prologo

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‼️ TW: Death ‼️

Negazione
/ne·ga·zió·ne/
sostantivo femminile.
Nella psicologia la negazione è un meccanismo di difesa con cui l'individuo gestisce pensieri o idee angosciosi mediante l'affermazione esplicita e contraria del contenuto angoscioso.

Non può essere vero. Non è vero. È tutta una bugia.
Stanno mentendo. Infondo gli adulti lo fanno sempre no? Perché ora dovrebbe essere diverso?

Dicono che i bambini riescano a captare le bugie degli adulti.
Ho sette anni, sono una bambina anche io, posso dire che stanno mentendo vero?

«Mi dispiace Nadine» dice Margaret abbracciandomi. La allontano e mi alzo in piedi, facendo strisciare la sedia su cui ero seduta.
«Stai mentendo» le dico. Sto tremando, ho gli occhi che mi bruciano ma nessuna lacrima mi bagna il viso.
Alzo lo sguardo ma evito i suoi occhi, li punto sulla porta d'ingresso.
Stanno arrivando, lo so.

Dovevano essere qui due ore fa ma che importa, avranno fatto ritardo, ci sarà stato traffico per strada oppure, come al solito, si saranno fermati a prendere dei dolci da mangiare a cena.

«Nadine» mi richiama Margaret con un filo di voce.
«Nadine piccolina, credimi»

Sposto finalmente gli occhi sul suo viso e la realtà mi colpisce come un pallone, in piena faccia.

È in lacrime, gli occhi rossi e sembra distrutta.
«Mi ha chiamato poco fa Anthony, era nella macchina davanti a loro, li ha visti con i suoi occhi» si abbassa per arrivare alla mia altezza.

Con un tempismo perfetto, un tuono squarcia il cielo e io sussulto.
Piove da oggi pomeriggio, hanno pure dato un allerta per tutta la città, dicendo che la pioggia sarebbe aumentata.

«La tempesta Nadine» dice. «La strada era piena d'acqua. Anthony aveva chiesto loro di fermarsi e aspettare che la pioggia si calmasse un poco, ma non hanno voluto»

La pioggia. La strada.
Stavano tornando a casa. Da me.

«Nadine lo sai che non puoi venire con noi» dice mamma accarezzandomi la testa.
«Ma mamma guarda» le dico indicando un piccolo zainetto.
«Ho pure fatto lo zaino, ho messo tutto quello che mi serve qui dentro. C'è il pigiama, lo spazzolino, il dentifricio e Mister Orso» tiro fuori il mio orsacchiotto.

La mamma mi sorride e annuisce.

«Brava piccola, ma sai bene che non puoi venire e poi, staremo in macchina per ore prima di arrivare, ti annoieresti»
faccio no con la testa.
«Nononono, non mi annoierò, possiamo mettere il cd che ascolta sempre papà quando andiamo in montagna»

«Piccolina mia» dice papà, uscendo dalla cucina.
«Facciamo un patto» si abbassa per guardarmi negli occhi.
«Tu ci aspetti qui, stai con Margaret e preparate qualcosa di buono per cena. Io e mamma porteremo il tuo dolce preferito e poi guarderemo un film tutti insieme» mi sorride e mi accarezza il viso.
Sbuffo.

«Ma papà-»
«Niente ma, siamo d'accordo? Niente dolce sennò» dice e mi porge il mignolo.
«Va bene» metto il broncio e annuisco, unendo il mio mignolo al suo.

Mi giro e riprendo il mio pupazzo.
«Portate Mister Orso con voi, mi racconterà lui cos'ha visto allora» glielo porgo.
Mamma lo prende e mi abbraccia, per poi alzarsi.
«Va bene piccolina, gli faremo vedere tante belle cose e poi ti dirà tutto» mi sorride.
Annuisco con forza sorridendo.
Anche papà mi abbraccia e poi si alza in piedi, entrambi si avvicinano all'ingresso.

«Torniamo presto Nadine, fai la brava e aspettaci» dicono prima di uscire e chiudere la porta.

Una mano si appoggia sul lato destro del mio viso e mi riporta alla realtà.
Margaret mi guarda con compassione.
«La macchina ha sbandato e ha rotolato fino al fiume» dice.
«Anthony ha chiamato subito i soccorsi ma non c'è stato niente da fare»

E succede.
Per la prima volta da quando sono nata, una lacrima mi bagna il viso.

Scoppio in un pianto isterico e urlo, urlo finché non ho più fiato.
Margaret mi abbraccia ma io non smetto.

Non ci sono più. Non sono più con me.
Mamma, papà, tornate vi prego, dobbiamo ancora mangiare il dolce tutti insieme.

Glimpse of HopeWhere stories live. Discover now