-8⭕️- Due🔥

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Dei passi pesanti scendono la scala facendone scricchiolare i vecchi gradini e mi affretto a ricacciare all'interno del cassetto i pezzi di carta che ho in mano ma la figura di Samuele raggiunge i piedi della scala prima ancora che io riesca ad occultare il misfatto.

"Non mi piace che frughi in giro" mi riprende guardandomi con sospetto e rabbia.

"Lo so, ma non..."

"Non mi interessa, non voglio che ricapiti" mi interrompe avvicinandosi a me.

"Lo so, mi spiace tanto è che..." mi sento arrossire sotto al suo sguardo, non posso permettermi di ammettere di essere annoiata.

"Devo parlarti"

A queste parole sento le gambe farsi molli, e vorrei tanto sedermi, invece mi faccio forza e prego non voglia dirmi qualcosa che mi costringerà a tornare a vagare per strada all'addiaccio.

Anche se effettivamente sono stata io la prima a fargli intendere che anche se mi ritrovassi per la strada sarei forse più contenta... STUPIDA

Samuele sostiene il mio sguardo curioso ma non fa un fiato, aggrotta le sopracciglia e sembra mordersi la lingua studiandomi sempre più attentamente.

Una lotta sta infuriando dentro la sua testa, mi pare quasi di sentirne le grida di guerra.

Di certo quel qualcosa che deve dirmi è molto importante ma il fatto che non sappia come farlo o se farlo è molto interessante. Solo per un momento che dura nemmeno mezzo secondo sembra stia per aprire bocca e mettermi al corrente.

Ma l'idea viene presto accantonata, tende la mano e con l'indice segue i contorni della mascella e delle guance provocandomi dei brividi che non so dire se siano di eccitazione o di tensione.

Le sue dita vagano ancora spingendosi fino alla nuca e aggrappandosi ai miei capelli mi fa inclinare indietro la testa per incollarsi alle mia labbra con passione.

Gemo e gli afferro i gomiti tra le mani, facendole scorrere sugli avambracci per cercare di racchiudergli i polsi nei miei pugni, che ovviamente non riescono nel loro intento. Lo allontano per riprendere fiato e lui si sposta pigramente sul collo lasciandoci teneri baci sfiorandomi con la punta del naso ispirando con forza.

"Sam, c'è una cosa che devo dirti"

"Shhh" cerca di zittirmi facendo scivolare le mani sul mio viso per attirarmi di nuovo a se.

"No, Sam, è importante, davvero, devi saperlo" mi agito ancora e lui risponde inchiodandomi alla parete.

"So tutto" mugola sulle mie labbra prima di farle sue ancora una volta.

"No, non tutto..." vengo zittita da un altro bacio e tento di spingerlo via da me con delicatezza.

Samuele mi afferra i polsi e li stringe brutalmente facendomi sfuggire uno strillo di dolore. Per quanto le medicazioni mi abbiano aiutata la pelle è ancora molto sottile ed irritata.

"E' quello che ti meriti se non ti comporterai bene" le sue parole mi fanno sollevare lo sguardo verso il suo viso e alzo le sopracciglia tentando di divincolarmi.

"Samuele! Ti prego ascoltami, non posso tenertelo nascosto, non sarebbe giusto!"

"Perchè non vuoi stare zitta? Lasciati coccolare un po'"

Mi libero dalla sua presa e tanto per mostrarmi impegnata prendo l'accendino e lo avvicino allo stoppino della candela più vicina e a quello dopo ancora.

Glielo devo dire... ma posso sempre dirglielo dopo. Non mi faranno male un po' di attenzioni.

Lentamente poso l'accendino sul bancone e mi sbottono i pantaloni ricordo di una vecchia me per poi farli scivolare lungo le cosce e distendermi sul divano allungato a letto con le gambe nude che ben presto si riempiono di brividi.

Samuele si avvicina con solo due falcate e getta la felpa sul poggiolo del divano con movimenti misurati "ci voleva tanto Demetra?" sogghigna sornione balzando sul divano.

Accarezza il mio naso con le labbra e lo mordicchia piano.

"Stiamo per ovviare al tuo problema con Derek, ne sei sicura?" con l'indice sfiora insistentemente il tessuto della maglia fino a che mi si indurisce un capezzolo che lui inizia a tirare con gentilezza tra indice e medio.

La sua domanda mi coglie alla sprovvista e annuisco imbarazzata, schiudendo le labbra in attesa di potergli permettere di assaporarmi con la lingua.

Samuele però abbassa lo sguardo, a quanto pare di colpo disinteressato alla mia bocca e si concentra sulla pelle della mia coscia destra che solletica e pizzica a piacimento risalendo lentamente verso gli slip, stuzzicandomi oltre il tessuto.

"Diventerai mia, solo mia, comprendi che questo corrisponde ad un altro bracciale vero?" si sbottona i jeans e tenta di alzarmi la maglia che però abbasso prontamente e lo distraggo infilandogli la lingua in bocca. Sospiro rapita dalla passione che mi travolge. Non sarei riuscita ad aspettare che lo facesse lui...

"Non voglio metterti nei guai, Derek è davvero uno stronzo e.." mormoro roca, ma Samuele mi blocca.
"Non sei tenuta a parlare così di tuo marito!" si allontana da me di qualche centimetro rabbuiato in viso.

"Ti importa davvero? Pensavo non fossi dalla sua parte!" mi ritiro anche io e lo guardo con disgusto.

"Primo, non sei nessuno per dire a me da che parte stare, e secondo io non devo rendere conto a te. Oltretutto non ho detto questo. Sto solo ricordandoti che non puoi parlare così del tuo marito né di qualsiasi altro uomo che non sia inferiore a te e di certo ce n'erano già pochi prima, adesso sarà quasi impossibile trovarne uno al quale non dovrai portare rispetto"

Penso il mio viso sia un libro aperto e guardo Samuele con occhi sbarrati pieni di risentimento, non capisco come possa comportarsi in una certa maniera per poi esternare dei pensieri così marci e radicati in una società che si sta lentamente deteriorando e a cui non pensavo si fosse uniformato.

"Vorrei essere lasciata sola"

"Non preoccuparti, io non ho nessuna intenzione di stare in tua presenza"

Mentre le candele vanno consumandosi, lacrime di cera punteggiano il tavolino e la stanza lentamente viene divorata dall'oscurità.

La donna di nessuno🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora