Capitolo 9

604 63 27
                                    

Di notte luci si spensero a casa Diamante. Atena balzò sul suo nuovo letto, a causa dei  colpetti provenienti dalla finestra. La aprì e la scena nel giardino la lasciò di stucco. Davide, intento a cercare altri sassolini, sollevò il volto bagnato da un rivolo di sangue. Dietro di lui, Mirko, ridotto in condizioni pietose. Neanche la notte riusciva a nascondere la pozza di sangue in cui era riverso. Atena si sbilanciò all’indietro e la reazione più naturale fu andare a chiamare Nico. Scappò nel corridoio e aprì la porta della sua stanza, senza bussare. Lui, che aveva un sonno estremamente leggero, si svegliò subito. Atena era sulle punte, in mezzo alla sua camera, coperta solo dall’intimo. Si strinse gli occhi con pollice e indice e si chiese se stava sognando e soprattutto da quando i suoi sogni erano diventati così porno.

Gli si avvicinò al letto, si abbassò sul suo viso. Lui le mise la mano sul fianco -Cosa vuoi, Ninfetta?- domandò, con voce calda e bassa.

-Mirko è ferito- avvertì lei, stracciando la nebulosa fantastica di Nico, che si rigettò all’indietro. Il nome di suo fratello gli aveva cancellato ogni fantasia.

-Ci penseremo domani mattina- le disse.

-Non credo che fino a domani mattina sopravvivrà.-

-Meglio, più eredità per me.-

Atena gli sfilò la coperta. Nico rimase a petto nudo. Si alzò, la presenza possente si eresse in tutta la sua lunghezza: -Va bene, cosa succede?-

-Andiamo- lei si avviò verso l’uscita, lui la fermò per le scale.

Le porse una sua felpa -Mettila, non è il caso che esci mezza nuda- la scansò e uscì nel retro.

L’ultima cosa che Mirko avrebbe voluto vedere era la faccia di suo fratello. Cercò di issarsi da terra, ma nel farlo un fiotto di sangue gli uscì dalla bocca. Spalancò gli occhi e la tosse lo strozzò. Davide era in piedi, anche lui ridotto male, aveva una crosta rossa attorno al naso e una guancia gonfia, ma non era nulla rispetto a Mirko. Nico lo oltrepassò e mise un piede sul fianco di suo fratello, facendolo rotolare sull’erba per ispezionare le ferite. Aveva un taglio sulla pancia, lo squarcio spruzzava gli umori interni del mal capitato, che intanto si stava svuotando dalla ragione.

Atena si abbassò su Mirko e gli sollevò il viso, cercando di evitare che si strozzasse. Davide non reagiva, era in piedi col capo abbassato e l'indice ancora teso.

-Dobbiamo chiamare un’ambulanza- Atena prese il telefono, Mirko glielo levò con un gesto debole.

-Certo, così se non mi hanno ammazzato adesso, mi ammazzano dopo- disse, con un sorriso macchiato di sangue.

-Che hai combinato?- la domanda di Nico fu perentoria, stava usando la stessa autorità con cui lo sgridava da bambino.

-Diciamo che mi sono fatto dei nemici- rispose Mirko.

-Sii più chiaro- Nico gli agguantò i capelli.

Ogni mossa inavvertita causava a Mirko un dolore indicibile.

Nico sentì il suo polso stretto da una mano che d’impatto non riconobbe. Davide.

-Lascialo, gli fai male.-

-Come lo difendi- lo derise Nico -l’unica che può darci una mano è Nora, chiamala- ordinò a Davide. Lui strofinò i denti.

-Non è necessario chiamare Nora- disse Mirko, con un filo di voce.

-O Nora, o l’ospedale. Decidi tu- Nico prese il telefono di Atena, digitò il numero di Nora a memoria. Le chiese di aspettarli sul sentiero della collina, con il suo kit di pronto soccorso.

Aprì la portiera della  macchina e sollevò Mirko come un sacco, lo lanciò nei sediolini di dietro e si mise alla guida. Atena entrò davanti, Davide da dietro sorreggeva la testa di Mirko sulle gambe. Era terrorizzato, Mirko gli accarezzava il braccio per tranquillizzarlo, ma perse lentamente i sensi.

AtenaWhere stories live. Discover now