Capitolo 14

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-Guidava in stato di ebrezza. Si stava per schiantare, ha svoltato improvvisamente ed è finita fuori strada. La macchina ha rotolato su se stessa. Per fortuna lì vicino c’era un posto di blocco, la polizia ha visto la scena da lontano e l’ha salvata. Non è in pericolo e non ha ferite gravi.-

Davide ripeté ai suoi amici la cantilena che i dottori avevano riferito a lui, ai suoi genitori e a quelli di Nora.

I ragazzi erano in disparte, Mirko uscì per fumare una sigaretta e comandò Davide di seguirlo. Non gli chiese niente, gli prese solo il braccio e lo trasportò all’esterno.

-Voglio rientrare- disse Davide.

-Io no, c’è puzza di medicina là dentro. Siediti qui- Mirko si accomodò sui gradini dell’ospedale.
-Non voglio stare con te. Nico ha dei segni in faccia, che gli hai fatto?-

-Davvero mi stai chiedendo che ho fatto a mio fratello?-

-Sei violento, Mirko. Fai male alle persone. Non voglio rimanere solo con te.-

-Ora il problema sono io?- Mirko si alzò, era ancora nervoso per ciò che era accaduto con Nico. Si eresse difronte a Davide, gli schiacciò la fronte contro la sua e gli stritolò la spalla -è tutta la vita che prendi botte e hai paura di me?-

-Nora non ha la tua stessa forza- controbatté, tentando invano di liberarsi.

-Ma Nico sì.-

-A lui non interessa farmi male se non gli do fastidio.-

-Io, invece, voglio farti male? Mi spieghi cosa ti gira nella testa?-

-Tu sei fissato. L’unica cosa che potresti volere da uno come me è divertiti. Non capisco cosa vuoi farmi- Davide abbassò gli occhi, la presa sulla sua spalla cominciava a fare male.

-Va bene, prova a indovinare cosa voglio farti- Mirko lo lasciò.

-Forse vuoi riavvicinarti perché miri a Nora. Magari vuoi portartela a letto. Oppure vuoi solo prenderti gioco di me, trattarmi bene e poi farmi male, per divertimento. Ora che c’è Atena potresti farti due risate con lei, su quanto io sia facile da raggirare.-

-Non ho mai pensato che tu fossi facile da raggirare.-

-Non lo sono, voglio solo essere lasciato in pace- fece dietrofront, ma Mirko lo riacciuffò e lo fece sedere di forza.

-Rimani qui, solo fino alla fine della sigaretta.-

La cenere bruciata volava sulla punta delle loro scarpe, Mirko allargò le gambe e il suo ginocchio destro aderì a quello sinistro di Davide. Il ragazzo al suo fianco aveva un’aura triste, di quelle tristezze profonde come malattie incurabili, di cui si muore.

-Lo sai? Alla fine ti giudico, ma non sono migliore di te- sospirò Davide -ho le mie colpe.-

-Quali?-

-Non posso dirtelo.-

-Non sarà mai peggio di ciò che ho fatto io.-

-Perché sei così insistente con me?-

-Senza di te mi sento strappato, Davi. In carcere ti pensavo continuamente, il rimorso mi mangiava vivo. Non potevo accettare com’era finita, non potevo accettare la tua decisione di staccarti da me. Sarò egoista, prepotente, ma non ho intenzione di perderti. E ti terrò con la forza, qualunque cosa accada. Io non ti perderò mai, non accetterò mai un futuro senza di te.-

-Se io con te fossi infelice? Se io non ti volessi?-

-Non esiste. È qualcosa che sento sin da quando siamo bambini, e non puoi negarlo.-

AtenaWhere stories live. Discover now