Capitolo 2

3.4K 147 26
                                    

I miei capelli biondi ondeggiano sulla schiena, lasciando un leggero pizzico lì dove avviene il contatto. Per stasera ho indossato un vestito blu scuro rigorosamente lungo. Nella parte di dietro arriva fino alle caviglie mentre la parte di avanti poco più sotto le ginocchia. Mi guardo ancora un po' allo specchio, indecisa se quel poco di trucco che ho messo vada bene oppure no. Non mi trucco quasi mai, per questo ho messo solo un po' di mascara, di matita ed un lucida labbra. Decido che va bene, e di osare per il mio diciassettesimo compleanno. La festa non è solo mia, ovviamente anche di Matthew e ci saranno tutti i suoi amici. Io non ne ho molti, solo Christina ed il suo ragazzo, Will, non che mio migliore amico. Solo che alcune volte, quando i tuoi unici amici stanno insieme, è difficile non sentirsi sola. Matthew ha sempre odiato che frequentassimo gli stessi amici, e ho sempre rispettato la cosa per cui io ne ho solo due, mentre lui ha tutta la scuola. Ho sempre pensato che fosse meglio la qualità della quantità, ma anche Matthew ha i suoi veri amici. Li vedo.
Li vedo nei corridoi della scuola quando ridono e scherzano, o quando vengono a casa e mi devo nascondere altrimenti lui si vergogna. È difficile non farsi pesare queste cose, sopratutto oggi. 
Mi finisco di aggiustare i capelli, e mi guardo definitivamente allo specchio. I mei occhi castani con le chiazze verdi sparse qua e là, il naso adunco, le labbra carnose e le guance rotonde. Mi odio, mi odio, mi odio, mi odio, mi odio, mi odio.
È difficile non crollare quando non hai piloni su cui reggerti. È così dannatamente difficile.
«Hai fatto? Non voglio fare tardi per colpa di una stronzetta come te, quindi muoviti.»
In camera entra Matthew con il suo oramai tono acido. I capelli ricci e castani chiaro sono tutti disordinati, mentre gli occhiali neri poggiati sul suo dritto naso sono perfettamente puliti. Annuisco mentre mi avvicino a passo svelto verso la porta. Non ho messo i tacchi, non gli ho mai messi in tutta la mia vita e mai lo farò. Non capisco il senso di rendersi più alta agli occhi degli altri. Non cambia niente, non ti rende né più bella né una persona migliore e in più ti uccidono anche i piedi. Per questo ho indossato delle converse basse nere. Esco da camera mia e sento mio fratello seguirmi mentre digita qualcosa sul suo cellulare.
«Ragazzi siete bellissimi.» ammette mia madre guardandoci. Anche Matthew è vestito elegante, infatti indossa una camicia bianca e dei jeans blu strappati. Sta proprio bene.
Le sorridiamo. Perché i miei non si sono mai accorti del distacco tra me e Matthew? Semplice: il signorino fa finta che vada tutto bene tra noi.
«Divertitevi Chip e Chop» ci saluta nostra sorella. Quando eravamo piccoli tutti ci chiamavano Chip e Chop, come gli scoiattoli di Topolino, perché da piccoli insieme eravamo due pesti, esattamente come loro nei cartoni. Sorrido nostalgica a quei ricordi e li abbraccio uno per uno. Mentre io oggi ho scelto di stare tutto il giorno con loro, Matthew è stato con i suoi amici. A quanto pare non tiene così tanto alla famiglia come noi. Aspetto che anche Matthew li saluti prima di dirigermi in macchina. Dopo che anche lui é salito, e siamo partiti, decide di rivolgermi la parola.
«Ti lascio ad un paio di chilometri più indietro del locale, così non ci vedono insieme ed ho pagato un cameriere per portare via la tua torta, in modo che non spegni le candeline e che nessuno sappia che siamo parenti. Chiaro?»
Non posso credere che non mi rivolge la parola da mesi, e quando finalmente mi parla mi dice questo. Non ho parole.
Vedendo che non ho risposto frena di botto con la macchina. Si gira a guardarmi, furioso, mentre mi prende il braccio con violenza e lo stringe forte. Talmente forte da farmi salire le lacrime agli occhi. E io mi chiedo dove sia finito il mio fratellone, quello che mi proteggeva dai mostri cattivi la notte. Ma l'unico mostro che c'è, ora, è proprio lui.
«Rispondi quando ti chiedo qualcosa, Silvia. Ripeto la domanda. È tutto chiaro?»
Lo dice avvicinandosi a me e guardandomi sempre più male. Stringe ancora di più, e un flebile «sì» esce dalle mie labbra. Resta ancora un paio di secondi in quella posizione, finché non torna a guidare per dirigersi alla festa.

Born to be yours Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora