Capitolo 8

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Era impossibile non innamorarsi di Mirko. Lui sapeva che corde toccare per far provenire dal tuo cuore una melodia di miele. Nora ci era andata a letto, ma si era anche innamorata di lui. Non riusciva a controllarlo, non era l’ossessiva dipendenza da Davide, ma un sentimento dolce e struggente. Lo pensava quand’era al buio, quando si toccava le costole e danzava nella sala prove.

Nora era cattiva con tutti, a partire da se stessa. Provare pietà per lei era difficile. A scuola bullizzava le ragazze più in carne, o quelle non degne di essere ritenute belle. Era violenta con Davide e coi propri genitori, che la esponevano come un trofeo.

Mirko prese l'abitudine di incontrarla fuori l'accademia di danza, aspettava la fine delle prove con una barretta di cioccolata in mano. Si preoccupava per lei, voleva esserle amico. Ma forse la motivazione era più profonda e maligna: avvicinarla a lui per separarla da Davide.

Anche il fidanzato la riempiva di attenzioni, sebbene lei lo stesse annullando.

Un giorno Davide si presentò fuori la sala prove con un mazzo di fiori, ma lei tardava ad uscire. Entrò per cercarla, salì al piano di sopra. La sala prove era illuminata in ogni angolo, le sbarre dove le ballerine si sorreggevano erano lucide come il pavimento e le ombre di due persone tremolavano sul soffitto e sulla parete fuori l’ingresso. Davide vide Mirko e Nora nudi, contro il muro, premuti l’uno contro l’altra. Le mani di quello che era suo migliore amico strisciavano sull’intimità nuda della sua fidanzata.

Davide cominciò a piangere senza accorgersene. Appoggiò il mazzo di fiori sul pavimento e scappò via. Mirko e Nora si interruppero. Lui si mise frettolosamente i pantaloni e corse per la rampa di scale, raggiungendo Davide in strada. Lo bloccò per il braccio, la sua stretta fu talmente possente da lasciargli il segno sulla pelle. Gli stessi segni che aveva lasciato a Nora.

Mirko sentì un serpente mordergli la coscienza. Davide piangeva come il cielo spaccato da un fulmine.

-Pensavo mi volessi bene- gli disse Davide. Nei capelli aveva impigliato un petalo di fiore. Mirko lo tolse via, delicatamente.

-Impazzisco di bene per te.-

-No, hai finto di volermene, per farmi ancora più male.-

Davide non aveva dimenticato il dolore provato. Decise di lasciare Nora nel bel mezzo delle spese, non disse una parola e si allontanò. I ricordi feriscono più delle botte e delle parole. Nessuno lo aveva mai ferito tanto quanto aveva fatto Mirko. Non riusciva a farlo uscire dalla sua mente. Mirko lasciò Nora davanti alla vetrina di un negozio, lei ormai era abituata ad essere piantata in asso così, si sentiva l’Arianna di un eroe che aveva sbagliato ad amare.

-Davide, parliamo- Mirko seguiva Davide a grandi passi.

-Non voglio.-

-Ma io sì- lo girò con forza. Nelle sue mani il ragazzo era come una bambola.

-Mirko, basta- Davide non aveva forze -devi lasciarmi solo. Vuoi scoparti ancora la mia fidanzata? Va bene, tanto io e Nora a breve ci lasceremo e dubito che a lei io sia mai piaciuto. Non sono piaciuto neanche a te, come amico.-

-Mi sei piaciuto, mi piaci veramente- cercò di fermarlo Mirko.

-No, e smettila di dirmi bugie. Perché mi sei venuto a cercare e sei stato gentile con me? Era meglio se mi avessi trattato male, come fa Nico, o come fanno gli amici di Nora. Amici con cui, tra l’altro, credo mi abbia tradito.-

-Perché non la lasci?-

-Aspetto che sia lei a farlo. Si stancherà, se fossi io a fare il primo passo non mi darebbe pace.-

-Hai paura di lei?-

-No, è che non mi interessa più. Morto, fidanzato con Nora, all’università, in mezzo a una strada… che mi cambia?-

AtenaWhere stories live. Discover now