Sto per vomitare (parte due)

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Ciao a tutti! Oggi recensiremo la seconda (ed ultima) parte del racconto del capitolo precedente!

Quindi prendiamo la nostra cara immagine-candeggina...

(Ovviamente l'immagine natalizia di questo capitolo)

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(Ovviamente l'immagine natalizia di questo capitolo)

...e cominciamo!

Matilde si spogliò, rapida, e poi si lanciò sul cazzo, sfilandolo dalle mutande. Era già duro e abbastanza lungo e tozzo. Iniziò a lappare, succhiare, aspirare. Leccò tutta l’asta e cercò in ogni modo di dare piacere a quel magnifico cazzo che aveva davanti.  Aveva le mani dietro la schiena, come gli aveva detto Francesco, e andava su e giù con la testa. Cercò di mettere in gola tutta l’asta. Avrebbe voluto usare le mani per massaggiare le palle, ma non lo fece per timore che Francesco potesse arrabbiarsi. In compenso, cercò di utilizzare la bocca anche per le palle, lappando e leccando avidamente. Alla fine, Francesco venne nella sua bocca, e lei fu felice di ingoiare e pulire tutto. Guardò subito Francesco speranzosa

Se pensate che questa sia la parte piú disgustosa allora vi sbagliate

– Non male. Hai molto da migliorare ma come prima volta può andare. Si vede che sei una puttana, ma leccare il cazzo di un padrone è un’altra cosa. – Matilde fu un po’ delusa. Aveva dato il massimo, ma non disse nulla e accettò in silenzio con lo sguardo basso. Almeno, sembrava che l’avrebbe presa. E la prese

"E la prese"

Che cosa avrebbe preso?

La pizza?

Francesco era al secondo anno di magistrale in Economia e Management, era palestrato e aveva avuto già molte esperienze bdsm dietro di sè. Di solito era molto più comprensivo e lento con le sue schiave, ma con Matilde fu diverso. Era lei che l’aveva cercato, e quindi voleva che lei capisse subito cosa significava essergli sottomessa. Iniziò subito col dirgli che non le avrebbe concesso l’orgasmo quantomeno per un mese. Matilde sbiancò, ma anche in quel caso non disse niente. Era solita venire più e più volte al giorno, e questa era una vera e propria doccia fredda per lei, ma voleva appartenere più di ogni altra cosa

Ehm... Ok?

Francesco le insegnò subito a bere dalla ciotola ai suoi piedi. – Questo è l’unico modo che ha di bere una puttana come te. – Disse. Matilde bevve senza pensarci due volte
Aveva la figa fradicia; quante volte aveva sognato di poterlo fare

 Matilde bevve senza pensarci due volteAveva la figa fradicia; quante volte aveva sognato di poterlo fare

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(Si, questo meme l'ho fatto io)

Dopo, Francesco l’aveva portata in bagno, lei a quattro zampe e lui che la guidava tirandole i capelli. – Pensandoci, c’è un altro modo in cui puoi bere

Dal cesso?

Le appoggiò il cazzo in bocca. – Non permetterti di ritrarti, puttana. È un onore per te. – Il getto di piscio partì un secondo dopo. Matilde pensò di soffocare, ma non si ritrasse. Tutta la sua bocca si riempì di un sapore acre, fece una piccola smorfia e cercò di bere il possibile. Non voleva contraddire Francesco. Quando finì si pulì il cazzo con i capelli di Matilde

MA CHE SCHIFO!

DIO MERDA, CHE SCHIFO!

– Guarda quanto ne hai lasciato cadere, pulisci con la lingua e i capelli, puttana. – Matilde eseguì senza indugiare

Ma questo tizio sa dell'esistenza di cose chiamate "detersivi"?

– Cosa credi, che non abbia visto la tua smorfia su quella faccia da puttana? Deve essere un onore per te leccare qualsiasi cosa che esce da questo cazzo. Adesso vai a casa e pensa a quanto sei stata una stupida. Mi farò sentire io. – E Francesco se ne andò dalla stanza, lasciandola sola, bagnata di piscio e umori

Sarei proprio curiosa di vedere i like e leggere l'unico commento presente in questo racconto

Ci sarebbe voluto ancora molto tempo per arrivare a quella che Francesco aveva chiamato “la giornata delle torture”. Il viaggio era appena iniziato

Ok, vediamo:

Ok, vediamo:

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Fun fact:Non esiste nessun sequel di questa merda

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Fun fact:Non esiste nessun sequel di questa merda

Per il resto direi di concludere qui

Ed ora... A presto!

Il libro della rabbia (parte sette)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora