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Un proiettile si conficca in uno delle tante tavole di legno messe in verticale.

«Sapevo che dovevo rimanermene nel settore delle telecomunicazioni» sbotta Talira, riparandosi la bocca con una mano e tossendo per la polvere. Socchiudo gli occhi, cercando di ignorare il fastidio.

«Sapevo che riempire le gallerie di esplosivo e far saltare tutto in aria era la soluzione migliore» le risponde Riya, seduta alla mia destra. «E invece, posso solo sperare che la copertura della nebbia nasconda abbastanza le mine che abbiamo sistemato: non potevamo caricarle troppo con i sassi, rischiavamo che...»

Uno scoppio improvviso, subito seguito da uno spostamento d'aria, rimbomba nell'aria, come se rimbalzasse sulle pareti degli edifici.

«E una è andata» sogghigna non appena torna il silenzio. «Spero che i detriti siano sufficienti a distruggere quelle maledette fiale: con così poca visibilità, il lavoro dei cecchini è inutile».

«E noi non possiamo sprecare troppe munizioni» aggiunge Aeron, scuotendo la testa.

«Perché vuoi risparmiare visto che siamo tutti condannati?»

«Non lo so, è come se...»

«Hai paura di morire? Te la fai sotto?»

«Come se sentissi che c'è un altro modo per morire».

Non c'è. Vorrei rispondergli questa volta. Non ce n'è un altro, è tanto se per colpa sua ne abbiamo uno. Ma non faccio in tempo: altre esplosioni, altri proiettili che sibilano sopra le nostre teste.

Un attimo dopo, un rumore improvviso sembra ferirmi le orecchie: non sembrava il botto di una delle mine piazzate da Riya. Una mano mi afferra la spalla, trascinandomi a rotolare sui binari, in mezzo alle pietre che, come aculei, si conficcano nel corpo.

«La barricata sta prendendo fuoco, allontanatevi da lì!»

Voci sconosciute mi rimbombano in testa mentre mi rimetto in piedi, tamponando con una mano la piccola ferita che pulsa nella testa.

«Cos'è successo?»

«Una delle mine deve aver leso la stabilità di uno dei pali dell'alta tensione, facendo così crollare i cavi che hanno dato origine all'incendio» risponde Riya. «O gli Immortali potrebbero averlo distrutto».

«Può fornirci una difesa in più».

«Sei così stupido che non so più come insultarti, Aeron!» sbotta Riya voltandosi verso di lui, ancora qualche passo dietro di me. «Credi che gli Immortali si fermeranno davanti a qualche fiamma? Lo dice anche il nome cosa sono, se proteggono quelle loro cazzo di fiale oltrepasseranno Rifredi con facilità. Richiama i gruppi e tornate a difendere la nostra stazione principale. Noi cerchiamo di guadagnare tempo».

«E come?»

«Alimentando il più possibile l'incendio. Dovrebbe darvi il tempo necessario».

«È un... suicidio» mormora Aeron.

«Perché ti interessa tanto fare l'eroe adesso, eh? Sei l'unico che si sta comportando come una mammoletta viziata davanti alla morte» gli risponde Riya raccogliendo il suo fucile e tirandolo con forza sul petto di Aeron.

«Perdonami, ma le do ragione».

«Fa' niente» sibila lui stringendo le mani sul fucile. «Ho capito che questa volta non ci possiamo intendere».

Altre urla, altri ordini di allontanarsi risuonano nell'aria; il calore dell'incendio sviluppato dalla barricata sta arrivando, nella nebbia le fiamme sembrano risplendere, ma il fumo si confonde mentre sale verso l'alto. Faccio qualche passo all'indietro tenendo gli occhi fissi sull'alone rossastro, prima di iniziare a correre, richiamato da Aeron.

SuperstitiWhere stories live. Discover now