3. Volare

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‼️ TW: alcohol ‼️

Luis Sepúlveda
"Vola solo chi osa farlo."

«Non mi convince» si lamenta Sissy.
È davanti allo specchio e si sta lamentando dei vestiti che indossa.
Sarà il sesto outfit che si è provata nel giro di un'ora.
Non ha neanche cenato per cercare un outfit, io invece ho mangiato dei semplici cracker perché non avevo molta fame.

Sono appena uscita dalla doccia, ho ancora il corpo avvolto nell'asciugamano e i capelli bagnati, sono seduta sul bordo del letto.
Non ho idea di cosa mettermi e la voglia di andare a quella festa è svanita non appena ho messo piede in stanza.

Sono stanca e voglio dormire, ma Sissy sembra così felice di andarci e non mi va di farla rimanere male, non voglio che pensi che sono una guastafeste.

Non sono mai stata veramente ad una festa, quelle che organizzavano in istituto non credo possano definirsi tali. Probabilmente molti le avrebbero definite noiose, ma per noi che vivevamo lì, erano dei momenti fantastici.
Subito dopo aver cenato tutti insieme, uscivamo e passavamo tutta la notte a parlare nel giardino sul retro, ci sedevamo tutti in cerchio sopra dei teli e accendevamo il fuoco, qualcuno metteva la musica con una vecchia radio oppure si suonava la chitarra.

Certo mancavano molte cose che solitamente si trovano alle feste di oggi, alcool e droga ad esempio. Anche se, alcune volte, i ragazzi riuscivano a trovare un po' di erba da fumare mentre i sorveglianti non cerano.
Non l'ho mai fumata, ma vedevo l'effetto che aveva su alcuni miei amici. Alcuni ridevano senza sosta, altri avevano così tanta fame da pregare la signorina Pina per farsi cucinare qualcosa. I miei preferiti però, erano quelli che si comportavano da bambini, e quelli che diventavano filosofi all'improvviso.

Ricordo quando Robert, un ragazzo più grande di me di un anno e che faceva sempre il duro con tutti, si è steso in giardino, ha iniziato a contare le stelle e a piangere se qualcuno lo interrompeva, «Ora devo ricominciare da capo» aveva detto singhiozzando, «Se non finisco di contarle prima dell'alba non troverò mai l'amore»

Questa frase mi aveva lasciata parecchio confusa ma aveva anche acceso in me un po' di curiosità. Ho sempre pensato che contare le stelle portasse sfortuna.

Così incuriosita, quella sera sono rimasta con lui fino all'alba e abbiamo contato insieme, io avevo perso il conto quasi subito ma ho continuato a guardare il cielo fino ad addormentarmi.

Ancora oggi mi domando se è proprio perché non ho mai finito di contare, che l'amore non ha mai bussato alla mia porta.

«Tu sai già cosa metterti?» mi chiede Sissy riportandomi alla realtà. È intenta a lanciare vestiti fuori dall'armadio, i quali finiscono in giro per la stanza.
Schivo per miracolo un top fucsia brillantinato.

«Sinceramente no, ma non voglio mettermi niente di complicato, probabilmente opterò per un jeans e una semplice maglia. Siamo qui in dormitorio alla fine» dico.

«Assol.......no» dice.
«Cosa?»
Ha la faccia completamente dentro l'armadio e non si capisce niente di quello che dice.

«Ho detto» si gira a guardarmi «Assolutamente no»
«Ti troverò io qualcosa da mettere» mi indica con il dito, socchiudendo gli occhi.

Alzo le mani in segno di arresa.

«D'accordo, d'accordo» sorrido.
«Ai suoi ordini capo»
Sorride e si rigira verso l'armadio.

«Ecco qui» dice e mi lancia dei vestiti addosso.
«Cosa sono»
«Qualcosa di semplice come hai detto tu, ma a modo mio» mi sorride e si avvicina saltellando.

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