(26) Sentirmi viva.

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<<Nulla addolora maggiormente
di ripensare ai momenti
felici mentre si è
nel dolore.>>


È passato un mese da quel nove di giugno e dall'ultima volta nella quale io e la mia amata ci siamo viste...
Questa assenza mi sta uccidendo.
Passano i giorni e non posso nemmeno dire che la vedrò fra poco, visto che devo ancora aspettare due fottutissimi mesi.
Altri due mesi senza i suoi occhioni.
Altri due mesi senza contatto fra di noi.
Altri due mesi senza il suo profumo.
Altri due mesi senza il batticuore.
Altri due mesi senza sentirmi viva.

Purtroppo non posso scriverle, perché in passato abbiamo fatto un patto: non avremmo mai parlato via chat per ragioni di sicurezza, anche se a me basterebbe solo sapere come lei stia.

Mi sono resa conto, con il passare dei giorni, che la mia vita ha iniziato a girare attorno a lei sin da subito, ma che ora che lei non c'è, nulla ha più un senso.
Le mie giornate sono vuote senza le emozioni che mi fa provare anche "solamente" un suo sguardo, senza lei che mi sprona a dare il massimo, senza le mie conversazioni profonde con lei e senza i suoi baci...

I miei coetanei sono felici, escono, vanno al mare e si fidanzano; io sto in casa a leggere e piangere rimuginando sul passato.
È bello sapere che la sua immagine è sempre e comunque perfettamente impressa nella mia mente: ho la certezza che non mi abbandonerà mai.

Ho pensato più volte di andare nel lido nel quale va lei ogni estate, ma poi ho pensato che vederla con suo marito mi avrebbe fatto stare peggio.
In realtà non so se siano tornati insieme e non so nemmeno in cosa sperare; per i suoi piccoli spero che non si separino, ma se fosse per me...
Vivrei con lei tutti i giorni della mia vita fino alla morte.

Oggi è sabato e mi sono svegliata discretamente presto: alle 10, cose mai viste prima.
Dopo scuola entro automaticamente nel mood dormire di giorno e vivere di notte, ma stamattina un sogno, che ovviamente ritraeva lei, mi ha svegliata.
Questo pensiero di andare a mare sperando di incontrarla mi frulla in testa da quando è finita scuola e sto seriamente pensando di andarci ora, peccato che io odi il mare.
Non c'è un reale motivo, solo che sono una persona che ha sempre preferito la piscina.

Guardo ancora ed ancora la registrazione di lei che parla con mia madre e mi rendo conto che non mi costi nulla tentare. Tanto la cerco già dovunque io vada, anche se ci sono zero possibilità di vederla, quindi perché non andare dove so che potrei trovarla?

Metto il costume più bello che ho a due pezzi, mi lego i capelli, metto in una borsa di tela il libro che sto leggendo adesso: "I 7 mariti di Evelin Hugo", ed esco di casa armata di coraggio e di tante speranze.

Dico a mamma che sarei tornata nel giro di poche ore e che ho voglia di fare una passeggiata in riva al mare per prendere un po' di sole, lei ne è molto felice e mi chiede se io voglia un passaggio: accetto.
Mi accompagna in macchina e in cinque minuti arriviamo, mi lascia di fronte al parcheggio del lido e riparte.
Non posso evitare di cercare fra le macchine la sua, solo che fra le varie targhe non la trovo, magari è dall'altra parte, o magari non c'è...

Mi dirigo verso l'ingresso di questo lussuoso lido e pago affittando una sdraio; cammino sulla sabbia rovente e mi guardo intorno senza perdere la speranza di vederla, ma nulla.
Mi tolgo i vestiti, metto gli occhiali da sole e mi sdraio sotto il sole con il broncio.
Apro il libro e riprendo da pagina 305, mi immergo fra le pagine con il suono delle onde profumate di sottofondo ed il tempo scorre velocemente.

Ad un certo punto mi arriva una palla con sopra stampato Spidermen, la prendo e la porgo al bambino che è venuto a scusarsi con me.
Lo guardo meglio in viso riparandomi gli occhi dal sole, visto che gli occhiali non bastano, e mi rendo conto che ha gli stessi identici occhi della mia Dafne...
Sorrido al bambino convinta di avere le allucinazioni e gli passo la palla con un piccolo lancio, prendo la sua guanciotta fra le dita e gli dico che lo perdono.
Oltre ad avere i suoi stessi occhi, ha anche quel sorriso avvolgente che cattura automaticamente il tuo, ma non riesco comunque a convincermi fino a quando una voce dolce e soave, la sua voce, chiama il nome di "Thomas".
Il bimbo si gira ed io seguo il suo gesto: davanti a me vedo proprio lei e stento a crederci.

Professoressa, è vero ciò che sentiamo?Where stories live. Discover now