slancio e imbocco le scale scendendole di volata stringendo il corrimano all'altezza della curva per recuperare qualche secondo librandomi nell'aria. Atterro sull'ultimo scalino facendo più baccano del dovuto, la caviglia mi duole... non sono proprio più abituata a fare certe cose come quando ero piccola.

Sento la libertà sulla pelle quando stringo nella mano la maniglia che mi porterà alla taverna...

Due mani si stringono con forza sulla mia vita.

"ECCOTI QUA"

La donna di nessuno🔥Where stories live. Discover now