14 -Jackie ▪ LA VERITA' E' CHE MI PIACI

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" Sei uno stronzo!" messaggio inviato a Trevor.

Non dicevo quasi mai parolacce, ma stavolta avevo ripetuto circa 25 volte la parola merda dopo aver metabolizzato di aver cliccato su invio e gli avevo dato anche dello Stronzo. Mi trovavo nella mia camera, precisamente in piedi sul letto, che fissavo la finestra, ovvero gli alberi, ovvero le foglie, ovvero i rami, ovvero le fessure tra i rami, ovvero il cielo. Insomma sembravo un' idiota.
Continuavo a domandarmi, perché  avevo mandato quel dannato messaggio.
Aveva baciato Marissa e quindi? Probabilmente stavano insieme, per quel che ne sapevo io, la cosa poteva essere fattibile. Era proprio uno stronzo! Tutte quelle parole del cavolo su albe e tramonti e poi? Smisi di fissare la sequenza "cielo, fessure, rami, foglie, alberi, finestra", irritata saltai giù dal letto, e inizia a tirare tutti i peluche che avevo su una mensola sopra la scrivania, ovunque. Quando smisi di lanciarli in aria, sospirai e capii la cosa peggiore che potessi capire. Ero gelosa. Sentimento nuovo e fastidioso.

«Jackie è tutto apposto?» la voce della zia era già dietro la porta. Uscii chiudendomi la porta alle spalle.
« Si. Tutto okay»

La zia mi guardò di sbieco « avevo sentito un pó di confusione. »

« Facevo ginnastica »

« Ginnastica proprio tu? Non ti credo»

« Perché? Mi tengo in forma. Sono pur sempre una ragazza » la buttai li.

« Non è che hai un ragazzo nascosto in camera?»

Sbuffai seccata « no zia»

Sorrise « scherzavo. Ma peccato comunque»

Dopo che se ne andò, tornai dentro.

Cosa ho fatto?"  messaggio ricevuto da Trevor.

Lessi e non risposi. Avevo voglia di distruggere il cellulare. Mi stavo comportando come un adolescente con gli ormoni a mille. Basta. Presi un libro e iniziai a leggere.

Nei giorni successivi ignorai Trevor, facendo in modo di non incontrarlo mai. Dopotutto era proprio come tutti quei ''cosi'' - persone- , perciò era scontato che non avrebbe portato a niente di buono. Stavo scendendo l'ultimo scalino delle scale nel corridoio, quando Marlen mi richiamò.

<< Jackie, devo chiederti un favore!>>

Mi voltai, fissandola nella mia solita assoluta tranquillità. Aveva l'affanno, probabilmente aveva corso per raggiungermi, si tirò su con l'indice gli occhiali da vista dal taglio ray-ban e continuò il discorso.

<< Domani ci sarà la festa di Halloween, nessuno vuole accompagnarmi, ti prego, verresti con me?>> unì le mani come se stesse pregando.Odiavo questi tipi di comportamento.

<< no>>

<< Perchè? Aspetta!>> si piazzò davanti. << Sei la mia compagna di banco. Ci sarà il ragazzo che mi piace. E' l'unica occasione che ho per provare a rivolgergli la parola, a scuola non ci riesco mai. >>

<< Cosa centra che sono la tua compagna di banco?>>

<< Be, siamo amiche, o almeno dovremmo esserlo >>

<< Amiche? Non ricordo quando abbiamo stretto amicizia>>

<< Perchè sei sempre così cattiva con tutti?>> si accigliò quasi ferita.

<< Non sono io ad essere cattiva, sono gli altri che lo sono >>

<< Resterai sola se continui così >>

<< Sola? Sbaglio o sei tu quella che non ha con chi andare alla festa?>> lo dissi senza pensarci, e sinceramente non me ne importava nulla di averlo detto.

<<Sei cattiva >> si riempì gli occhi di lacrime andandosene.

Probabilmente ad un'altra persona un commento del genere l'avrebbe ferita moltissimo, ma io ero io, perciò non causò in me, nessun turbamento. Scesi le scale, e uscii da scuola. Proprio di fronte per mia grande sventura, Trevor Morris stava ridendo con Marissa. Stavano bene insieme. Poi si accorse di me, quando una folata di vento fece rialzare tutte le foglie sul cemento, e ruotarono alcune intorno al mio corpo come un turbine.

Abbandonò Marissa, avvicinandosi frettolosamente verso di me << perchè non rispondi ai messaggi che ti invio? >> fu la prima cosa che disse.

Aveva mandato diversi messaggi negli ultimi giorni, ma avevo di proposito deciso di evitarli.

<< perchè non mi importava >> poi feci per avanzare, lui mi bloccò.

<< Mi hai dato dello stronzo, posso sapere il motivo?>>

Ma le persone che problema avevano. Che cavolo di problema avevano? Non ci arrivava da solo ? Tutto doveva sempre essere spiegato?

<< Perchè voi "persone" fate sempre domande così stupide? L'ultima volta mi hai lasciato da sola dopo avermi salutato,  senza darmi una spiegazione, poi vedo che baci Marissa. Insomma...che problema hai? Prima fai il carino, e poi ti comporti come se fossi una sconosciuta? Credevo di piacerti!>>

Poi chiusi immediatamente la bocca. Che cavolo mi era preso. Non potevo credere alle mie orecchie, senza rendermene conto avevo lasciato che i miei sentimenti più profondi venissero a galla. E la cosa peggiore era la sua espressione, era a disagio.

<< Credevi di piacermi? Mi stai dicendo che io ti piaccio Jackie?>> a quel punto mi prese la mano, stringendola piano. Fissavo le nostre dita, le sue ruvide e affusolate. Le mie lisce e piccole.

Non risposi.

<< Io ti piaccio Jackie?>>

Poi il cellulare squillò, era il numero di casa. Risposi senza pensarci.

Era la zia Sandra, diceva che il nonno era tornato.

N/A

Ringrazio infinitamente tutte le persone che hanno scelto di leggere questa storia. E chi lo sa, magari riuscirà a raggiungere qualche traguardo.
Un bacio e buon weekend.

Amate, divertitevi, sorridete e vivete. Peace & Love❤

DAYLIGHTWhere stories live. Discover now