-11- La nuova tana🔥

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Pov Demetra

Non posso crederci di aver veramente ceduto alle parole di Samuele, ma l'ho fatto unicamente perché ho annusato che sotto sotto deve esserci qualcosa di molto importante. E' inutile che continui con la sceneggiata che io sono un pericolo e che vuole che io resti con lui per la pura bontà del suo cuore.

Sotto ci sono interessi che non vuole che vengano cambiati, e io voglio scoprire di cosa si tratta.

Nuovamente sotto la sua protezione sono stata alloggiata da un'altra parte. Casa sua, a quanto pare, non sarebbe stata un rifugio sicuro per me ancora per molto.

Avvicinandomi alla finestrella velata di condensa quasi mi pento di aver pensato di andarmene, le temperature si fanno sempre più rigide e trovarmi in questa piccola casetta umida mi fa solo immaginare cosa avrei provato a stare fuori senza un riparo.

"Ho portato della legna, il camino è pulito?" Samuele avanza con le braccia cariche di ciocchi che si schiantano al suolo nei pressi del focolare pulito da cima a fondo.

Annuisco e mi faccio silenziosamente avanti per sistemare.

"Sta lontana, non voglio ti prendi una scheggia" poi dispone con precisione i legni sopra alcuni fogli di giornale accartocciati e ci avvicina l'accendino.

"Dovrebbe scaldarsi in un attimo ora" Samuele si batte le mani sui calzoni e si guarda attorno "hai fatto miracoli qui"

"Ho solo rimesso in ordine... non ci ho messo niente"

Mi avvicino incuriosita al camino e annuso il profumo che si sta spargendo per la stanza, non ne ho mai sentito uno simile.

"E' cedro" risponde lui alla mia domanda silenziosa.

"Mi ricorda... qualcosa..." chiudo gli occhi e inspiro ancora a pieni polmoni.

"E' lo stesso che avrai sentito andando in sauna, o usando quella che avevi a casa" il tono di Samuele è cambiato impercettibilmente.

"Nemmeno Derek era tanto ricco" riapro gli occhi di colpo nauseata e mi allontano di fretta puntando al divano sul quale mi accomodo.

"Sam?"

"Mmh?" è piegato verso il piccolo frigo intento a cercare qualcosa.

"Secondo te i miei genitori si sono sentiti sollevati di avermi fatto sposare con lui solo perché era un buon partito economicamente parlando?" spesso questo interrogativo aveva riempito la mia mente negandole la pace.

"Non saprei e non è mia abitudine pensare per gli altri, né mettergli in bocca parole che non so se abbiano detto. Per quanto, dal ricordo che conservo della tua famiglia, non mi hanno mai dato l'impressione di volersi liberare di te... per contro hanno anche rifiutato, assieme ai miei genitori, la nostra proposta di farci unire. Negandoti, lo sappiamo, la felicità."

Le sue parole mi zittiscono per un po' inducendomi a ragionare.


Pov Samuele

Demetra raccoglie le gambe sotto al corpo e allunga le maniche della felpa fino a coprirsi le mani per poi scostarsi qualche ciocca di capelli dal viso.

Ci sono tante cose delle quali dobbiamo parlare ma non ho ancora chiaro in mente quando sarà il momento giusto per farlo.

"Samuele...?" tenta con voce sottile. Penso di averla ferita con le parole.

Grugnisco in risposta per farle capire che sto ascoltando e mi accascio sul divano accanto a lei portando la lattina di birra alle labbra. La guardo di sottecchi, si sta tormentando le mani nervosamente.

"Di che ti occupi?" non è di certo la prima volta che me lo chiede e la mia risposta è un sorrisino di scherno al quale lei risponde stringendo le labbra infastidita.

"Torno a casa troppo tardi cara?" la sfotto e lei si imbroncia ancora di più.

"No, semplicemente vorrei sapere cosa ha fatto il mio... migliore amico in questi anni" è dubbiosa.

"Il tuo migliore amico eh?" ruoto la lattina facendo sciabordare il poco liquido rimasto all'interno "non ti basta sapere che ti sto proteggendo?"

Da come mi guarda mi rendo conto che sospetta qualcosa, ma temo che abbia totalmente travisato, anche se per il momento non ho alcuna intenzione di svelarle niente.

Demetra si mordicchia le labbra e mi fissa, convinta che non lo noti.

"Parla, ti conosco, ti si legge in faccia che devi dire qualcosa quindi..."

"Sono sinceramente interessata, gli anni sono passati e vorrei recuperare qualche tassello".

"Peccato però non sarebbe uno scambio equo, tu non devi svelarmi molto" vengo interrotto da un suo squittio.

"Come?" le guance le si stanno tingendo di rosso.

"Beh mi pare abbastanza ovvio anche senza aver indagato...sei scomparsa e sei andata in moglie a Derek, un uomo davvero molto influente, non voglio dire che abbia degli affari loschi ma è davvero rispettato. Avrai assolto egregiamente i tuoi compiti di moglie, soddisfatto tuo marito in tutti gli ambiti, soprattutto in camera da letto dove eri obbligata a farlo, avrai sfornato qualche bambino... fino a che non ne hai avuto abbastanza della tua vita da regin..."
Demetra si alza di scatto, le guance in fiamme, gli occhi indemoniati.

Quando apre la bocca vomita le parole con una rabbia che mai avrei creduto potesse annidarsi in lei.

"Mi sembri sempre più simile a quella merda che era mio marito e di me, come lui, non hai capito proprio un cazzo!"

Mi si avvicina a mano tesa tanto che per un momento mi convinco di essere li li per ricevere un bello schiaffo in pieno viso, ma il bersaglio non ero io. Pochi istanti più tardi la lattina che reggevo mollemente in mano va a svuotare il proprio contenuto sul pavimento dall'altro lato della stanza.

Alzo un sopracciglio incitandola ad arrivare fino a dove vuole, anche se il suo comportamento mi ha impressionato, la donna che ho davanti sta dimostrando un carattere del tutto diverso da quello al quale ero abituato.

Demetra si avvicina ancora e china leggermente il busto per avvicinarsi minacciosa e puntarmi il dito al petto, le narici talmente dilatate che non mi stupirei affatto di vederne uscire del fumo.

"TU! Tu sei diventato come tutti gli uomini che mi è toccato conoscere! Tu che millanti la tua superiorità, tu che pensi di essere migliore di loro ma alla fine non ti discosti molto da Derek... la differenza sta solo nel fatto che sei povero" il suo indice sbatte più e più volte al centro del mio petto che si alza e abbassa profondamente mentre cerco di trattenere l'ira che mi sta montando dentro.

"Vorrei farti notare i rischi ai quali mi sono esposto per te" ringhio e spero capisca di stare esagerando.

"Non ho messo in dubbio il tuo aiuto nel momento del bisogno, parlo delle tue idee di merda che ti portano a conclusioni del tutto fantasiose. Voglio che tu sappia che stai prendendo un sacco di cantonate" sbatte per l'ennesima volta l'indice sulla maglietta e in un attimo le afferro la mano stringendola tanto da sentire le ossa scricchiolare.

"Non penso tu possa permetterti certe libertà, vedi di darti una calmata" stringo ancora la presa fino a farla gemere di dolore e la attiro verso di me finché i nostri nasi si sfiorano "non devi permetterti"

"Non... cazzo! Sei diventato uno stronzo" sputa facendo forza sulla mano ingabbiata nella mia e si tira indietro liberandosi.

Resto in silenzio mentre Demetra si avvicina al caminetto massaggiandosi la mano arrossata.

Le fiamme rossastre le danzano alle spalle incorniciandola, abbracciando le sue curve che stanno leggermente ammorbidendosi.

La donna di nessuno🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora