Capitolo 14

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I raggi solari spiccano sulla mia pelle, ma al contrario dell'altro giorno, non mi danno fastidio. Per oggi ho indossato gli occhiali di Tobias, dato che ora lui è a mare, mentre io sono su un pontile in legno ad osservarlo. Gli ho lasciato un po' di libertà nel fare surf, quando ho notato il mare mosso e la voglia che aveva lui nei suoi occhi. Devo ammettere che è davvero bravo, ma d'altronde, c'è qualcosa che non sa fare?
Si stende sulla tavola, andando verso l'onda. Appena vicino, si alza e la cavalca con nonchalance, cose se per me non fosse una delle cose più difficili da fare. Quando l'onda si innalza ancora di più, poi, l'attraversa completamente facendomi preoccupare. Se ora l'onda si placasse lui resterebbe sotto. Mi irrigidisco, e quando lo rivedo sano e salvo le mie labbra non si sforzano di trattenere un sospiro di sollievo. Continua a fare questo per molto, finché non sento una ragazza fare commenti su di lui. Sul mio ragazzo.
«Si, è veramente bello.» concorda l'amica.
«Secondo te ho una possibilità? Magari è single.» chiede la ragazza di prima. Mi duole ammetterlo, ma sono belle.
«Secondo te è meglio che ti butto in mare o che te ne vai? Magari sono la sua ragazza.» la scherno, solo con le parole però. Come significato no, non deve fare questi commenti. Mi guarda inalzando il suo sottilissimo sopracciglio e ondeggiando i suoi capelli castani con le punte bionde. «Tu? Sul serio? Ma è cecato?»
Spalanco di poco la bocca per il suo essere così diretta. «Intanto io sono fidanzata, tu no.» ribatto. Volendo, potrei dargli il numero di Matthew; non starebbero male insieme. Uno più stronzo di un'altra. Borbotta un "fanculo" mentre se ne va con la sua amica, ovviamente sculettando. Mi devo mordere forte il labbro per non scoppiare a ridere per il loro modo di rendersi così ridicole. Quando mi rigiro per guardare il mare, però, Tobias non c'è più. All'inizio mi preoccupo, ma quando non vedo neanche la tavola capisco che è uscito dall'acqua, e non che lo hanno mangiato gli squali come avevo pensato precedentemente.
Qualcosa di freddo mi tocca la schiena, e circonda la vita con le braccia. Sobbalzo all'iniziale contatto, ma quando riconosco il profumo, e le braccia, mi rilasso visibilmente.
«Gelosa?» mi sussurra Ias vicino l'orecchio, mentre appoggia delicatamente la testa sulla mia spalla.
«Ma mi hai inserito un microfono da qualche parte o non so cosa?» affermo ricordando l'altro giorno, quando ha sentito che scleravo perché ci siamo messi insieme. Va bene che quella volta ho urlato, ma ora come ha fatto a sentirmi?
«No.» mi risponde. «Ma ho sentito la versione di quelle due ragazze mentre se ne andavano, che ti stavano insultando e dicendo "ho solo fatto un complimento al suo ragazzo, dovrebbe ringraziare e bla bla bla"» continua, usando anche la sua voce stupida quando deve imitare quella ragazza. Scoppio a ridere di gusto, ancora girata di spalle al mio ragazzo. Lui con il petto appoggiato alla mia schiena, io che guardo il mare con la sua presenza vicino.
«Ti stavano venerando, sembravano delle pettegole di prima categoria.» mi giustifico, mentre mi bacia la parte inferiore del collo.
«Sono tu puoi venerarmi, quindi?» domanda mentre sale un po' più sopra, vicino la nuca.
«Sí.» gli rispondo, senza esitazione. Mi da fastidio che lo possano guardare, e che lui possa guardare qualcun'altra. Perché la verità é che ho paura di perderlo, paura che trovi qualcuna migliore di me. Come, ad esempio, la ragazza di prima. Era molto più bella. Quando si accorgerà di questo, vorrà ancora me? Ne dubito, ma il mio lato egoista spera di sí.
«Vale anche per te, lo sai?» biascica vicino il mio collo. Annuisco, mentre dei sospiri escono dalle mie labbra quando Tobias mi bacia il collo, la mandibola, la spalla.
Mi giro leggermente, volendo sentire le sue labbra sulle mie. «Ias...» biascico, sapendo che questa lenta e dolce tortura mi farà perdere il controllo. Avere la sua visione in costume da bagno, con i suoi capelli morbidi spettinati e bagnati, poi, non aiuta tanto. Ora sono completamente girata verso di lui, una mia mano fa a finire tra i suoi capelli, e l'altra sul suo petto; esattamente sopra il cuore. Batte veloce, come il mio. È piacevolmente bello sapere che gli faccio questo effetto, così come il sapere di piacergli. Ero così concentrata a demoralizzarmi, e a pensare che non mi avrebbe mai guardato in nessun altro modo se non come amica, che é finito per succedere proprio l'opposto. Sorrido prima di sfiorare le sue labbra, per poi allontanarmi un secondo dopo. Mi guarda voglioso e divertito, mentre le sue mani stringono di più la mia vita. Avvicina lui le labbra, ora, ma giro la testa un secondo prima che le nostre bocce si sfiorino, per cui mi da un bacio sulla guancia.
«Oh, andiamo!» borbotta ormai stufo di aspettare. «Posso avere l'onore di baciare la mia ragazza?»
«Ti é proprio piaciuto il fatto che sono la tua ragazza, ora. Mi chiami così in continuazione.» sussurro ad un palmo dal suo viso.
«Solo perché ci speravo da tanto tempo.» ammette prima di baciarmi nei migliori dei modi. Questa volta chiudo gli occhi, per bearmi ancora di più della presenza delle sue labbra con le mie. Per le sue mani sulla mia vita, il suo odore che invade le mie narici. Per i nostri petti vicini, i nasi che si sfiorano, il nostro respiro affannoso. Quando ci stacchiamo, poggia la fronte sulla mia, mentre i nostri respiri cercano di sincronizzarsi e calmarsi. Apro gli occhi, trovandomene difronte un paio blu che mi fanno sussultare il cuore solo a vederli.
«Sil.» sospira, senza spostarsi da quella posizione. Le mie mani, ora situate tutte e due sul suo petto, tracciano linee immaginarie causandogli i brividi. «Sí?» rispondo, senza staccare gli occhi dai suoi.
«Credo di starmi innamorando di te.» ammette piano, forse per paura della mia reazione. Il sorriso più grande che ho mai fatto si fa vivo sul mio volto, facendo brillare gli occhi del ragazzo difronte a me. «Io sono fottuta, allora. Perché mi sto innamorando di te da prima dell'altra sera, Ias.» affermo citando la sera in cui ci siamo messi insieme. È vero, mi sono accorta dell'attrazione che c'è tra di noi molto prima, così come il fatto che mi piaccia. E se le cose continueranno così, sono sicura che lo amerò. Perché so che negli occhi della gente cercherò i suoi, perché metterò il suo bene prima del mio, perché lo amerò come i bambini amano le caramelle, come si ama il sole di estate, come la neve di inverno, come una mamma ama il proprio figlio, come le ragazze i trucchi, come i ragazzi lo sport, come io amo i libri. Perché la nostra storia non è, e non sarà come nei libri, ma posso donargli tutto l'amore che ho, tutto quello che ho dato e non ho ricevuto, tutto quello che lui sta alimentando. Perché ho paura di cosa significhi la parola "amore", o forse, solo di essere lasciata sola un'altra volta. E questa volta lo so, se mi lascerà lui, se se ne andrà, io non riuscirò a rimettermi in piedi come ho sempre fatto. Perché sta diventando il mio pilone, quello dove aggrapparti quando tutto cade, quello da stringere forte se hai paura. Ma se cade lui, non importa quanto forte stringerò, o quanto mi aggrapperò, cadrò nell'abisso insieme a lui.

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