Capitolo 24

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Quando apro gli occhi l'unica cosa che vedo è il posto a fianco a me vuoto. Dopo aver sentito il rumore dell'acqua, capisco che Ias si è andato a fare una doccia. Le immagini di ieri sera scorrono veloci nella mia mente facendomi apparire un sincero sorriso.
Abbiamo fatto l'amore, per la prima volta.
Ora so di amarlo in ogni sfaccettatura, mi sento anche più libera di prima.
Scosto il lenzuolo che mi copriva il corpo e prendo una maglietta di Ias, mettendomela stile vestito.
Mi lego i capelli in uno chignon fatto al momento, mentre aspetto che Tobias esca dalla doccia.
Alcune ciocche di capelli escono dalla mia acconciatura, per cui me le metto dietro le orecchie.
«Buongiorno, Sil.»
Osservo dallo specchio Tobias avvicinarsi e circondarmi la vita con le braccia da dietro. Ha i capelli ancora bagnati ed é ricoperto solo con un asciugamano.
«Ciao amore.» sussurro sorridendo. Mi inizia a baciare il collo fino ad arrivare al lobo dell'orecchio.
«Ti sta bene la mia maglietta, sai?»
Lo dice con una voce più roca del solito, il che mi fa letteralmente impazzire.
Mi giro verso di lui con tutto il corpo, in modo da essere faccia a faccia. Gli circondo poi il collo con le braccia.
«Oh, intendi la mia nuova maglietta?»
Ias ride e affonda la testa nel mio collo.
Chiudo gli occhi. «Dovresti vestirti. Mi stai distraendo e non poco.»
Tobias solleva la testa e mi da un bacio sulla testa. «Va bene. Ti amo, Sil.»
«Ti amo anche io, Ias.»
Per quanto amo stare tra le sue braccia averlo davanti con un solo asciugamano non aiuta la mia mente che va in tilt solo a sentire la sua voce. Immaginiamoci a vederlo in quel modo.
Aspetto qualche minuto prima di vederlo uscire vestito e con i capelli mezzi umidi.
«Sil.» si schiarisce la voce. «Dovremmo parlare di un fatto.»
Il lato psicopatico inizia a pensare che mi vuole lasciare, mentre invece il lato più sano e maturo non ha la minima idea di che cosa voglia parlare.
Ho sbagliato qualcosa?
«Di cosa?» domando dondolandomi sui talloni. Ias mi fa segno di sederci sul bordo del letto, e così facciamo.
«Non possiamo scappare per sempre, piccola.»
Le parole che escono dalle sue labbra mi fanno venire la pelle d'oca. So a che sta pensando, ma io non ho intenzione di tornare.
«Io...-» inizio a dire, ma vengo fermata da lui.
«Tra una settimana inizia la scuola, e so quanto tieni alla tua istruzione. A quanto tieni alla tua famiglia anche se credi di odiarla. Non dico che non vorrei restare così per sempre, perché, fidati, questi sono stati i mesi più belli nella mia vita ma dobbiamo affrontare i problemi. Tu hai tuo fratello, ed io mio padre. Non possiamo scappare per tanto ancora.»
Non me ne accorgo finché non mi scappa un singhiozzo, ma sto piangendo. Le lacrime scendono copiose dal mio viso come un fiume in piena. «Mi stai lasciando?» riesco a dire fra i singhiozzi.
Tobias alza le mani come per difendersi. «Cosa? No! Sei impazzita?» quasi urla. «Piccola, non voglio lasciarti. Torneremo solo a Chicago, ma non cambierà niente.»
Lo abbraccio, perché la cosa mi sta spaventando davvero tanto. Non so se mi fa più paura rivedere Matthew, o affrontare i miei genitori con Tobias.
«Non mi lasciare mai, okay?» gli sussurro sul petto. Mi accarezza la schiena con le sue grandi mani.
«Te lo prometto.»
«Ho paura di quello che succederà.» confesso. Mi sento una bambina piccola ed indifesa, ora. So che dobbiamo tornare, lo sapevo anche quando avevo deciso di scappare, ma se fosse per me resterei sempre qui. Ma c'è la scuola... e poi non sono quel tipo di ragazza che scappa dai problemi, anche se non mi dispiacerebbe tanto ora come ora.
«Non devi.» mi cerca di rassicurare.
«Tu non capisci Tobias... non sai come ci si sente.» ma nell'esatto momento in cui pronuncio quelle parole mi rendo conto di quanto stia sbagliando. Lui capisce meglio di tutti, ed io sono solo una stupida.
Inarca un sopracciglio, visibilmente offeso. «Io non capisco? Sono nella tua stessa situazione, Sil!»
Mi grida contro queste cose, ed io penso che se non ci calmiamo rovineremo tutto.
«Intendevo.» mi schiarisco prima la voce e penso bene alle parole da dire. Ci stiamo innervosendo tutti e due, e la cosa non va bene. «Tuo padre nell'ultimo periodo ha smesso di maltrattarti... mio fratello no. Ho solo paura che non cambierà niente.»
Tobias si porta una mano sulla faccia, mentre cammina avanti ed indietro per la stanza dato che, quando mi ha urlato contro, si è alzato.
«Giuro che se anche solo ti sfiora gli spacco la faccia. Letteralmente.»
Se non stesse minacciando mio fratello sarebbe anche una cosa dolce da dire, per cui accenno un sorriso. E dopo tutto quello che mi ha fatto Matt -chiamatemi vendicativa o come volete voi- non mi importa se si rompe il naso. Credo che se succedesse sul serio mi importerebbe di più delle nocche di Ias.
Lo vado ad abbracciare da dietro, dandogli un bacio sulla nuca. «Grazie, Ias.»
Si gira e mi da un piccolo bacio sulla fronte. «Non ringraziarmi, Sil. Vatti a preparare, poi partiamo.»
E quel "poi partiamo" mi ricorda che fra qualche ora le cose cambieranno radicalmente.

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