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Elrin serra le labbra, come se mi avesse detto fin troppo. Valrie non reagisce, immagino che lei conoscesse già la verità.

«Sappi che mi devi dell'alcol».

«È tutto qui quel che hai da dirmi?»

«Davvero, non guardarmi come se ti avessi detto che sono un fantasma! Ho dormito spalla a spalla con gente che tre giorni prima mi avrebbero detto di ammazzare senza pensarci due volte. Insomma, dopo tutto il tuo preambolo, quale sarebbe il piano?»

«Far infiltrare. Abbiamo già avuto a che fare con gli Immortali, in un certo senso sappiamo come affrontarli».

Aggrotto la fronte: che ometta i dettagli non mi piace. Sposto lo sguardo su Valrie, ma di nuovo non reagisce. Dubito che io sarei riuscito a resistere tutto questo tempo con lui.

«In fondo, non rischiamo molto. Se non che io finisca nel nulla come gli altri Superstiti» mormoro oltrepassandomi e battendogli una pacca sul braccio.

«Credevo la prendessi molto peggio di così».

«Che senso avrebbe? Mi sembra di avertelo già detto, siamo entrambi nella stessa situazione di merda». Scuoto la testa. «Non abbiamo altre alternative. Andiamo, questo sarà l'unico modo in cui riusciremo ad andare a fondo della faccenda. Probabilmente troveremo delle risposte anche a quelle sparizioni».

«È da molto che vanno avanti?» chiede Valrie.

«Difficile dirlo quando il tuo tempo è l'eternità. Non uso un calendario da secoli» le rispondo accarezzandomi la parte posteriore del collo. «Non saprei darti una risposta certa. Credo comunque che si tratti di un paio di mesi, sei al massimo. All'inizio non ci facevamo troppo caso, ma quando il numero di coloro che non tornavano è diventato importante, una trentina, come minimo, non sono stati pochi i dubbi ad assalirci».

Le luci diventano sempre più forti, e sebbene si sia ancora a distanza, la stazione, illuminata a giorno, si estende davanti ai nostri occhi: conto nove binari, sul cartellone luminoso che identifica il sesto ancora lampeggia un punto; lo stesso riporta destinazione, numero e orario di un treno che avrà percorso quei binari chissà quante volte. Portava vita, adesso è un altro fantasma.

Mi irrigidisco, poi sfilo il fucile. «Spero di non pentirmene a vita di questa cosa».

«Al massimo ci sarà da scappare» mi risponde Elrin. Loro sembrano abituati, ma per me... questo va contro tutte le mosse che abbiamo fatto contro gli Immortali da quando ci siamo trovati a combattere contro di loro. Qualcuno non si è fidato di loro, altri sì, come me. Mi sono sempre sembrati sinceri e spero che non sia tutta una messinscena – a partire dal loro litigio dell'altro giorno. Serro le labbra, poi passo il fucile a Valrie.

«Cerchiamo davvero di non sembrare alle prese con una caccia al tesoro... mortale» sussurro loro. «E tu mi devi seriamente dell'alcol» sibilo mentre Elrin avvolge qualcosa intorno ai miei polsi. Sembra una benda a giudicare dalla consistenza sulla pelle.

«Non ho intenzione di tapparti la bocca, quindi sta' zitto di tua spontanea volontà se ci tieni a respirare» mi risponde.

Quando una torcia ci colpisce in pieno, è questione di attimi prima che riesca ad abituarmi alla luce e riuscire ad alzare lo sguardo. Nella penombra scorgo una figura.

È uno di loro, un Immortale.

Uguale a tutti quelli che ho visto finora: capelli rasati, un'espressione vacua stampata in faccia; divisa grigia, senza nessun insegna, senza alcun grado. Alterna lo sguardo tra me, Valrie ed Elrin: credo mi si legga in faccia che voglia sfidarlo apertamente, mi trattengo a forza nel ruolo del prigioniero, non è da lui avere le mani legate, essere alla mercé altrui.

SuperstitiWhere stories live. Discover now